I Fantasmi del Baltico

Intorno alle, gelide, acque del Baltico si agitano fantasmi

 

di Andrea Marcigliano

 

Intorno alle, gelide, acque del Baltico si agitano fantasmi. Fantasmi che incutono crescente paura ai governi delle tre piccole repubbliche.

Lituania, Lettonia ed Estonia infatti stanno sempre più venendo invase dal terrore. Tanto che a Tallin, capitale estone, sono apparsi giganteschi manifesti che raffigurano i principali monumenti della città distrutti dai bombardamenti. Bombardamenti russi, naturalmente.

Perché ora Vilnius, Tallin e Riga tremano. L’orso russo è uscito dalla sua tana. Da un lungo letargo, che aveva permesso alle ex Repubbliche sovietiche baltiche di entrare a fare parte dell’Unione Europea. E persino della NATO, anche se questo significa la rottura, unilaterale, degli accordi intercorsi a suo tempo tra Gorbaciov e Reagan. Secondo i quali la NATO mai e poi mai avrebbe dovuto estendersi nelle terre che erano state URSS.

Ma erano gli anni, folli e dissipati, di Eltsin. E la Russia sembrava un gigante agonizzante, che tutti potevano predare. E smembrare.

Anni lontani, ormai. Il tentativo di estendere la NATO all’Ucraina, dopo il Regime Change (si lega: golpe) di Piazza Maidan ha spinto, alla fine, l’orso ad uscire, furente, dalla tana.

E come diceva Otto von Bismark: conosco mille modi di fare uscire l’Orso russo dalla tana. Ma nessuno per poi ricacciarlo indietro.

E i Baltici tremano. Anche perché non si sono limitati ad entrare nella NATO, ma si sono fatti alfieri e mosche cocchiere della più veemente politica anti-russa. In primo luogo, discriminando le minoranze russofone interne. Minoranze consistenti, visto che sfioravano il 30% della popolazione. E l’Estonia è stata condannata dall’ONU per una politica discriminatoria che nega i diritti civili e costituzionali. In parole povere, una apartheid in salsa baltica.

Soprattutto, però, si sono fatti accesi promotori dell’estensione dell’Alleanza Atlantica all’Ucraina. In particolare, la Lituania ha favorito in ogni modo, sembra anche con la sua intelligence, e finanziato il golpe di Piazza Maidam. Forse per antica suggestione storica di secoli lontani, quando il Ducato di Vilnius controllava la Bielorussia e parte, appunto, dell’Ucraina. Ma i sogni di gloria del passato valgono, appunto, solo come sogni. La realtà è oggi diversa. Molto diversa.

Inoltre i Paesi Baltici sono stati tra i più attivi a spingere per l’ingresso nella NATO della Svezia. Che ha così spezzato la sua lunga storia di neutralità.

E i leader baltici hanno esultato, dichiarando, apertis verbis, che: il Baltico è ormai un lago interno alla NATO..

Potevano davvero pensare (sognare) che Mosca accettasse tutto questo supinamente?

Washington gioca a Risiko con Putin

Ora, però, tremano. Anche se Putin ha più volte dichiarato di non avere alcuna intenzione di invadere la regione baltica, per riportarla sotto il controllo di Mosca. Come era stata a partire dal XVIII secolo. Ma si sa… le parole sono parole.

Tremano. E vedono fantasmi. Soprattutto i loro governanti che si spingono, più di altri, ad invocare un diretto intervento militare NATO in Ucraina. Per impedirne l’imminente crollo.

Chiedono, in sostanza, a tutto il, cosiddetto, Occidente Collettivo, di dare inizio ad un conflitto mondiale.

Ma c’è davvero qualcuno che, negli States o in Europa, sa disposto a morire per Vilnius, Tallin e Riga?

 

 

 

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