Zugzwang

di Andrea Marcigliano

 

Obbligato a muovere. Questa la traduzione, letterale, del tedesco Zugzwang. Che è termine scacchistico. Una situazione in cui sei obbligato a fare la prossima mossa. Ma questo non ti dà alcun vantaggio. Anzi… perché qualunque mossa tu possa fare, questa si tradurrà inevitabilmente nella perdita di pezzi importanti. E, addirittura, nella sconfitta.

La situazione in cui si trovano, secondo molte analisi, i comandi militari ucraini. Costretti a muovere. Ovvero a passare alla controffensiva. Ma con ben poche, o nessuna speranza di risultati positivi.

La ragione di questa situazione è, tutto sommato, semplice. La, famosa, controffensiva è, in primo luogo, una necessità politica. E di immagine per Zelenski e il suo governo. Che per mesi hanno annunciato, sbandierato come imminente un attacco che avrebbe portato alla riconquista di tutto il Donbass. E, in certi deliri oratori, anche della Crimea. Addirittura il presidente ucraino si è spinto fino ad affermare che avrebbero annientato la Federazione Russa. Riducendola alla sola Moskova…

Sulla inconsistenza di queste affermazioni, sull’assenza di ogni rapporto con la realtà, è pressocché inutile soffermarsi. Tuttavia le cancellerie occidentali, da Washington sino ai suoi ultimi alleati/vassalli, sembrano averle prese sul serio. Nonostante i dubbi espressi dai militari. Perché è sempre più facile credere ai propri desideri, che guardare in faccia alla realtà.

E così Zelenski, che ha mietuto una messe incredibile di aiuti in materiali bellici e finanziari, si è ritrovato alla fine costretto a mantenere le promesse.

Dando inizio a una controffensiva che, dopo oltre una settimana, non ha conseguito alcun risultato concreto. Peggio. È costata un enorme, sproporzionato dispendio di uomini e mezzi.

Anche perché appare, ancora oggi, caotica. Vengono lanciati assalti massicci in diverse direttrici. Come se ai comandi dell’Afu non fosse ancora chiaro dove tentare di dare la spallata.

Dispersione di forze. Dispendio di energie. E molte analisi spiegano che ben difficilmente le forze ucraine potranno sostenere questo ritmo. Forse due settimane complessive. Ad essere ottimisti.

Determinante il dominio russo dell’aria. Gli F16, promessi, sono ancora ben lontani dall’essere in mano a Kiev.

Una situazione che, probabilmente, ha spinto la NATO alla più grande esercitazione aerea della sua storia. Che si terrà a giorni in Germania. Un modo per cercare di intimidire il Cremlino. O almeno questo è da sperare. Perché se fosse invece una mossa per coprire l’attacco ucraino… beh, quasi superfluo dire a che cosa questo potrebbe portare.

Certo, l’ipotesi appare folle. Ma come dicevano i Greci, gli Dei fanno impazzire coloro che vogliono portare a perdizione. Mai come un questo caso, ho sperato di sbagliarmi.

Intanto l’esercito di Kiev è obbligato a muovere. E ogni mossa gli costa molto cara. Un esempio incredibile di stupidità militare.

Zugzwang… mi viene in mente che i russi sono sempre stati maestri nel gioco degli scacchi.

 

 

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