Due scafisti arrestati a Palermo e Reggio Calabria

Due scafisti arrestati a Palermo e Reggio Calabria

A Palermo la polizia e la finanza hanno fermato due senegalesi. I racconti dei sopravvissuti: “Prigionieri a Tripoli, pagavamo per il pane e un po’ d’acqua”. La guardia costiera: il 26 maggio unico naufragio con 300 dispersi.

Due scafisti arrestati a Palermo e Reggio CalabriaNelle testimonianze degli ultimi immigrati sbarcati ieri mattina a Palermo ci sono altri racconti di disperazione. “Prima della partenza da Sabratha, siamo stati tenuti prigionieri in un campo poco distante da Tripoli – ha spiegato un uomo – dovevamo pagare per avere un po’ di pane o una bottiglia di acqua”. Dopo soprusi e angherie di ogni genere, la partenza su 8 imbarcazioni, giovedì notte. Le testimonianze di quattro immigrati hanno portato all’individuazione di due scafisti, si tratta di due senegalesi, che sono stati fermati dai poliziotti della squadra mobile e dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria. Alle indagini hanno partecipato anche i componenti della Squadra navale della Guardia di finanza.

“Abbiamo pagato 1200 dinari libici per la traversata”, raccontano gli immigrati. A bordo delle otto imbarcazioni poi salvate da Medici senza frontiere c’erano 500 uomini e 73 donne, alcune in stato di gravidanza, c’erano anche 31 minori. Drammatica la testimonianza di una ragazzina: prima della partenza ha subito violenza sessuale, adesso è incinta.

Pozzallo: sbarcano in 321, arrestato scafista. Sbarco di immigrati al porto di Pozzallo, nel ragusano, dove è giunta la nave Dattilo con a bordo 321 extracomunitari, tra cui anche 130 tra bambini e minori. A coordinare la macchina dell’accoglienza la Prefettura, con personale del Comune, medici dell’Asp, personale della Caritas e della Croce Rossa. Sulla nave c’era anche un’altra immigrata, una donna in precarie condizioni di salute, che in elicottero, poco prima dello sbarco, è stata trasferita d’urgenza in ospedale. A bordo è stato individuato un presunto scafista che è stato arrestato.

Reggio Calabria, fermati gli scafisti del naufragio con 45 vittime. Due uomini ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione carica di immigrati naufragata nel canale di Sicilia provocando la morte di almeno 45 persone – tra le quali 3 bambini – sono stati sottoposti a fermo dalla Polizia di Stato dopo lo sbarco dei superstiti avvenuto ieri. I due sono stati individuati dalla squadra mobile con l’ausilio della scientifica. L’individuazione dei due presunti scafisti è giunta dopo che ieri, nel porto di Reggio Calabria, è arrivata la nave militare “Vega” con a bordo 629 immigrati superstiti del naufragio ed i 45 corpi recuperati in mare al largo della Libia. Le vittime sono 36 donne, sei uomini e tre bimbi con età compresa da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti ci sono 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia).

Il bilancio del naufragio del 26 maggio. Il 26 maggio scorso, al largo delle coste della Libia, vi è stato un unico naufragio, con un bilancio di circa 300 dispersi. E’ quanto ha stabilito la Guardia Costiera, che ha ascoltato i circa 150 superstiti giunti a bordo delle navi che operano nel Canale di Sicilia alcuni a Taranto, altri a Pozzallo, altri ancora a Porto Empedocle. E’ stata così smentita l’ipotesi di un secondo naufragio in quello stesso giorno. Il numero dei cadaveri recuperati relativi a quell’unico naufragio resta al momento imprecisato, perché le salme sono state trasferite su varie navi che hanno operato nella zona.

Gli investigatori della Guardia Costiera hanno accertato che dalle coste libiche sono partiti due barconi, uno al traino dell’altro. Su ciascuno dei due vi erano circa 450 persone.

Durante la navigazione, gli scafisti hanno tagliato la corda di traino, e nel corso dell’operazione è morta una donna. Circa 450 persone che erano sul barcone più lontano dalle coste libiche sono stati tratti in salvo, mentre il secondo barcone è naufragato: 150 persone sono stati prese a bordo dai mezzi di soccorso, che hanno recuperato anche alcune salme, mentre gli altri circa 300 sono annegati.

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