La nave Aquarius, commissionata dall’Ong “SOS Mediterranee” è salpata dal porto di Catania venerdì 8 giugno 2018 alle 18:13
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Intanto l’Ong che traffica esseri umani, per apparire benevola e caritatevole verso confronti delle proprie vittime agli occhi di tutto il mondo, pubblica un’immagine di falsa propaganda:
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Proprio il giorno prima, al Porto di Reggio Calabria c’è stato l’approdo della Sea Watch che nelle operazioni di traffico di vite umane ha trasbordato dai gommoni libici 232 immigrati clandestini. Il 10 giugno la nave Aquarius, per tramite della committente ong “SOS Mediterranee, comunica: Dopo una notte impegnativa nel Mediterraneo centrale la Aquarius ha accolto a bordo 629 persone soccorse in sei diverse operazioni. Tra loro ci sono 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne in gravidanza. Lo stesso giorno alle 12:41 scriveva: Il soccorso di 2 gommoni è diventato critico quando una delle imbarcazioni ha ceduto lasciando 40 persone in acqua. Dopo aver tratto in salvo tutti i 229 naufraghi Aquarius ha accolto a bordo +400 persone soccorse in precedenza da Marina e Guardia costiera italiane e mercantili. Solo dopo alcune ora dal trasbordo gli viene comunicato dai loro compagni che il Viminale non concederà l’approdo, quindi si rimettono alle direttive governative.
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Dopo la decisione del Viminale di divieto di attracco nei porti italiani, la nave Aquarius rimane in stallo a circa 20 miglia da La Valletta e a circa 35 miglia da Pozzallo. Malta respinge la richiesta di approdo al porto più vicino.
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Alle ore 13:46 dell’11 giugno 2018, l’Ong “SOS Mediterranee” comunica: La Aquarius testa in standby, come da istruzioni, tra Malta e l’Italia. Le condizioni dei 629 naufraghi sono stabili ma rischiano di peggiorare nel corso della giornata. Sono preoccupati e chiedono quando potranno raggiungere la terra. Nel pomeriggio di ieri, 11 giugno 2018, il governo spagnolo a guida socialista si offre per l’approdo alla nave Aquarius.
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Sempre nel pomeriggio di ieri la nave Aquarius era in fase di stallo e nel frattempo Malta per lo meno si preoccupa di offrire un minimo di assistenza: tramite un’imbarcazione della Marina militare maltese un viene elargito un rifornimento di acqua (950 bottiglie) e cibo (pasta e snack). Poco prima di mezzanotte l’Aquarius comunica che raggiungere Valencia è difficile visto il carico della nave e le condizioni del mare.
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Nel frattempo che la diplomazia italiana concordi con quella spagnola, ci si chiede cosa stia facendo la nave Aquarius:
Intanto, le cooperative bianche e rosse, in Italia mobilitano i loro schiavi e i loro militanti per inscenare una protesta:
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Altre proteste arrivano con dichiarazioni personali provenienti dai vari distributori mediatici:
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Medesima situazione delle ultime 48 ore anche questo pomeriggio:
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Il 12 giugno 2018, alle 08:36 l’Ong “SOS Mediterranee” comunica che “tra i 629 naufraghi a bordo ci sono 11 undici bambini e sette donne in gravidanza”. Alle ore 10:21 si da conferma di dover approdare al porto di Valencia, in Spagna. Alle ore 20:00 si è concluso il trasferimento di 274 sopravvissuti sulla nave Dattilo della Guardia costiera italiana e di 250 sulla nave Orione della Marina italiana. La Aquarius adesso ha a bordo 106 sopravvissuti: 51 donne, 45 uomini, 10 bambini. Intorno alle 22 circa di oggi martedì 12 giugno, la nave Aquarius seguiva la rotta verso Valencia designata dal governo italiano, così come Dattilo e Orione, le tre navi navigano con a bordo le 630 persone soccorse 72 ore fa.
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L’arrivo è previsto venerdì 16 giugno 2018, tra le ore 21:00 e le 23:00
Questo il comunicato ufficiale della SOS MEDITERRANEE:
L’INCOLUMITÀ E LA PROTEZIONE DELLE PERSONE DOVREBBERO ESSERE LA PRIORITÀ
«Anche se questa è ben lungi dall’essere la soluzione migliore per le persone salvate, siamo sollevati dal fatto che una soluzione sia stata finalmente trovata per consentire l’approdo di 629 tra uomini, donne e bambini in un luogo sicuro in Spagna. Tuttavia, il viaggio non è finito e le persone soccorse dovranno navigare altri 1500 chilometri prima di raggiungere questo porto sicuro. La gente sta ancora fuggendo dalla Libia mentre la Aquarius è lontana dalla zona di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e i mezzi di salvataggio sono totalmente insufficienti. Negli ultimi giorni abbiamo visto che persone, città e Paesi possono e sono disposti a mobilitarsi con forza, ma la questione del soccorso in mare deve diventare una priorità assoluta all’ordine del giorno degli Stati europei. Ancora una volta SOS MEDITERRANEE esorta l’Europa a mettere la sicurezza e la protezione delle persone prima delle considerazioni politiche», ha dichiarato Sophie Beau, vicepresidente di SOS MEDITERRANEE.