Salari indecenti: persino Calenda e Illy se ne accorgono. La destra fluida di governo no

di Augusto Grandi

 

Se un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno, può capitare che anche dal Forum Ambrosetti di Cernobbio emergano spunti interessanti. Addirittura da Calenda. E da Illy, sul fronte imprenditoriale. Il tema, per tutti, è quello dei salari. Perché, ricorda il politico, non si può far finta di niente di fronte a 3,5 milioni di lavoratori che hanno una retribuzione al di sotto dei livelli di sussistenza. E, sino a qui, siamo nell’ordine delle cose che la politica dei maggiordomi non vuole affrontare.

Ma Calenda, per una volta, va oltre e invita gli industriali ad essere meno ridicoli: non possono lamentarsi se non trovano giovani ingegneri quando pretenderebbero di assumerli a 1.200 euro al mese. Ed è un messaggio rivolto in particolare agli imprenditori del Nord, perfettamente consapevoli che, con quella cifra, è impossibile una vita decente nelle grandi città dove hanno sede molte industrie.

Quello della diversità del costo della vita è un tema su cui interviene anche Illy. L’industriale del caffè, a proposito del salario minimo orario di 9 euro, sottolinea che la cifra non può essere uguale in tutta Italia poiché troppe sono le differenze del costo della vita. Un affitto, a Milano, costa molto di più rispetto ad un affitto in un paesino del Sud. Forse adesso interverrà il comitato neoborbonico a pretendere che Illy si scusi per aver utilizzato dati oggettivi senza il consenso delle agenzie immobiliari di Bugliano di Sopra. Ma il dato di realtà non cambia.

Come non cambia il ruolo che dovrebbero avere i sindacati se trovassero il coraggio di riporre in soffitta tutto l’armamentario Anni 60 che è del tutto fuori luogo per affrontare le nuove sfide.  Nessuna speranza, invece, che proposte intelligenti arrivino da un governo che esalta la povertà come opportunità per una alimentazione sana; che difende il padronato che propone contratti da 4 euro all’ora; che insulta i giovani che rifiutano salari da 400 euro al mese; che offre 1 euro al giorno da dividere in 3 persone per combattere la povertà. Mentre esponenti della sedicente intellighentia progressista assicurano che 9 euro lordi all’ora sono troppi. Forse perché i loro domestici li pagano meno.

Peccato che le politiche immigrazioniste volute adesso dal governo della famiglia Meloni portino in Italia braccia e non cervelli. Peccato che anche gli ingegneri in arrivo da Asia ed Africa preferiscano essere pagati decentemente al di là delle Alpi invece di essere sfruttati in Italia. E peccato, soprattutto, che in questo modo si condanni il Paese alla povertà ed alla mancata crescita.

 

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