Troppi migranti a New York. Per i dem le grandi risorse vanno bene ma solo a casa d’altri

di Ala. De. Granha

 

Gli immigrazionisti sono uguali in ogni parte del mondo: bisogna accogliere i migranti, ma non davanti a casa mia. Succede nelle Ztl italiane, con i radical chic nostrani impegnati a scaricare i nuovi arrivati, non invitati ma trasportati dai compagni delle ong, nelle periferie disagiate. Succede con i bobo parigini, che hanno trasformato le banlieues in ghetti per le tanto amate grandi risorse. E succede a casa dei padroni statunitensi, alle prese con l’invasione di New York grazie a Ron DeSantis che ha deciso di mettere alla prova la coerenza dem.

Lui e il suo collega governatore del Texas hanno infatti dimostrato di voler credere allo spirito umanitario dei progressisti della Costa Est. E, per far felici coloro che vogliono ponti e non muri, hanno spedito a New York i clandestini arrivati in Florida e Texas. E sono tanti, sempre di più.

Con grande imbarazzo dei dem newyorchesi che non sanno cosa farne e dove metterli. Anche perché il caro prezzi degli immobili – proprio come nelle aree Ztl italiane o negli arrondissements chic parigini – ha già mandato per strada eserciti di senza tetto. Così gli amanti dei migranti hanno provato a condividere la propria felicità con i cattivi che non apprezzano l’invasione. Ed hanno chiesto a Biden di intervenire per rispedire al mittente le grandi risorse.

Per farlo, però, bisognerebbe cambiare le leggi e Biden sa di non poterlo fare. Soprattutto sa, perché glielo hanno detto i sondaggisti, che anche nella fedele e democratica New York i cittadini cominciano a non poterne più del buonismo idiota e politicamente corretto.

C’è comunque sempre una soluzione a portata di mano. Dopo che Nancy Pelosi ha apprezzato le abiure di Giorgia Meloni ma le ha ordinato di cambiare rotta anche sulle questioni Lgtbq++++, potrebbe intervenire direttamente Biden ed ordinare alla sua portavoce in Italia di farsi carico di qualche decina di migliaia di migranti in più. Per accontentare Mantovano, Mattarella, Bergoglio e Confindustria.

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