C’è un centrodestra che vuole l’alleanza con l’America Latina. Ma è in Portogallo

di Enrico Toselli

 

Essere un presidente di centrodestra, in Europa, e pensare ad un’alleanza con l’America? Se invece di alleanza si scrive sudditanza nei confronti di Washington, è la prassi comune. Ma il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa si riferisce proprio ad una alleanza e, addirittura, con l’America del Sud. A suo avviso è indispensabile che Unione europea e Mercosur arrivino ad un accordo in tempi rapidi,  possibilmente entro la fine dell’anno.

Solo così, infatti, l’Europa riuscirà a svolgere “un ruolo globale nel dialogo tra le grandi potenze”. E, oltre all’America Latina, servirà il coinvolgimento dell’Africa. In caso contrario sulla scena resteranno solo Stati Uniti e Cina e questo rappresenterà un grave danno per l’Europa. Acuito dal controllo dell’informazione da parte delle grandi multinazionali attraverso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Ovviamente sulle posizioni del presidente portoghese influisce lo stretto rapporto con il Brasile. Per ragioni linguistiche, storiche, in parte etniche. Ossia per le stesse ragioni che dovrebbero spingere l’Italia a rapporti molto più stretti, e soprattutto molto più intelligenti, con alcuni Paesi dell’America Latina, a partire dell’Argentina e dallo stesso Brasile.

Inoltre il presidente portoghese invita a rafforzare i legami con l’Africa. Anche in questo caso partendo da una presenza storica che dovrebbe valere anche per l’Italia. E che non può limitarsi alla piccola elemosina di un Piano Mattei con risorse men che modeste in rapporto agli investimenti cinesi nella medesima area o agli interventi militari russi attraverso i mercenari.

Ma per attuare una politica estera come quella ipotizzata da Marcelo Rebelo de Sousa occorrerebbe essere liberi. Mentalmente, perlomeno. Dunque in una posizione molto lontana da quella del governo di Roma. Liberi di trattare con chiunque senza minacciare sanzioni se il potenziale partner non si prostra di fronte alla bandiera a stelle e strisce. Liberi di pensare agli interessi della propria gente prima di quelli delle multinazionali.

Insomma, il centrodestra portoghese dovrà essere cacciato dal Ppe: troppo pericolosamente indipendente.

 

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