L’ambasciatore russo ha dato alla Polonia una dose della sua stessa medicina diplomatica, snobbando i suoi ospiti

di Andrew Korybko

La Polonia è furiosa dopo che l’ambasciatore russo Sergey Andreev ha rifiutato una convocazione da parte dei suoi ospiti per discutere la recente accusa che un missile russo sia passato brevemente nello spazio aereo polacco dall’Ucraina. L’ambasciatore ha poi spiegato la sua decisione con il fatto che “poiché dalla risposta dei miei colleghi polacchi ho capito che anche questa volta non ci sarebbero state prove, ho deciso che in questa situazione l’incontro sarebbe stato inutile e ho declinato l’invito”.

Il viceministro degli Esteri polacco Andrzej Szejna ha reagito accusando l’ambasciatore Andreev di “disertare il suo incarico diplomatico”, cosa che ha definito “una violazione del diritto internazionale” e “un motivo di preoccupazione per i nostri alleati”. Questa dura retorica suggerisce che le fazioni di falchi a Varsavia potrebbero complottare per sfruttare questo sviluppo come pretesto per un ulteriore peggioramento delle relazioni diplomatiche con Mosca, per non dire che questo diventerebbe la base su cui condurre un altro round di guerra informativa anti-russa.

Ciò che né Szejna né i suoi alleati dei media mainstream hanno menzionato, tuttavia, è che l’ambasciatore Andreev ha semplicemente dato alla Polonia una dose della sua stessa medicina diplomatica dopo che l’ambasciatore del Paese in Russia e i suoi colleghi dell’UE hanno rifiutato una convocazione da parte dei loro ospiti per discutere dell’ingerenza pre-elettorale. La Missione dell’UE nel Paese ha giustificato la decisione con il fatto che i diplomatici non volevano ricevere “lezioni” dalla Russia, che è essenzialmente la stessa motivazione addotta dall’ambasciatore Andreev.

Come l’ex presidente e vicepresidente in carica del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev ha chiesto che i legami della Russia con l’UE venissero retrocessi in risposta, così anche le sue controparti polacche, che hanno un atteggiamento da falco, probabilmente chiederanno lo stesso, anche se non si può dare per scontato che nessuna delle due parti lo farà. L’analisi precedente, collegata ad un link, spiega alcune delle ragioni per cui Mosca non ha seguito il consiglio di Medvedev, che sono rilevanti anche per quanto riguarda Varsavia.

A parte le speculazioni sul futuro dei loro legami, l’aspetto più importante di quest’ultimo sviluppo è che dimostra la volontà della Russia di rispondere diplomaticamente, in modo titanico, alle mancanze di rispetto delle controparti occidentali, in particolare della Polonia. La Russia ha appena designato come “indesiderabile” una “ONG” parzialmente finanziata dal governo, a meno di due settimane dalle ultime elezioni presidenziali, in una mossa probabilmente collegata alla sua presunta ingerenza nel periodo precedente le elezioni.

Questa “ONG” avrebbe potuto essere discussa durante la convocazione da parte del Ministero degli Esteri russo degli ambasciatori europei a Mosca all’inizio del mese, ma nessuno di loro si è presentato, compreso quello polacco, lasciando così allo Stato l’unica scelta di limitare le sue attività dal momento che non avrebbe smesso di intromettersi. È quindi logico che la Polonia sia il primo Paese in cui la Russia dà all’UE una dose della sua stessa medicina, sia per l’ingerenza polacca attraverso la “ONG” sia per il recente incidente missilistico.

Se l’ambasciatore polacco non avesse prima snobbato i suoi ospiti russi, allora quello russo non avrebbe snobbato i suoi ospiti polacchi e avrebbe potuto partecipare all’incontro nonostante la lezione che avrebbe prevedibilmente sentito. A prescindere da ciò che si può pensare su chi ha ragione e chi ha torto in questi casi, il fatto è che la Russia non permette più all’UE e soprattutto alla Polonia di mancarle di rispetto, e probabilmente risponderà sempre in maniera titanica da qui in avanti.

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