La proprietà della moneta – La chiave di volta per comprendere e non solo…

di Fox Allen

 

I soldi sono carta straccia, che però acquistano valore solamente perché un insieme di persone lo decide per convenzione, in previsione di poterli utilizzare. Siamo noi che diamo valore ai soldi. Siamo noi i proprietari della moneta.

 

seconda parte

La dinamica

Tornando a noi, qualcuno a questo punto, si domanderà cosa c’entra la proprietà della moneta con tutto questo? Siamo coscienti del fatto che le banche centrali sono nate per uno scopo soltanto: prestare denaro agli stati per farselo ripagare con gli interessi. Ergo, governare il mondo. Questo crea il famigerato debito pubblico, che non è altro che un credito rovesciato! Perché se la proprietà della moneta, come è stato dimostrato, è dei cittadini e NON delle banche, cosa stanno pagando i cittadini del mondo? Semplice, un debito che non esiste. Le banche centrali emettono moneta a loro insindacabile giudizio, caricandovi un tasso di interesse che gli stati addebitano sulle spalle dei cittadini, cioè lo fanno pagare ai popoli attraverso il prelievo fiscale, (senza menzionare al fatto che lo stato, nel nostro caso ad esempio, da i BOT, CCT ecc alle banche centrali, le quali poi immettono questi titoli del debito pubblico sui mercati finanziari – Wall Street – o peggio ancora, in quelli Over The Counter, cioè al di fuori dei mercati regolamentati come il Mercato dei Derivati di cui abbiamo scritto un articolo al riguardo qui sul blog, dove gli usurai speculano come squali. Pensate che nel Mercato dei Derivati gira un ammontare di denaro pari a tre volte quello del Pil mondiale). In poche parole, le banche centrali hanno quindi il potere (perché noi glielo permettiamo) di aumentare o diminuire la quantità del denaro in circolazione, regolandone il potere di acquisto determinando inflazione. Questo denaro non va a beneficio delle economie nazionali perché le banche centrali lo prestano agli stati, pretendendo appunto il pagamento di un interesse. Ogni singola banconota prodotta rappresenta un debito dello stato, destinato ad aumentare ogni volta che la banca centrale DECIDE di emettere denaro.

In sostanza, i cittadini del mondo, si vedono ILLEGAMENTE e ILLEGITIMMAMENTE espropriati di una loro proprietà e trasformati da creditori a debitori. Per prestare qualcosa bisogna anche esserne i proprietari, ma come si può essere proprietari di una cosa che senza la controparte che accetta il prodotto di quel prestito (denaro), non avrebbe motivo di esistere e quindi non potrebbe circolare? Voi ve lo immaginate il governatore di una banca centrale che va in un deserto e si mette a stampare denaro? Come fa a circolare se non c’è nessuno che lo utilizza? Quindi, di chi è la proprietà della moneta, come ad esempio l’Euro? Il Dollaro? Il Rublo? Lo Yuan? La risposta viene da sé. Signori, nessuno ci può imporre una moneta. La FED non può imporre il dollaro, la BCE non può imporre l’Euro e così via per tutte le altre monete del mondo. Chiedetevi come sia possibile che, per esempio, la BCE, la FED, la Central Bank of Russia e via discorrendo, generino denaro dal nulla e prestino soldi agli Stati facendosi pagare degli interessi?

 

Come dicevamo prima, c’è un vuoto giuridico, ovviamente voluto da menti sopraffine. Le banche centrali, in realtà private, si appropriano del valore indotto della moneta, ossia il valore generato dai cittadini che decidono di utilizzarla. Questi usurai prestano qualcosa che sarebbe di proprietà di altri! Capite? Stampano banconote dal nulla al costo di pochi centesimi (il valore intrinseco) e le prestano agli Stati per il valore riportato sulla banconota (il valore nominale) più gli interessi. Tuttavia, come abbiamo comprovato sino adesso, il valore dei soldi non è generato dalla banca, ma dall’insieme di persone che convenzionalmente decidono di accettare una determinata valuta. La proprietà della moneta quindi, dovrebbe essere dei cittadini che, stampando la propria unità di misura del valore, genererebbero un reddito di cittadinanza all’atto di emissione, sgravato fra l’altro degli interessi dovuti ad una banca privata. Con il sistema imposto dai grandi usurai ai vertici delle banche centrali, private e dei grandi fondi di investimento, il denaro in circolazione è essenzialmente un debito nei confronti della banca centrale. Per queste ragioni, il debito pubblico è inestinguibile. Ma è un credito rovesciato! Sono soldi nostri! Pensate che con l’avvento delle valute digitali le cose stiano diversamente? Vi state sbagliando di grosso.

Valute digitali e Valore Indotto

Stando alla Comunità Europea, per E – money si intende: «l’equivalente in formato digitale del denaro contante, memorizzato quindi su un dispositivo elettronico o su un server remoto. L’e-money può essere memorizzato anche attraverso dispositivi mobili o su internet attraverso account personali.»

Benissimo, sappiamo che la presenza della moneta elettronica può essere rappresentata in due modi, ossia da tutte quelle somme presenti sulle carte prepagate, e da altre che circolano su reti di computer utilizzando vari software. Sappiamo che la moneta elettronica viene usata nelle transazioni che coinvolgono i depositi bancari, il trasferimento elettronico di fondi, moneta o valute digitali. Ma cosa si intende per Valuta Digitale? Si intende quel mezzo di scambio che avviene in sostituzione dell’utilizzo delle banconote o monete. Quindi, in quanto appartenenti alla categoria del denaro digitale, anche le monete virtuali con sistema crittografato. L’esempio massimo? Il Bitcoin. Ma c’è un particolare che nessuno mai menziona a tal proposito, che è stata proprio la stessa Banca Centrale Europea, nel 2012 (e poi nel 2014), a definire la moneta virtuale come una specie di moneta digitale non regolamentata in nessuna giurisdizione pur potendo le persone accettarle e scambiarle legalmente. Fantastico, ma cosa c’entra la proprietà della moneta con tutto ciò? Ebbene, Giacinto Auriti nel saggio “Il paese dell’utopia” scrive che: «Il simbolo monetario può assumere tutte le forme possibili delle fattispecie giuridiche.»

 

Per qualcuno questo non vorrà dire nulla, ma in realtà vuol dire tutto. Non importa la forma assunta dal simbolo monetario, ma la possibilità di esercitare pienamente il diritto di proprietà sulla moneta. Sempre nel testo appena menzionato, Auriti scrive che: «L’ euro, è una moneta scomoda, perché costituisce un incentivo a utilizzare carte di credito e bancomat con cui si sostituisce l’argent de poche. La banca, in tal modo, fa uso delle nostre tasche come se fosse la sede di una propria agenzia, senza pagare l’affitto.» Ciò significa che (non vale solo per la BCE, ma per tutte le banche centrali) al danno del 200% all’emissione se ne aggiunge altro sulla circolazione, svilendo anche il potere d’acquisto di quella moneta debito giunta fino alle nostre tasche. Il punto è che non importa che natura finisce per assumere la moneta, ma il valore indotto ad essa conferita per poter circolare. In poche parole, le banche centrali emettono le CBDC (Valute digitali), ma perché queste circolino e diventino sistemiche, hanno bisogno dell’accettazione da parte dei cittadini. Quindi, la CBDC, senza i cittadini che l’accettano sulla fiducia, le conferiscono valore indotto e la fanno circolare, non può girare, quindi non può diventare sistemica.

Il sistema bancario

Personalmente, le mie conoscenze in materia economica, finanziaria e monetaria non derivano solamente dai vari studi e dalle diverse ricerche che ho svolto nel corso del tempo, bensì perché ho avuto la possibilità di approfondire tali materie con chi ha lavorato nel settore bancario e finanziario per anni e so di non parlare a caso quando affermo che la funzione primaria della banca riguarda la creazione di moneta dal nulla. Il resto è un contorno. La banca commerciale, la quale è un’impresa privata, svolge un duplice compito: quello di emissione di moneta e quello di attività finanziaria che si occupa di raccogliere ed impiegare il risparmio dei cittadini. Quest’ultima attività viene esercitata sistematicamente attraverso i fondi di investimento (squali al servizio dell’usurocrazia). Come specificato dalla stessa CONSOB: «I fondi comuni d’investimento sono strumenti gestiti da società di gestione del risparmio, le cosiddette SGR, che riuniscono le somme dei risparmiatori, convogliandole in un unico patrimonio e investendole in svariate attività finanziare come l’acquisto di titoli di debito pubblico.»

Dunque, i risparmi provenienti dalle varie attività lavorative dei cittadini vengono trasformati in «Quote ideali, inglobate in certificati cartacei per disporne la libera circolazione.» A questo proposito, non c’è miglior modo per comprendere ciò di cui stiamo parlando se non quello di riportare quanto potete ritrovare sul sito GiacintoAuriti.com, precisamente a questo link:

 

http://www.giacintoauriti.com/notizie/177-l-attivita-bancaria.html

e che vi riporto integralmente. In questo articolo viene spiegato il funzionamento dell’attività bancaria, in particolare viene evidenziato che:

«I titoli di debito pubblico a loro volta consistono nella rappresentazione in titoli del credito ottenuto da famiglie ed imprese. La massa monetaria, lungi dall’essere incrementata, rimane immutata nel quantum. Infatti, il mio risparmio non è più disponibile, in quanto gestito da terzi che lo incanalano nei circuiti finanziari, al fine di aumentare o decrementare il valore nominale, puramente convenzionale, dei titoli di debito altrui. L’attività finanziaria genera un reddito o capital gain che viene pagato quando qualcun altro si indebita. In onore al notorio principio per il quale la banca emette solo prestando dovrebbe risultare agevole comprendere che tutta la liquidità a disposizione del risparmiatore è generata dal debito di qualcun altro. Si parla infatti di moneta endogena, cioè nascente dalla domanda degli operatori economici, siano essi famiglie e/o imprese. Tale è la ragione per cui il debito mondiale supera di circa il 327% il pil globale. Prima si genera il debito attraverso la richiesta di prestito e poi si avvia il circuito economico che dovrebbe ripagare, nel tempo il buco iniziale. In tutto questo giocano un ruolo rilevante gli interessi, i quali procedono inesorabilmente in progressione geometrica, dunque esponenziale, un sistema che a nostro parere non ha nulla da invidiare all’anatocismo. Si tratta di un vero schema Ponzi del debito che sta in piedi finché è possibile abbassare il tasso di interesse. Il sistema però è vorace, e pertanto l’abbassamento del tasso di interesse viene compensato incrementando quanto più possibile il prelievo fiscale. Quando diventa impossibile perpetrare il deleverage del tasso di interesse, l’unico mezzo per reflazionare l’economia consiste nella distruzione creatrice di schumpeteriana memoria. Si impone cioè, un riassetto economico e finanziario tale da poter rimettere in moto l’industria del profitto. Nei casi più drastici interviene la guerra, a riportare all’ anno zero il sistema di credito debito. È importante ribadirlo: la finanza non crea moneta ma strumenti finanziari che possono raggiungere l’economia reale oppure altra speculazione fine a sé stessa, vedi il fenomeno bitcoin. Si può dire che l’attività finanziaria consiste in un mezzo per inglobare il potere d’acquisto e permetterne la sua libera circolazione. Il potere bancario si concentra dunque non solo in fase di emissione, perché è la banca decide SE e quanto credito erogare creandolo in base alla capacità del prenditore di ripagare una mera appostazione contabile attraverso il proprio lavoro, ma anche in fase di gestione dei risparmi, perché i gestori hanno la possibilità di decidere quanto e quale debito rifinanziare. In questo quadro è anacronistico parlare di democrazia perché un potere enorme è concentrato in poche mani. Sono i mercati che gestendo i debiti degli Stati hanno il potere di imporre questa o quella legge, sotto ricatto di non rifinanziare il debito. Abbiamo visto questo meccanismo all’opera in maniera palese tempo fa in Grecia. La banca emette precipuamente moneta scritturale, ossia consistente in una mera appostazione contabile che funge da moneta in quanto incontra la fiducia delle persone. Notiamo qui un macroscopico rovesciamento dei fatti. È la fiducia riposta l’un l’altro dai consociati a creare il valore della moneta (o per essere più precisi a indurre il valore), qualsiasi forma essa assuma, anche se dematerializzata ma, formalmente, è la banca che viene investita della creazione del valore che senza la società non potrebbe esistere. Come viene classificata legalmente questa moneta e qual è la sua natura giuridica? Possiamo equiparare questo mezzo bancario alla fede di deposito? Certamente no. Art.1790 c.c. «I magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito, delle merci depositate…» Come si può leggere la fede di deposito è caratterizzata dalla caratteristica dell’attualità: essa, infatti, presuppone che vi sia un oggetto depositato, elemento non riscontrabile nella moneta scritturale. Se ne deduce che essa sia più assimilabile ad una cambiale, strumento caratterizzato dalla promessa futura di pagamento e quindi comportante il rischio di insolvenza. Il titolo cambiario o pagherò sposta nel tempo un’obbligazione prevedendo per allora di avere i mezzi solutori che nel presente mancano. La cambiale quando emessa da una persona fisica o giuridica (non da una banca) gode di una specifica tutela giuridica. Essa conferisce in caso di insolvenza, il diritto in capo al creditore, di poter aggredire il patrimonio del debitore insolvente. Da un lato è prevista una tutela giuridica, dall’altro si rimane liberi di accettare oppure no la cambiale come mezzo di pagamento, senza trascurare l’aspetto psicologico: quando si riceve una cambiale in qualche modo si accetta un eventuale rischio di insolvenza. Nel caso della moneta scritturale, invece, l’opinione pubblica è del tutto all’oscuro dei meccanismi sottesi. Ora la moneta scritturale bancaria non prevede affatto che all’attivo vi sia un oggetto attuale depositato (cassa). Essa è una vera e propria passività senza cassa, ossia un pagherò che sposta nel futuro l’obbligazione assunta dalla banca e che circola come fosse moneta, grazie alla fiducia che la società accorda alla banca, non viceversa. Azzardiamo a dire che trattasi di un vero e proprio falso giuridico. Infatti, in caso di insolvenza della banca, il cittadino non ha nessuna titolarità ad aggredire le attività della stessa, anzi, corre il rischio di incappare nel bail-in, ovvero nell’azzeramento dei propri sudati risparmi. Non basta: il cittadino non gode nemmeno della libertà di scegliere se accettare o meno detta “moneta”, perché le regole del gioco sono quelle che abbiamo poc’anzi esposto.»

 

Vi basta? Vorrei ricordare anche le Multinazionali. Sì, perchè le multinazionali sono le punte di lancia delle banche, poichè avendo a disposizione senza limite e senza costo tutto il denaro che vogliono, sono in grado di dominare il mercato e quindi di avere margini illimitati di profitto senza temere concorrenza o fallimenti. A tal proposito, vorrei aggiungere che, tanto per allargare il cerchio e visto che vedo tifosi da stadio esultare quando, ad esempio, una banca “fallisce” ecc, una banca non può fallire. Un default bancario avviene soltanto mediante delle scelte intenzionali di escludere una banca dal giro perché non serve più. È fondamentale capire che un una banca è sempre in grado di rifinanziarsi fintanto che le altre banche accettano la moneta scritturale che essa crea (denaro creato dal nulla), pertanto, a meno che al vertice della piramide non abbiano deciso di tagliare i rami secchi e quindi far fallire una determinata banca (o fondo o altro), queste non falliscono. I numerosi default che ci sono stati e che ci saranno questo autunno sono funzionali allo snellimento del sistema per preparare al meglio il terreno per l’implementazione di quello nuovo. Tagliare i rami secchi serve proprio a questo.

Io non vi voglio ammorbare, ma ci tengo che si comprendano appieno questi meccanismi (per non parlare dei mutui casa, di cui abbiamo menzionato nell’articolo intitolato “Colpirli al cuore”) e perché i servi dell’usurocrazia che si spacciano per divulgatori e che promuovono strumenti come QFS, CBDC e altre stronzate, non fanno altro che prendere in giro le persone perché NON parlano di queste cose. Se la moneta è di proprietà dei cittadini e nasce senza riserva, perché io devo accettare, ad esempio, l’idea “salvifica” della moneta BRICS sostenuta dall’oro? Perché dovrei, quando le più grandi riserve auree del mondo sono in mano ai soliti noti e il relativo Fixing (il fissaggio del prezzo) viene stabilito a Londra da due sole società che ne hanno il monopolio (Rothschild & Sons e Mocatta Goldsmid)? Perché non possiamo essere veramente liberi da ogni legame con il sistema? Se la moneta nasce senza riserva non abbiamo bisogno di alcun sistema Gold Standard, tantomeno Gold Exchange Standard, che qualcuno oggi propaganda.

 

 

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