Meloni senza prosciutto: arriva la tempesta

di Alberto Capece Minutolo

 

La svagata sovranista che questa estate ha fatto sfoggio di mise balneari di dubbio gusto, è riuscita nel capolavoro di essere il capo di governo che ha aperto al massimo i rubinetti dell’immigrazione mentre  si era fatta eleggere con la promessa di tapparli e che a quanto pare fa accordi con le ong che prima intendeva denunciare;  c’è anche il sospetto che passi anche dei soldi a questi trafficanti di merce umana che ha quanto pare dispongono di risorse finanziarie notevolissime.  Insomma tutte parole al vento, ciance da bottegai perché lei come i suoi colleghi precedenti non ha nemmeno un minimo di autonomia e fa ciò che la cupola finanziaria impone sotto forma di ricatto o di  ordinanze di Bruxelles, persino in un campo come quello dell’immigrazione che in realtà si fonda su un accordo fra stati europei e non fa parte del corpus iuris fondamentale della Ue, per cui  ci si potrebbe benissimo ritirare dagli accordi di Dublino, senza per questo rischiare di essere cacciati dalla Ue, (esattamente come accade per il Mes).  Ma queste sono  soltanto avvisaglie,  aliti di una tempesta che sta arrivando su tutta l’Europa dei servi sciocchi e già comincia a devastare la Germania che  ora deve assistere al crollo del settore immobiliare sprofondato del 40 per cento: una cosa per altro ovvia visto che l’Europa a ha fatto di tutto e di più per propiziare l’aumento dei tassi e quello dei costi che adesso sta facendo cancellare migliaia di progetti, mentre quelli nuovi sono in drastica diminuzione. Se addirittura per settembre si prevede un pil a zero con tutta la possibilità di manipolazione di questi dati, vuol dire che siano certamente in zona negativa.

Tutto questo si rifletterà su di noi che siamo diventati  col tempo un’economia terzista grazie alla lungimiranza degli ometti, o meglio degli amministratori condominiali che abbiamo avuto dopo il crollo del sistema politico del Paese negli anni ‘9o, operazione tipicamente di stampo americano visto che le impronte digitali parlano chiaro: il cento per cento  dei cambi di regime fomentati da Washington si basano su un concetto ambiguo e per qualche verso apolitico, ovvero la corruzione che naturalmente si trova dovunque e solitamente cresce dopo la breve fiammata di indignazione popolare. Per dirla in altro modo siamo stati vittime di un golpe colorato senza nemmeno essercene accorti, Quindi non che c’è da aspettarsi qualcosa dalla Meloni: questi leader sono marci pima ancora di arrivare al potere perché frutto di una selezione che avviene altrove.

Ma tornando a noi la crisi che ci sovrasta è di tipo strutturale, ovvero non è destinata a passare perché è venuta meno la formula stessa dell’economia continentale che in  Germania ha trovato la sua massima espressione:  ovvero una competitività garantita dai bassi prezzi del gas russo. Questa non ci sarà mai più, anzi l’Europa sperimenterà i prezzi più altri dell’energia fra tutti i concorrenti con la conseguente distruzione del suo sistema produttivo. La Ue ha voluto partecipare alla guerra contro la Russia, pensando che si sarebbe trattato di una passeggiata, visto che la Russia sarebbe certamente crollata sotto il peso  delle sanzioni. Invece dura da un anno e mezzo, i ponti con Mosca sono tutti crollati e adesso quella insolente imbecille della von der Leyen dice che l’Europa è quella che ci sta rimettendo di più. Ovvio, lo si poteva precedere fin da subito.

Ad ogni modo bisogna prepararsi a una tempesta che comincerà a manifestarsi fin da settembre e vedrà il suo culmine con la finanziaria che già si annuncia “non espansiva” e ricca di tagli.  Gli italiani si scopriranno dentro una macchina del tempo che li riporterà via via indietro fino a “Ladri di bicilette”: almeno un po’ di neorealismo in mezzo a un mare di chiacchiere, di menzogne, di narrazioni raccogliticce. Noi di certo la guerra ucraina l’abbiamo già persa.

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