La guerra in Ucraina continua, ma l’Europa l’ha già persa

di Augusto Grandi

 

La guerra in Ucraina?  L’Europa l’ha già persa e ce ne accorgeremo presto. Ormai Stati Uniti e Gran Bretagna possono anche decidere di metter fine al conflitto. Possono accordarsi con la Russia. Perché l’obiettivo è stato raggiunto. E l’obiettivo non era la distruzione di Mosca, bensì la distruzione dell’Europa”. Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa, ha concluso la ventesima edizione del workshop del think tank Il Nodo di Gordio mettendo in luce i clamorosi errori dei governi europei che, a forza di scodinzolare davanti al padrone di Washington, hanno creato le condizioni per l’uscita dell’Europa dal tavolo dei protagonisti della storia mondiale.

“E non è certo la prima volta – ha proseguito Gaiani – perché ogni volta che in Europa si palesava una superpotenza, gli inglesi prima e gli angloamericani poi sono intervenuti per bloccarla. Prima di questa guerra l’Europa aveva il maggiore PIL mondiale ed ora dovremo affrontare un periodo in cui pagheremo sempre più le materie prime di cui non disponiamo e l’energia che prima arrivava dalla Russia a prezzi bassi e convenienti”.

Quanto agli aspetti meramente militari, Gaiani assicura che, al momento, la controffensiva ucraina è completamente fallita. Ed anzi sono i russi ad avanzare a nord. E se anche fosse vero quanto sostiene Zelensky, a proposito di una riconquista di 250 km quadrati,  si tratterebbe di un’area poco più grande dell’isola d’Elba. Cioè nulla per consentire a Kiev di intavolare una trattativa con Mosca.

Senza dimenticare che anche sotto questo aspetto l’Europa ha scelto di essere assente. La mediazione è stata tentata da Kissinger, dalla Turchia, dal Vaticano, da 7 Paesi africani, dall’America Latina. L’Europa è troppo appecoronata dietro Washington per pensare ad un ruolo proprio. Ed il geniale Tajani ritiene un crimine di guerra aver colpito la cattedrale di Odessa ma non le bombe a grappolo con cui gli ucraini hanno ucciso un giornalista. Libertà di stampa a giorni alterni, evidentemente.

Ma Gaiani spiega anche le ragioni che hanno portato gli Usa a fornire le bombe a grappolo che l’Italia ha vietato (ma forse Tajani non lo sa). Gli Stati Uniti, assicura, hanno gli arsenali al limite dei livelli minimi previsti. Ma sono pieni di bombe a grappolo che non servono. Dunque le mandano a Zelensky. Anche perché l’Europa non ha più acciaio con cui costruire altre armi.

Per questo, in realtà, Washington e Mosca hanno iniziato a parlarsi, seppure sotto traccia. Mentre le sanzioni hanno spinto 200 mila russi ad arruolarsi come volontari. Zelensky, al contrario, ha eliminato la libertà di stampa ed ha messo fuori legge le opposizioni. Però se le trattative russo-americane proseguiranno, Zelensky dovrà accettare le decisioni di Washington. O verrà sostituito, in un modo o in un altro. Perché in autunno inizierà la campagna elettorale statunitense. E, parallelamente, gli Usa potrebbero ritrovarsi in recessione. Difficile farsi rieleggere alla presidenza promettendo agli elettori più povertà per sostenere un folle sempre più insopportabile a Kiev.

 
/ 5
Grazie per aver votato!