Nella bozza del documento finale l’accoglimento delle istanze europee: “Terrorismo e i rifugiati pesano sull’economia globale”. Gradimento per il Migrant Compact italiano e condivisione tra i leader su investimenti e flessibilità, con l’eccezione della Germania. Il presidente Usa attacca il candidato repubblicano: “Qui tutti scossi dalla sua candidatura, e fanno bene a esserlo”
Parte dal luogo più sacro dello shintoismo, il grande santuario di Ise, l’appuntamento dei grandi della Terra impegnati ad affrontare il cocktail micidiale della crisi economica, dell’emergenza immigrazione e dell’islamismo. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha accompagnato gli altri sei leader che prendono parte al G7 in Giappone nel sanuario che rappresenta “la spiritualità del popolo giapponese”, dedicato alla dea del sole progenitrice della famiglia imperiale. Ma è l’imponenza dei temi sul tavolo del vertice a prendere subito il proscenio.
Dalle preoccupazioni per la Corea del Nord espresse da Obama perché “quando si ha a che fare con un regime così instabile e isolato, ciò pone una minaccia a medio termine alla quale dobbiamo prestare molta attenzione”, alla questione delle sanzioni alla Russia che secondo Angela Merkel “è prematuro che vengano interamente cancellate”; dalla crisi economica per cui “occorre accelerare la crescita”, un tema “su cui si sono espressi con preoccupazione tutti i partecipanti” come ha riferito il premier giapponese Abe, alla delicata questione geopolitica aperta nel Mar cinese.
Incalzato dai giornalisti a margine dei lavori del vertice, il presidente Usa Barack Obama ha sparato a zero contro Donald Trump, ormai certo candidato repubblicano per la Casa Bianca: “Gli altri leader sono scossi da Trump e hanno buone ragioni per esserlo”, visto che “molte delle sue proposte dimostrano o l’ignoranza delle questioni mondiali o una sprezzante attitudine o interesse nell’ottenere tweet e titoli in prima pagina”.
“L’Italia (il Migration Compact) lo ha scritto, l’Ue l’ha incoraggiato e il G7 lo ha appoggiato, ha condiviso il percorso”, ha fatto sapere Renzi, che ha respinto la “menzogna” della sicurezza messa a repentaglio dai rifugiati. Giocando la carta dell’emozione anche nella scelta simbolica della Sicilia per il G7 italiano dell’anno prossimo, che si terrà probabilmente a Taormina. Ben sapendo che dal G7 non arriveranno decisioni concrete, ma un indirizzo globale per l’emergenza immigrazione che l’Europa è determinata a strappare al vertice giapponese.
Dove l’altro tema caldo è quello della crescita e dell’emergenza economica mondiale. La ricetta che trova più condivisioni, anche in questo caso per il gradimento dell’Italia, è quella che punta a sostituire maggiori investimenti e flessibilità fiscale alle politiche di austerity, come ribadito dal premier giapponese Shinzo Abe che proprio sull’economica punta a un forte messaggio del G7. Trovando riscontro positivo in altri leader, su tutti gli Usa, con l’eccezione della solita Germania di Angela Merkel.
Renzi intanto è già passato all’incasso: “Solo due anni fa era un pensiero folle di qualche aspirante leader, oggi diventa una piattaforma condivisa. Due anni fa le posizioni italiane erano viste con sospetto, eravamo isolati, oggi c’è piena condivisione”. Quanto alle distanze persistenti con la Cancelliera, “ci abbiamo scherzato anche sopra – ha raccontato il presidente del Consiglio -, si continua a discutere con la Germania. Ma loro hanno qualche preoccupazione in più, sottolineano i rischi di un atteggiamento che potrebbe essere inviso a parte della loro opinione pubblica. Anzi lo è”.
I lavori hanno affrontato anche crisi e fattori di instabilità globale: Libia, Siria, Iraq, Is e terrorismo, il fattore Nord Corea e le tensioni nel Mar della Cina. Ma quando all’elenco si è aggiunta l’Ucraina, è risaltata inesorabilmente l’assenza al tavolo dei Grandi della Russia, uscita dal formato G8 due anni fa proprio a seguito della crisi ucraina.