Romanzo Calcistico: in onore di Klass Ingesson

Klass Ingesson

Klass IngessonSiamo nel 1998, ultimo dell’anno. Klass Ingesson e Kenneth Andersson vanno al loro bar favorito in centro per festeggiare. Dopo qualche bicchiere di troppo, i due si accorgono che assieme ad alcuni amici c’è un ragazzo di 19 anni, di cui si dice diventerà il nuovo Baggio: è Andrea Pirlo, gioca nell’Inter di Roby, Ronaldo e Recoba, proprio la squadra che il Bologna affronterà da lì a due settimane. Andersson così si avvicina al ragazzo e gli fa:

“Ehi, che diavolo ci fai qui, siamo a Bologna, tu dovresti essere a Milano”.

Pirlo arrossisce. Andersson sorride.

“Scherzo, che cosa bevi?”

‘Coca cola grazie’, risponde il ragazzo. Lo svedese, allora, con la prontezza di un wrestler gli afferra la testa con una mano e la gira verso il tavolo dove è seduto Ingesson:

“Klabbe, vieni qui, questo figlio di puttana dice di bere Coca cola, fagli assaggiare qualcosa di forte”.

Ingesson si avvicina, allunga la bottiglia di whisky e costringe Pirlo a bere. I giganti svedesi ridono, gli amici di Pirlo più o meno per spirito di sopravvivenza. Pirlo in teoria no, ma vai a sapere, nessuno può dire davvero di averlo visto sorridere in vita sua. A fine serata, si avvicina al tavolo degli svedesi per salutare. Ingesson gli lancia un avvertimento:

“Ehi, tra due settimane non pensare di farmi un tunnel o dribbling perché ti spezzo le ginocchia” gli dice ridendo.

Due settimane dopo al Dall’Ara, Pirlo entra al posto di Baggio nel finale. Al primo controllo di palla, Ingesson gli piomba addosso, il ragazzo si libera del pallone con un passaggio banale. Dopo poco, ne fa un altro, normale anche quello. E un altro. E un altro ancora. Finisce la partita e la prova del nuovo Baggio è in quattro anonimi passaggi. Al momento di salutarsi, a centrocampo, Pirlo si avvicina a Ingesson e gli dice:

‘Visto? Non ho fatto niente di speciale’. ‘Vero, ma perché?’. ‘Beh, per quello che mi hai detto a Bologna…’

Klas non aveva gran memoria, figuriamoci dopo qualche bicchiere.

‘E cosa ti avevo detto?’. ‘Che se ci avessi provato, mi avresti rotto le gambe’.

Ingesson lo guardò stupito: il nuovo Baggio lo aveva preso sul serio. Tre anni fa ci lasciava il Vichingo Klas e noi vogliamo ricordarlo con questo simpatico aneddoto tratto dalla sua autobiografia “E’ soltanto un piccolo cancro”. Tre anni fa ci lasciava un duro ma dal cuore d’oro, uno che non mollava mai in campo, così come ha fatto dopo la scoperta del tumore. Ha lottato, combattuto, fino all’ultimo, continuando anche ad allenare il suo Elfsborg da una sedia a rotelle, prima che la malattia lo portasse via quel triste 29 Ottobre 2014.

Non sarai dimenticato Klas, puoi starne certo.

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