La guerra fantasma

di Andrea Marcigliano

 

Ma dove è finita la controffensiva Ucraina?

Anzi, dove è finita la guerra stessa?

Non avete notato sulle pagine dei grandi quotidiani e nelle aperture dei maggiori Tg una, strana… assenza?

 

Non se ne parla, quasi, più. Al massimo, una notizia, rilanciata con molta enfasi da RAInews… un villaggio dove le truppe ucraine sarebbero riuscite a penetrare. Un po’ poco, a fronte di un macello che starebbe avvenendo su tutto il fronte. Giorni di tentativi di spallate, lanciando all’assalto truppe e carri… in mezzo al fango di una stagione inclemente. Spallate… roba da fare invidia al Cadorna. Uomini immolati a centinaia nel tritacarne, per cercare di conquistare poche centinaia di metri di terreno. Per lo più acquisizioni perfettamente inutili…

 

È una guerra antica, e stupida, quella che si sta combattendo. Lo è stata sin dal principio. L’Operazione Speciale di Mosca ricordava tanto le settecentesche Guerre di Secessione. Conflitti limitati nel tempo e nello spazio, per cercare di dirimere un nodo politico. E tornare quanto prima alle trattative diplomatiche. Come von Clausewitz insegna.

 

Ed è una guerra vecchia, e ancora più stupida, anche oggi. Dopo che la protervia di Zelenski e del suo entourage, imbeccati dagli occidentali, ha reso improponibile ogni soluzione politica. Che non passi per la distruzione della Russia.

E il conflitto è diventato un misto tra la guerra di posizione, stile Grande Guerra, e scontri urbani per conquistare un villaggio, il quartiere di una città, un particolare edificio.

In ogni caso con un dispendio enorme di uomini e mezzi.

 

Guerra ad alta intensità, dicono gli esperti. Che, tradotto, significa centinaia, migliaia di morti al giorno.

E questa, a lungo fantomatica, controffensiva Ucraina ne è l’esempio lampante. E più tragico.

 

Kiev sta lanciando tutto ciò che può, in termini di uomini e mezzi, contro le forze russe. Che ormai controllano quasi tutto il Donbass.

Un attacco preparato a lungo. Astronomiche le cifre dei fondi e dei mezzi forniti all’Afu dagli occidentali. Cifre che fanno girare la testa.

 

Naturalmente la disinformazione viene utilizzata come arma da entrambe le parti in gioco. Ma appare chiaro che gli ucraini stanno subendo perdite altissime, a fronte di risultati nulli o irrisori.

Secondo tutti gli osservatori e gli analisti onesti e competenti ( nonostante tutto ve ne sono ancora) non potrà mantenere a lungo questi ritmi. Una, forse due settimane. Ma solo se i russi manifestassero segni di cedimento. Cosa che, dopo già quattro giorni, non sembra. Anzi.

La strategia russa sembra, a tutti gli effetti, abbastanza elementare. Fare sfogare l’offensiva Ucraina, costringendo il nemico a sprecare quanti più uomini e mezzi possibile. E, contemporaneamente, sfruttare la netta superiorità aerea per distruggere infrastrutture militari, linee di rifornimenti, depositi, centri di comando nelle retrovie.

 

Non è certo una strategia geniale o inventiva. Tuttavia è efficace. La, tradizionale, lentezza dell’Orso e la sua pazienza hanno sempre funzionato. Da Napoleone in poi…

Si può sicuramente scommettere che, esaurite le forze ucraine nella controffensiva, l’Orso darà la sua zampata. E sarà micidiale. Come alla Beresina. Come sempre.

 

E così, man mano che passano i giorni, la grande controffensiva sta sparendo dalle prime pagine. Come dai proclami trionfalistici dei, cosiddetti, leader occidentali. E persino il loquace Zelenski sembra essere stato colpito da una improvvisa afasia.

 

Difficile, persino per una classe giornalistica che fa ormai considerare quella del Ventennio esempio di coraggio e libertà, raccontare anche solo uno scampolo di verità. Ovvero che stanno venendo mandate al massacro intere generazioni di ucraini per favorire interessi e giochi politici di ben pochi. Pochi a Kiev. E altri, pochi, a Wall Street e nella City.

 

Un massacro senza senso. Che poteva venire impedito. E che poteva, anche dopo lo scoppio delle guerra, essere fermato. Sarebbe bastata un po’ di buona volontà. O una minor malafede.

Ora sembra, purtroppo, tardi. Il massacro è al suo culmine. E se le cose continueranno così per ancora un po’, l’Ucraina finirà, ineluttabilmente, per sparire dalle carte geografiche…

 

E infatti i nostri Media cominciano a riporre la guerra e le notizie in cantina.

Si devono, evidentemente, occupare di cose più importanti. Tipo i problemi di cuore dei Maneskin…

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