Woke di Natale

di Andrea Marcigliano

 

Devo essere sincero… per lungo tempo l’unico woke che conoscevo era quella specie di padella fonda giapponese. Perfetta per fare il tempura, che è un fritto straordinariamente leggero… che, però, mi dicono si dovrebbe dire “wok”.

Col tempo, e con crescente raccapriccio, ho, però, dovuto prendere coscienza che ‘sta “woke” è ben altro. Una cultura (così la chiamano i bene informati) che vuole, o vorrebbe, vigilare su discriminazioni di ogni tipo. Razziali, sociali… sessuali. Infatti “woke” sta per “awake”, stare sveglio, vigilare. Nello slang di certi “ghetti” afro-americani.

Dire “negru” sarebbe politicamente scorretto. E mi attirerebbe le furie dei nostrani woke.

Che sono, manco a dirlo, i più zelanti del globo.

Basta vedere le scemenze sui presepi… lo so, ne ho già parlato… ma allora si trattava di un paio di pretonzoli afflitti dal complesso della zecca, e in cerca di visibilità. Ora, invece, scende in campo addirittura un partito politico. Oddio, un partitello, di quelli che per il congresso nazionale prenotano una cabina telefonica… tanto le percentuali di voto sono roba da prefisso…

+Europa. Ovvero quelli che vorrebbero essere eredi del vecchio Partito Radicale. Che, al di là di certe intemerate del vecchio Pannella, non sempre diceva cose assurde. Anzi, alcune idee, lo ammetto, tanto male non erano.

Ma +Europa è altra cosa. Intanto il leader sarebbe la Bonino. O meglio, la sua mummia. E dietro una (piccola) pletora di supponenti che credono di avere sempre ragione. Di essere i nuovi… illuminati. In una società avvolta dalle tenebre dell’oscurantismo.

Questo perché, dietro al partitello, si stagliano ombre ingombranti. Che lo vellicano e, soprattutto, sontuosamente finanziano.

Innanzitutto George Soros. Il “benefattore” che sta dietro a tutte le Rivoluzioni Colorate, e le conseguenti guerre, che hanno travagliato, e che continuano ad insanguinare, questi ultimi decenni. E, poi, ovviamente, il Forum di Davos. Schwab e compari. Quelli che vogliono azzerare storie e culture dei popoli. E imporre un unico modello. Il loro.

E ora i genietti di +Europa (e -Intelligenza) si mettono a fare un manifesto per gli auguri natalizi. Col Presepe. O meglio con quattro presepi.

In uno tutto regolare. Se non per il fatto che Gesù Bambino è… nero. Ma non un nero leggero, vagamente abbronzato… è proprio negro, negro… niente di male. Se non per il fatto che Maria e Giuseppe sono bianchi, bianchi… (a proposito, perché negri dovrebbe risultare offensivo, e bianco no? boh… misteri del politically correct).

Quindi se i genitori sono bianchi e il bimbo negro, qualcosa non torna…

Vero, Giuseppe è padre putativo. Ma Maria resta bianca. Quindi…nero/negro deve essere Lui… e non aggiungo altro.

In un altro presepe, c’è Maria da sola col Bambino. Ragazza madre? Sedotta e abbandonata? O, più facilmente viste le idee dei promotori, inseminazione artificiale di una single. Donatore… lo Spirito Santo?

In un terzo vi sono due Marie e nessun Giuseppe. Nel quarto, due Giuseppi e nessuna Maria… credo che non serva commentare.

Certo, Dio, per i cristiani, è onnipotente. Ma non gioca a dadi con l’universo, come disse Einstein. E non sovverte, arbitrariamente, le leggi di natura da lui stesso stabilite.

Soprattutto non lo fa per venire incontro alle (diciamo così) inclinazioni di presunte élite autoreferenziali. Che vogliono imporre le loro tendenze e (continuiamo a dire così) predilezioni sessuali a tutti. Uomini e… Dei.

Ma forse la cosa peggiore è la scritta sul manifesto.

“Il bello delle tradizioni è che possono cambiare”.

I “genietti” di +Europa evidentemente non conoscono bene il significato etimologico di “tradizione”. Ciò che si tramanda. Dal latino “trado”.

E, certo, la tradizione si rinnova. Perché è, come scrisse Massimo Scaligero, un Ente Vivente. Non un museo di ricordi.

Ma rinnovarsi non significa… invertirsi. Snaturarsi. Andare contro ciò che si era. Questo, semmai, è anti-tradizione. Per riprendere il vecchio Guénon. È la volontà di distruggere, azzerare, annichilire. Il nichilismo peggiore, privo di ogni grandezza. Meschino. E prezzolato da interessi più o meno occulti.

Se il meraviglioso mondo nuovo cui aspirano questi zeloti neo-radicali, e soprattutto i loro “padrini”, è rappresentato da questo Manifesto dell’anti-Natale…

beh, non mi resta che fare il tifo per i Ceceni di Kadyrov…

Speriamo che abbeverino presto i loro cavalli nelle fontane di Roma.

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