La Moldavia sempre più povera per accontentare gli atlantisti

di Enrico Toselli

 

Vatti a fidare degli amici atlantisti. Dell’Unione europea, degli alleati statunitensi, del prode e sincero Zelensky. A Chisinau, in Moldavia, hanno provato a fidarsi. E la conseguenza è una crisi da cui non si sa come uscire. La presidente Maia Sandu ha tagliato i rapporti con Mosca, per far contenta Ursula e Biden. Poi, in perfetto stile democratico zelenskiano, ha messo fuori legge il maggior partito di opposizione.

Non è bastato per ottenere i fondi promessi ed indispensabili per far sopravvivere i moldavi. Ed allora ha organizzato anche il gay pride, con tanto di presenza dell’ambasciatore statunitense. Ma si è accorta, con sorpresa ed indignazione, che la popolazione moldava avrebbe preferito che il governo affrontasse il problema della povertà e della fame, invece di occuparsi dei gusti sessuali di qualcuno.

Poi ci si sono messi anche i contadini. Protestando – come i colleghi di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Romania – per la concorrenza sleale del grano ucraino. Sovvenzionato dagli atlantisti per essere esportato a prezzi bassi in Africa e invece finito in Europa mettendo fuori gioco gli agricoltori dell’Est.

Come se non bastasse, la leader atlantista ha scoperto che il gas in arrivo dalla Romania non è sufficiente per le necessità della Moldavia ed è anche più caro di quello russo. Ed allora, sottotraccia, si sono recuperati i rapporti con Gazprom. D’altronde anche l’Ucraina sta acquistando combustibile dall’India che lo compra da Mosca per rivenderlo a prezzi maggiorati.

Ma i maggiordomi europei di Biden fingono di non saperlo e, grazie alle sanzioni contro Mosca per aiutare Zelensky, impoveriscono i rispettivi Paesi. Cialtronaggine mista ad idiozia.

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