L’attacco all’Europa parte da Parigi. Ma per la Busiarda il problema sono i francesi bianchi

di Augusto Grandi

 

Puoi essere ottusamente immigrazionista ma troverai sempre uno più ottuso di te che ti accusa di razzismo. È quello che sta accadendo alla Francia che, dopo aver spalancato i confini accogliendo milioni e milioni di migranti da ogni parte del mondo, si ritrova non solo alle prese con un tentativo di guerra civile, ma anche accusata di discriminare la popolazione di origine africana. E ad accusare Parigi sono quelle strutture dell’Onu che non hanno la più pallida idea di come affrontare il problema se non lamentandosi sempre per incassare più denaro.

Così i francesi si ritrovano con una nazionale di calcio dove i bianchi, se ci sono, vengono inseriti come una sorta di panda, come una specie in via di estinzione. Ma non possono parlare di sostituzione etnica perché se no insorgono i giornalisti immigrazionisti pronti a negare la realtà in nome della lotta al razzismo.

E così la rivolta contro un poliziotto di Nanterre, che ha ucciso un ragazzo che fuggiva da un posto di blocco, diventa l’alibi per giustificare non solo le devastazioni a Nanterre, a Parigi e in tutta la Francia, ma persino in Belgio e Svizzera. Come se la francofonia fosse l’elemento che attira i saccheggi da parte di questi bravi giovani, europei convinti.

Ovviamente Roma e Berlino non si preoccupano, grazie alla differenza linguistica. Qualche preoccupazione in più cominciano ad averla i fiamminghi del Belgio, per il timore che le grandi risorse amplino il raggio di azione e non si limitino a devastare i quartieri francofoni. Perché, anche se i chierici della disinformazione italiana non se ne accorgono, il problema non è linguistico. E la sostituzione etnica non esiste nelle loro menti ma è perfettamente chiara nelle menti, meno ottuse, di chi protesta con la consapevolezza di essere etnicamente differente.

La conquista dell’Europa non passa solo dalle piazze, ma soprattutto dalla resa degli intellettuali politicamente corretti. Di coloro che negano l’evidenza perché l’evidenza non è in linea con le loro convinzioni. Il bilancio dei primi giorni di scontri è di 5.000 veicoli incendiati, 10.000 cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, quasi 1.000 edifici bruciati, danneggiati o saccheggiati, 250 stazioni di polizia e gendarmerie attaccate e più di 700 poliziotti feriti. E di fronte a questo dato di realtà la Busiarda, ossia la Stampa diretta da Massimo Giannini, mette in guardia contro il vero pericolo: a Lione si sono visti dei bianchi che osavano opporsi ai saccheggi e che ostentavano il saluto romano. Mentre si finge di non vedere che i rivoltosi antifrancesi  hanno utilizzato, guarda caso, anche alcune armi spedite dagli atlantisti a Zelensky

Roba da organizzare un presidio della Busiarda, come al gay pride, per mettere fuori legge chi osa difendersi dai saccheggi.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!