Dobbiamo accettare cannibalismo, pedofilia rituale e occupazione africana dell’Italia

di Ruggiero Capone

 

La censura europea a notizie, immagini e filmati non ci renderà più tranquilli, sereni e consenzienti. Anzi, ci farà ancor più arrabbiare quando le notizie passeranno con il tradizionale passaparola, o con foto diffuse tramite i telefonini; e l’indignazione popolare raggiungerà vette inusitate, difficilmente chetabili dai discorsi buonisti del presidente Mattarella o di Papa Francesco. Chi vi scrive non è un razzista, ma da giorni s’interroga su cosa succederebbe se più scafi di medie e grandi dimensioni raggiungessero le coste dell’Italia peninsulare, con a bordo migranti armati fino ai denti e disposti a combattere per strappare ai locali il dominio sul territorio. L’ipotesi non è affatto peregrina, non poggia sui numeri degli sbarchi ma sull’incremento d’episodi violenti che hanno visto le forze dell’ordine italiane arretrare molto civilmente e pacificamente: nella periferia di Roma come di Milano, ed anche in vari centri lungo la statale Adriatica, bande di energumeni africani armati di grossi coltelli tipo “machete” stanno da tempo seminando paura, ferendo ed uccidendo cittadini italiani ed extracomunitari. Le forze di polizia li avvicinano, educatamente chiedono loro di deporre le armi e lasciarsi identificare: ovviamente il comportamento dell’extracomunitario non è affatto remissivo, quindi i poliziotti si chiudono in auto e relazionano al loro comando, badando prima di tutto alla propria incolumità, evitando di usare armi contro il soggetto non identificabile. Nell’immediata periferia romana, lungo via Torpignattara, è successo due giorni fa. Mentre a Milano tutti i tassisti ricordano il possente nigeriano col machete, arrestato e poi rimesso in libertà da zelante magistrato.
Ora la gente si domanda, cosa potrebbe accadere se un gruppo di migranti sbarcasse lungo le coste ioniche della Calabria e decidesse di fare di quel lembo di terra una sorta di nuova Liberia? Cosa farebbe lo Stato Italiano se due o trecentomila migranti forti e giovani occupassero in armi lembi d’Italia? Come ci tratterebbe l’Unione europea se fronteggiassimo “manu militari” l’occupazione di territorio italiano? Episodi che sono già capitati, e tutti ricordiamo l’occupazione di palazzi abbandonati a Milano e Roma da parte di bande di spacciatori nigeriani, in alcuni casi abbiamo visto campeggiare sui tetti la bandiera della Nigeria e della Liberia: la Polizia ha potuto agire grazie alla scusante della detenzione e spaccio di droga. Ma se non ci fosse l’alibi giudiziario della droga e i migranti occupassero con la forza lembi di Calabria, Puglia e Sicilia? Oppure costituissero una enclave nelle zone maggiormente degradate di Milano e Roma? Questo si domandano gli innocui e rassegnati cittadini italiani, che hanno votato per questo governo e notano come le telecamere e la polizia locale usino perseguire gli artigiani italiani e non gli energumeni armati di “machete”. Questi ultimi non vengono fermati e nemmeno identificati. Ma per sindaci come Gualtieri e Sala il pericolo pubblico si conferma il pensionato che inquina perché raggiunge figli e nipotini con la sua vecchia 500.
E’ evidente che l’Italia è aggredita militarmente e culturalmente. Su internet campeggiano filmati e foto di cannibalismo e pedofilia rituali. Dobbiamo per forza pensare si tratti di fotomontaggi? Nel caso del cannibalismo, circola sui telefonini un filmato girato in un villaggio tra Congo e Nigeria, e le immagini mostrano indigeni che cucinano resti umani e ridono: le riprese sono recenti. L’Africa è una polveriera, ma non sta scritto da nessuna parte che l’esplosione la debba sopportare e subire l’Italia. Qualche sera fa una signora romana ha tentato di fare rifornimento di benzina lungo via Tuscolana: ha dovuto desistere poiché notava che un gruppo di migranti armati di coltello stava raggiungendo a piedi il distributore. Ma la polizia locale di Roma Capitale è impegnata ad indagare su chi abusivamente fa lavori artigianali nel tempo libero o, per passione, restaura qualcosa nel box sotto casa. Per certi magistrati e sindaci sono giustificabili gli africani col “machete” ma non gli artigiani, i collezionisti di chincaglieria e i festaioli italiani. Anzi per questi ultimi sono previsti i potenziamenti delle telecamere.
Come se non bastasse, scopriamo che a favore di questa immigrazione smodata ci sono i ricchi filantropi che pretendono lo sdoganamento della pedofilia. Vincenzo Gubitosi di “provita&famiglia” spiega che: “Una rete di ideologi, a livello internazionale, sta cercando di gettare le basi per normalizzare anche la pedofilia come possibile ‘orientamento’ sessuale. Il primo passo, obbligato, è quello di giocare sul linguaggio per cancellare ogni associazione di idee con l’abuso dei bambini”.
Emerge che ricchi filantropi (e finanziatori di Ong) vorrebbero personalmente “civilizzare” i migranti sotto i dieci anni: istruirli tramite rapporti pedofili? Il loro progetto viene diffuso durante conciliaboli internazionali attraverso il progetto e protocollo “MAP” (acronimo anglosassone di “persone attratte dai minori”): pedofili a tutti gli effetti, gente attratta da bambini in età prepuberale, ma anche “efebofili” che disturbano la crescita adolescenziale di bambini e bambine.
I finanziatori del “ progetto MAP” stanno sponsorizzando mondialmente tutti gli eventi del “gay pride month” e, ovviamente, i partiti che appoggiano il progetto. I pedofili vogliono l’immigrazione selvaggia verso l’Italia, e contano su importanti referenti all’ONU: ovvero quella banda di vecchi pervertiti americani che negli anni ’60 fondava il NAMBLA (North American Man/Boy Love Association – Associazione nord americana per l’amore tra adulti e ragazzi) che poi s’evolveva nell’ILGA (International Lesbian and Gay Association), oggi grande centro di potere per iniettare mondialmente la cultura “gender” nel corpo giuridico degli stati.
I ricchi pedofili americani non hanno mai troncato i rapporti con stati africani come Liberia, Nigeria, Sierra Leone, Guinea: comprano lì le loro prede, e sappiamo come in Africa sia radicato il commercio di esseri umani più deboli per usi medici di sperimentazione o per fini sessuali.
La domanda che tanti cittadini oggi si pongono è quale possa essere il ruolo dell’Italia: paese debole che permette a questa gente di soverchiare le nostre leggi anche etiche e morali? Nazione che deve subire pena assistere allo schizzare dello spread? Oppure si cerca di condurre gli italiani fino al limite della ribellione per poi fare dello Stivale una Liberia europea? Nell’ultimo caso subiremmo una snazionalizzazione nel senso slavo del termine, ovvero dovremmo lasciare l’Italia a chi prepotentemente la occupa. Sappiamo che questi discorsi irritano la prassi politica di governo, ma non possiamo dimenticare che Matteo Salvini è finito sotto processo per aver difeso i militari italiani speronati da Carola Rakete: quest’ultima dispone di una Ong finanziata da stato e industria tedesca, suo padre era vertice d’una struttura simile alla nostra Finmeccanica, mentre sua madre è parente di un importante magistrato presso la corte de L’Aia.
Il dado è tratto, e per dignità nessun italiano di buonsenso vuole più subire imposizioni leonine. La gente pretende risultati, autorevolezza e rispetto delle tradizioni italiane. Diversamente la gente getterà all’aria e di buona lena ogni tavolo politico.

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