Referendum 4 dicembre, se vince il sì le case degli italiani andranno agli immigrati

Immigrati in Italia

C’è un piano di requisizione per prendersi le case degli italiani e darle agli immigrati dopo il Referendum.

«Questo maxi piano va sventato trasformando il referendum in un’occasione per difendere la proprietà privata».

Immigrati in Italia

Un piano del Viminale per espropriare alberghi e seconde case sfitte nei Comuni che si rifiutano di accogliere immigrati.

Il presunto piano è pronto ma è rimandato a dopo il voto perché impopolare.

Fino al referendum – manco a dirlo – non si muoverà foglia.

Poi dal Viminale arriverà il via libera alle requisizioni, finora più uno spauracchio per i comuni poco «accoglienti» con gli immigrati che una misura realmente applicata.

Solo due strutture ricettive – una a Goro e una in provincia di Verona – sono state requisite finora per far fronte all’emergenza immigrazione, anche se la legge che le autorizza risale addirittura all’Ottocento.

E le due sole strutture, tra proteste e trattative tra Viminale e sindaci, sono al momento ancora in attesa di accogliere materialmente gli immigrati per i quali erano state requisite.

In caso di adesione volontaria la sistemazione prevede l’erogazione di 35 euro per il mantenimento di ogni singolo immigrato al quale vengono dati 2,50 euro al giorno.

Chi si vedesse requisito il proprio immobile avrebbe diritto ad un indennizzo da quantificare.

In più occasioni è stata ipotizzata la requisizione non soltanto di alberghi ma anche di seconde case sfitte, garantendo ovviamente un rimborso.

Il governo non ha escluso l’extrema ratio della requisizione delle case sfitte prevedendo di rimborsare i proprietari grazie allo stanziamento della Ue che prevede 10.000 euro per immigrato “ricollocato”.

Se l’indennizzo offerto dallo Stato possa essere considerato soddisfacente è questione aperta.

Ma la requisizione, possibile in teoria, oltre che, appunto, configurata come provvedimento temporaneo (a differenza dell’esproprio) deve avere necessariamente una fine, un compenso per il proprietario dell’immobile e l’impegno a riconsegnare il bene nello stesso stato in cui si è trovato, è l’ultima soluzione che il ministero dell’Interno ha nel caso che le altre soluzioni individuate finora siano improponibili.

C’è poi da segnalare che il rapporto sulla protezione internazionale pubblicato il 16 novembre da Anci, Cittalia, Fondazione migrantes e Servizio centrale Sprar ha spiegato che su 8000 comuni italiani solo 2600 hanno accolto gli immigrati, cioè un comune su quattro.

Il 10 agosto 2016 il ministero dell’interno ha approvato un decreto per potenziare il sistema ordinario di accoglienza chiamato Sprar proprio per limitare il ricorso all’accoglienza di emergenza dei Cas.

Lo Sprar, infatti, permette una maggiore trasparenza e rendicontazione delle spese e risponde a linee guida nazionali che il sistema di accoglienza straordinario non è tenuto a seguire.

Oltre 13 mila sono nei centri di prima accoglienza, poco più di 22 mila nel sistema Sprar.

Gli altri sono sistemati nelle strutture temporanee dove vengono forniti vitto, alloggio, assistenza sanitaria.

I servizi sono assicurati dai gestori che hanno vinto le gare d’appalto, oppure da chi ha dimostrato di avere i requisiti ed è stato inserito nelle liste delle prefetture che — a ogni sbarco — devono provvedere allo smistamento degli immigrati.

Referendum + immigrati = Grande Affare!

Qual è poi la posizione ufficiale del governo sul tema?

«Le requisizioni – ripete il ministro Alfano da qualche settimana, dopo il caso di un agriturismo requisito in provincia di Rovigo – possono essere una extrema ratio.

Ma restano una extrema ratio».

C’è poi il Fondo di riconoscenza, ovvero 100 milioni di euro che il governo ha stanziato con la legge di Stabilità.

«Un Bonus Gratitudine di 500 euro per ogni immigrato per i Comuni che ci hanno aiutato in questa sfida»,

lo aveva presentato Alfano.

Ne possono beneficiare i 2600 Comuni (su 8000) che hanno aperto all’accoglienza degli immigrati.

Il Friuli Venezia Giulia, per dire, ha già fatto qualche conto: sono in arrivo 2,8 milioni di euro per 5.565 immigrati ospitati.

Il rinvio a dopo la consultazione è dovuto ovviamente al tentativo di non suscitare reazioni.

Ora il piano, che il Viminale difficilmente confermerà prima del 4 dicembre, può entrare nella contesa referendaria, almeno per i comitati del «no».

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