La Tunisia restituisce i soldi europei e spiega che, loro, sanno cosa sia la dignità. I maggiordomi europei no

di Augusto Grandi

 

Tu chiamala, se vuoi, dignità. Parola sconosciuta dagli euromagliari. Che hanno provato a fare i furbi con la Tunisia, spacciando per fondi nuovi, legati al Memorandum sull’immigrazione, quelli che in realtà erano i vecchi fondi per il Covid, che Bruxelles si era “dimenticata” di inviare. E di fronte alle proteste di Tunisi, il solito commissario europeo che voleva sembrare più furbo degli altri, aveva provocatoriamente invitato la Tunisia a restituire il denaro. Detto e fatto. Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha immediatamente fatto partire il bonifico con cui restituisce 60 milioni di euro.

E da Tunisi hanno insistito proprio sulla loro dignità ed indipendenza. Ogni riferimento ai maggiordomi europei è puramente voluto.

Nel frattempo, per far capire a Bruxelles ed agli ipocriti sostenitori di un inesistente piano Mattei che nel mondo non esistono solo gli atlantisti al servizio di RimbanBiden, Tunisi ha stretto nuovi accordi con Mosca, si è ulteriormente avvicinata ai Brics e, insieme all’Algeria, è stata in prima fila nelle critiche ad Israele.

Davvero un capolavoro quello realizzato da Bruxelles. Certo, ora i Paesi democratici possono ricorrere alla solita strategia di organizzare la consueta rivolta spintanea per deporre il tiranno Saïed. Che, fino a ieri, era l’amico e democratico Saïed, pronto ad aiutare lady Garbatella ed il geniale ministro degli esteri Tajani nel ridurre il traffico di clandestini.

Ora, a chi si sentiva erede di Enrico Mattei senza averne un briciolo di capacità (e sulla dignità e indipendenza è meglio stendere tanti veli pietosi), non resta che sperare nel maltempo per frenare l’invasione. Facilitata, peraltro, da una magistratura che si spancia dalle risate ogni volta che il governo della famiglia Meloni parla di riforma della giustizia.

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