L’emergenza immigrati diventa spaventosa. E l’UE prepara la beffa

L’emergenza immigrati diventa spaventosa. E l’UE prepara la beffa

Si profila uno scenario da «record negativo» per il 2016. Ma Bruxelles si prende gioco dell’Italia

L’emergenza immigrati diventa spaventosa. E l’UE prepara la beffaSono state 4 mila le persone soccorse nel Canale di Sicilia solo ieri. In un unico giorno, «più di 20 operazioni» di salvataggio sono state coordinate dalla Guardia costiera italiana. Ci è voluta la collaborazioni di tutte le missioni europee in corso nel Mediterraneo. Decine le navi impiegate, di ogni bandiera possibile. E potrebbero essere comunque addirittura «centinaia» le vittime dei diversi naufragi sfuggiti al monitoraggio o individuati troppo tardi. Le cronache dei quotidiani di oggi sono piene di testimonianze drammatiche e racconti eroici. E intanto su Repubblica appare un articolo di “scenario” che lascia presagire come l’emergenza non si riassorbirà affatto nelle prossime settimane. Al contrario.

«NUMERI IMPRESSIONANTI». Scrivono Vladimiro Polchi e Fabio Tonacci che «il 2016 per l’Italia potrebbe diventare l’anno dei record. Tutti negativi». Innanzitutto perché si prevede «il più alto numero di sbarchi mai registrato». Senza contare i 4 mila immigrati salvati ieri, infatti, dall’inizio del 2016 «sono arrivati 40.495 clandestini». Secondo Repubblica «l’impennata degli ultimi giorni ha riportato il conteggio ai livelli del 2015, quando si toccarono i 153.842 sbarchi». Ma potrebbe andare peggio dell’anno scorso, visto che «in base alle stime del Viminale a fine 2016 si potrebbe raggiungere la quota record di 20 mila». Rifugiati siriani e iracheni? «Pochissimi». Per lo più si tratterà di persone in arrivo dall’Africa subsahariana. Il 90 per cento del flusso, scrive il quotidiano romano, passa per la Libia, ma anche «dall’Egitto le partenze stanno aumentando e i numeri sono impressionanti».

CENTRI IN TILT. Altro record negativo previsto per il 2016 da Repubblica è quello riguarda «la più grave congestione delle strutture di accoglienza». Strutture che rischiano di «andare in tilt durante l’estate. Anche perché la solidarietà degli altri Paesi Ue finora ha prodotto poco e niente». Citando sempre le valutazioni del ministero dell’Interno, i due giornalisti autori dell’articolo informano che in totale, per i centri del nostro paese, «il limite di emergenza è intorno ai 160 mila» ospiti, «e ci sono le condizioni per lo sfondamento in tempi brevi», dal momento che attualmente di ospiti ce ne sono già 115.548. Mentre sono pochi gli irregolari che l’Italia è riuscita a rimpatriare (appena 4 mila nel 2015) «e il Piano Juncker, che prevedeva la redistribuzione in Europa di 39.600 persone in due anni», è semplicemente «fermo», come del resto abbiamo già scritto più volte. Da settembre solo 615 immigrati sono stati ricollocati dal nostro paese.

BEGLI ALLEATI. Della scarsa collaborazione da parte dei paesi amici, abbiamo già detto sopra. Ma per quanto riguarda l’Europa i giornalisti di Repubblica aggiungono un ulteriore possibile presa in giro in preparazione nei confronti dell’Italia. Come è noto, attualmente il Trattato di Dublino «funziona» ma «in senso negativo» per noi. In virtù di quell’accordo, infatti, «negli ultimi nove mesi Francia, Germania, Spagna e gli altri membri Ue ci hanno rimandato un migliaio di profughi fotosegnalati in Italia», ricorda Repubblica. Urge dunque una riforma, lo ammettono tutti, e una proposta è già in cantiere (è stata presentata a inizio maggio dalla Commissione di Bruxelles), ma a quanto pare «per come è articolata potrebbe diventare per l’Italia la più grande delle beffe». Il testo prevede «la ripartizione automatica di quote di richiedenti asilo tra i Paesi membri, ma lo fa in base a un parametro (“reference key”) calcolato sul Pil e sulla popolazione di ogni Stato». Ecco: secondo le simulazioni del ministero dell’Interno, fatte con il “reference key” ipotizzato dall’Europa, per il nostro paese «la ripartizione automatica scatterebbe oltre i 231 mila ospiti. Un numero che, evidentemente, non si può reggere». Chi risulterebbe favorito, invece, dal nuovo trattato? La Grecia, ma anche la Francia e la Germania.

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