La Slovacchia fa tremare Bruxelles: cresce la protesta anti ucraina

di Enrico Toselli

Il ritorno di Robert Fico sulla scena politica spaventa la Slovacchia ma, soprattutto, l’Unione atlantista europea. Fico, nulla a che fare con l’omonimo grillino italiano, è stato primo ministro slovacco ed è considerato un populista di sinistra che non ha difficoltà ad allearsi con i movimenti considerati di estrema destra. Ma ciò che preoccupa Bruxelles ed i maggiordomi europei, in vista delle elezioni autunnali, è che Fico ha già annunciato di voler bloccare gli aiuti militari a Kiev e di voler porre il veto alle sanzioni contro Mosca.

Ovviamente il governo atlantista di Bratislava sostiene che Fico sia un tramite della propaganda russa. Ma le proteste di piazza sono scoppiate per la rabbia dovuta prima alla gestione della pandemia e poi per l’aumento del costo della vita. Ed è cresciuto anche il risentimento contro gli ucraini che assorbono le scarse risorse economiche slovacche, tolte ai cittadini locali, per poi fare concorrenza sleale ai contadini slovacchi con grano e mais a prezzi ridotti grazie agli aiuti europei.

I costi del sostegno a Zelensky, però, cominciano ad essere eccessivi per altri Paesi europei. A cominciare dalla Germania. L’Istituto tedesco per la ricerca economica ha previsto per il 2023 un calo del PIL dello 0,4% a fronte dello 0,1% previsto in precedenza. Aver rinunciato alle risorse energetiche russe si è rivelato un boomerang per il governo dell’ottuso Scholz. La domanda dei consumatori è calata e l’inflazione è al 5,8%. Ma la Germania è il primo contributore al bilancio UE e, di conseguenza, i tedeschi dovranno farsi carico di buona parte dei nuovi 50 miliardi di euro che Ursula von der Leyen vuole inviare a Zelensky. Ed anche a Berlino cominciano a farsi qualche domanda sulla voragine che, a Kiev, ingoia i soldi dei cittadini tedeschi. Ma pure sugli aumenti di stipendio che Ursula ha assegnato a sé stessa ed alle migliaia di suoi collaboratori.

Domande che, invece, non sfiorano il premier britannico Sunak. Per la prima volta il debito pubblico ha superato il Pil, ma Sunak vuole spendere ancora di più. Non per i britannici, ovviamente, ma per Zelensky.

Almeno a Londra hanno il coraggio di dirlo pubblicamente. Mentre gli altri maggiordomi preferiscono glissare sugli ordini di Washington per un nuovo aumento della spesa militare. Destinato a proseguire sino a quando i ceti medi europei non verranno spazzati via.

 
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