La Meloni ricattata dall’Ue: perderemmo casa e soldi se respingessimo i migranti

di Ruggiero Capone

 

Mario Draghi torna in pista (forse non è mai uscito dal gioco) in forza d’un incarico europeo, e subito sortisce auspicando “sovranità più condivisa”. In tanti si domandano cosa possa mai sottintendere questa esternazione. Viene spontaneo fare il paio con altre dichiarazioni del nostro tempo, come quella di Gad Lerner che su Il Fatto promuove la politica dei “porti aperti” e spiega agli italiani che “dobbiamo abituarci a vivere in Eurafrica”.
Dichiarazioni di due beninformati, al corrente più ogni presidente del Consiglio (oggi tocca a Giorgia Meloni) degli accordi firmati dall’Italia più di trent’anni fa in materia migrazione, e soprattutto a conoscenza dei piani di ulteriore “cessione di sovranità” a cui è vincolata l’Italia nei riguardi dell’Unione europea. “Cessione di sovranità” ed “Eurafrica” vanno di pari passo, e potrebbero inquadrarsi come processi irreversibili, certamente non frenabili dalla cosiddetta “volontà popolare”. Ma andiamo con ordine, l’Italia ha già ceduto gran parte della propria sovranità, e nei vincoli europei c’è scritto in bell’evidenza che “la sovranità termina quando cessa la solvibilità”. L’articolo 11 della Costituzione lascia di fatto all’Italia grande libertà d’azione sia in materia bellica (la guerra rimane ripudiata) che in campo giuridico rispetto al superiore tribunale europeo, ma in base ai trattati di Maastricht e Lisbona la cessione di sovranità è enorme ed in continua evoluzione in materia economica, finanziaria, patrimoniale quindi immobiliare. Per farla breve, tra poco saremo solo liberi d’indignarci ed opporci ad ogni atto cruento, ma ben consci di non avere più nulla di materiale, perché tutto andrà in pancia all’Unione europea: ogni bene ci verrà solo concesso a titolo nominale, precludendo possa essere poi ceduto ad eredi o venduto. Qui si spiega perché la presidente Meloni avrebbe in campagna elettorale promesso il respingimento dei migranti: una volta salita a Palazzo Ghigi è stata convocata in Ue, dove i vertici della Commissione le hanno mostrato i vincoli economici che pesano sull’Italia, soprattutto gli accordi che prevedono la Penisola disponibile a svolgere il compito di “campo profughi Ue”, in cambio l’Europa (Germania, Francia, Belgio e Olanda) non procedono ad azioni esecutive su conti correnti italiani, patrimoni immobiliari e commodity a vario titolo (anche asset strategici). Giorgia Meloni non ha colpe, soprattutto perché nessuno le ha mai spiegato nel dettaglio che l’Italia è sotto una progressiva usura da molti decenni, e che la situazione è peggiorata con la costituzione dell’Unione europea. La profezia di Klemens von Metternich è oggi più che mai compiuta: “La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle.” Quindi il fenomeno non è reciproco, detta in soldoni noi in base alle norme Ue non possiamo ficcare il naso nei fatti bancari tedeschi o francesi, ma le nazioni centroeuropee possono ricordarci che l’Ue può legittimamente espropriare l’Italia e gli italiani di soldi, terreni ed immobili. Italia, Grecia, Cipro, Portogallo e in parte la Spagna non hanno siglato con l’Ue una “limitazione di sovranità”, bensì un contratto di “cessione di sovranità”: qualsivoglia corte internazionale darebbe sempre e comunque torto all’Italia, in caso di giudizio gli italiani perderebbero anche le mutande. A Giorgia Meloni è stato tutto spiegato dopo l’insediamento a Palazzo Ghigi: non è dato sapere se Mario Draghi le avesse anticipato qualche dettaglio; va detto che i particolari di questi patti leonini sono profondamente riservati, e sono stati accusati di “complottismo” tutti i leader europei che dopo essere stati disarcionati hanno poi condotto battaglie anti-Ue, sventolando proprio i particolari sulla “cessione di sovranità”. Perché si tratta di contratti usurai che travalicano il diritto internazionale ai fini d’una sempiterna pace tra le nazioni. Anzi, siamo in presenza d’una contrattualistica segreta ed estorsiva non dissimile da quella che consentiva la spoliazione della Turchia al tramonto dell’Impero Ottomano: in tal maniera gli attuali “frugali e dintorni” (soprattutto la Germania) hanno potuto costruire il Pergamon Museum, come altre potenze europee le loro esposizioni con opere provenienti da tutto il Medioriente.
La spoliazione dell’Italia è sempre in bilico, come una sorta d’enorme lastra di marmo sempre pronta ad abbattersi sulla testa di tutti gli italiani: perché la cessione di sovranità comporta la consegna all’Unione europea (a chi la controlla finanziariamente) di tutti i poteri del vecchio stato nazionale italiano.
Quindi, qualora l’Italia dovesse respingere tutte le navi dei migranti, e casomai espellere chi clandestinamente sul territorio, subirebbe come risposta da Unione Europea e BCE le ben note ritorsioni su patrimoni pubblici e privati degli italiani: perché i trattati firmati dai rappresentati del Belpaese permettono celeri espropri europei di ogni bene.
Sono proprio questi patti leonini a permettere si realizzi in Italia, come in altre plaghe povere dell’Ue mediterranea, il progetto accennato da Gad Lerner: quell’Eurafrica che permetterebbe a Francia, Germania, Austria e Paesi Bassi di relegare fuori dai propri perimetri nazionali circa duecento milioni di migranti, ovviamente distribuibili tra Italia, Grecia, Cipro e forse alcune regioni spagnole e portoghesi. Lì confinati, e solo alcuni otterrebbero un eventuale permesso temporaneo di lavoro per entrare nell’Unione Europea, diversamente permarrebbero a vita in “Eurafrica” (zona povera dell’Ue). Quest’ultima dopo il 2030 non avrà possibilità di scegliere esponenti politici in grado di discutere a Bruxelles, ma solo emissari dell’Ue, attuatori delle politiche della Commissione. Di fatto un vicereame, e con molta meno libertà di quella che concedevano cinquecento anni fa gli spagnoli. Del resto, e in forza del sistema DORE, entro il 2024 tutti i nostri dati catastali e bancari, con relative chiavi d’accesso, verranno messi a disposizione degli uffici europei: quindi casa e soldi dell’italiano medio cambieranno proprietà a sua insaputa. Ma l’uomo di strada sa tutto, immagina tutto e si finge sornione e sonnolento. Rivelando che l’unica ricchezza degli italiani è la pazienza, illimitata al punto di renderci tanto simili a statue a cospetto del potere, di Medusa von der Leyen. Quindi non prendetevela con Giorgia Meloni, piuttosto cercate in voi stessi la forza che animava Perseo: perché anni fa siamo rimasti tutti in silenzio quando l’allora ministro tedesco delle finanze Wolfgang Schäuble (allora governo Merkel) diceva ai suoi cittadini “avete tutti una casa in Italia”.

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