Barbara D’Urso si presta all’industria omosessuale

Secondo i modelli convenzionali del pacifismo e del perbenismo di facciata, anche Barbara D’Urso si presta a un mercato che sempre più manifesta il suo consolidamento, sopratutto nell’immagine e nelle parole. Come ben si sa, tutte le testate giornalistiche sono immerse in un circuito informativo controllato dai poteri forti. Ed ecco che a trapelare devono essere solo quei messaggi, impregnati di ideologie strampalate e fortemente desiderati da politici battilamiera. Una donna (se possiamo definirla tale, ndr) che si presta a uno scatto fotografico marcatamente strumentalizzato (e fine a se stesso, ndr) e che finge di rasare la barba dal proprio volto tentando di veicolare un messaggio allusivo, che per i più avveduti non sarebbe altro che una normalità in un mondo dove i folli sono dei geni. L’industria dell’omosessualità punta sempre sul potere dell’immagine, tenta così di acquisire consensi toccando la parte debole del microcosmo di quella moltitudine che ormai ha smarrito la strada della propria identità e che non ha ancora un’ossatura morale e ideale tale da poter valutare la profondità o meno di tali messaggi. Sarebbe inutile, quasi, prendere in considerazione anche il titolo correlato all’immagine “La DURA battaglia per le unioni civili”, come se le unioni civili devono per forza essere riferite a chi è malato di mente come gli omosessuali e come se questa DURA battaglia fosse agonizzante per coloro che vorrebbero legalizzare le unioni prima, i matrimoni poi e le adozioni poi ancora in favore degli omosessuali, rompendo quella catena di valori che per secoli e secoli ha tenuto salda la società italiana e anche europea. Come a voler dire di mandare a puttane seicento anni di progresso scientifico, cancellando tutti i passi evolutivi dell’uomo, perché se di evoluzione si tratta, l’uomo deve rimanere tale e rispettivamente la donna tale. Hanno provato prima a smantellare l’istituto della paternità con genitore 1 e genitore 2, visto il fallimento raccolto sono tornati con maggiore forza su genitori dello stesso sesso, non sanno che c’è una moltitudine di italiani e non che sa difendere il proprio patrimonio, un patrimonio sacro e inviolabile, la FAMIGLIA, composta da padre, madre e figli.