La falsa scienza e Stefan Lanka, un gigante contro il sistema medico-scientifico mondiale

Prima Parte

Sentiamo spesso parlare di medici, virologi e scienziati che vantano i loro titoli come fossero l’unica cosa che conti a questo mondo, li sentiamo parlare delle cose più disparate senza comprendere fin dove si spingono con le menzogne. Da parte loro, vuoi perché non si rendono conto, vuoi perché collusi con il potere che mira a raggiungere i propri scopi, questi non fanno altro che diffondere ignoranza, confusione, panico e falsa informazione senza che nessuno possa contrastarli, perché se si osa soltanto mettere in dubbio la “scienza” ufficiale si viene subito tacciati di essere degli eretici che non si fidano del progresso o magari come pazzi complottisti/cospirazionisti “del cazzo” come sono stato definito io stesso anche da alcuni dei miei amici più cari. Bene, questo articolo, per chi naturalmente ha un’apertura mentale abbastanza ampia da poter prendere in considerazione che le fondamenta su cui si erge la scienza medica degli ultimi cento anni sono completamente false, si pone l’obiettivo di documentare come la popolazione mondiale sia sempre stata vittima di un sistema medico – scientifico che non è altro che una Grande Menzogna. Scopriamo il perché…

Il potere del condizionamento sociale e l’ansia

Volendo tracciare un punto di partenza per questo nostro viaggio, considero di vitale importanza fare un piccolo preambolo sul concetto di “postmodernità”, la quale, come Gianpaolo Pucciarelli nel suo saggio intitolato “Pandemia – mito e realtà” (il quale fungerà da guida per questo nostro viaggio), definisce perfettamente quella che è la società che si è venuta a costruire in questi ultimi ottant’anni, “sprovvista di obiettivi poiché fortemente influenzata dalla tecnica e dall’economia di mercato, che la obbligano ad adeguarsi al criterio della produzione e del consumo. Cioè, quella eterogenesi dei fini che la vede passiva nell’accogliere l’amara realtà imposta”. D’accordo, ma perché ci stai dicendo tutto ciò? Semplice, perché qui risiede il vero motivo per il quale l’essere umano si adatta con grandissima facilità ad ogni decisione proveniente dall’alto (no, non mi riferisco ai politici che non sono altro che esecutori, camerieri dei banchieri, mi riferisco a quelli che il potere lo hanno davvero che sono più in alto), anche quando queste vengono imposte attraverso vie illegittime. A questo punto, visto il tema che l’articolo vuole trattare e per dare ancora più senso al preambolo appena fatto, chiamiamo in causa Vince Perry, uomo di spicco del settore delle comunicazioni per la salute e il benessere da circa quarant’anni (Chief Branding Officer, di inVentiv Health, Fondatore e Presidente di Y Brand, Fondatore e Presidente di GSW NY, Direttore creativo di Sudler & Hennessey, Direttore Creativo di Saatchi & Saatchi), il quale si può considerare come l’uomo che ha ideato il progetto di Marketing inerente la vendita delle malattie alla popolazione sana. Sì, vendita delle malattie. Perché? Il sig. Perry, per conto di alcune delle più grandi case farmaceutiche come ad esempio la stessa Merck, (menzionata dallo stesso Pucciarelli nell’opera citata), elaborò il sistema mediante il quale “gran parte della popolazione occidentale in buona salute, sarebbe stata indotta ad assumere, senza limiti di tempo, farmaci, quasi sempre inutili e, spesso, dannosi, costituendo buona parte delle fortune delle Big Pharma”.

Non è un caso infatti che, se si da uno sguardo ai fatturati delle corporations farmaceutiche, si può notare come esse continuino ad evolversi e a fare profitti grazie all’enorme consumo di benzo-diazepine e altri farmaci derivati o analoghi, “il cui uso e abuso terapeutico (si fa per dire) è rigorosamente consigliato quale efficace antidepressivo, alla gran massa delle persone affette da SAD -Social Anxietly Disorder – e da ADD – Attention Deficit Disorder – (grazie alle geniale invenzione di Selective Serotonine Reuptake Inibitors (S.S.R.I) – Inibitori dell’assorbimento selettivo della Serotonina -, consigliati dalla maggioranza dei medici americani ed europei (ma non solo) lautamente compensati dalle industrie farmaceutiche che questi inibitori (psicofarmaci) producono e riescono a vendere a un terzo della popolazione affetta da transitori malumori, affinché sia vittima permanente di stabili crisi depressive”. L’estratto è stato preso dal saggio di Pucciarelli, il quale sarà il primo di una lunga serie di saggi documentali a cui ci rifaremo. Per la cronaca vi riporto i dati relativi agli effetti avversi causati dall’utilizzo di questa “merda” (non sono io ad aver definito così questi “prodotti” ma altri molto più autorevoli di me) che potete trovare in un documento intitolato “Associazione tra terapia con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e suicidio: analisi dei dati del sistema di segnalazione degli eventi avversi della Food and Drug Administration degli Stati Uniti” a questo indirizzo: https://www.jstage.jst.go.jp/article/bpb/38/11/38_b15-00243/_html/-char/en

Detto questo, chiudiamo questo preambolo sottolineando come, oltre a tutto ciò e altro ancora, i profitti delle Big Pharma sono in perenne crescita in questa società postmoderna, specialmente grazie alle recenti vendite di un “vaccino” che per nessuna ragione al mondo può essere identificato come un antivirus e questo perchè è stato scientificamente dimostrato che “questi microorganismi cosiddetti virus o coronavirus non sono in grado di contagiare né di causare pandemie” per citare ancora Pucciarelli. Ma aggiungiamo anche a quanto appena evidenziato, che tutto ciò non è possibile semplicemente perchè è stato scientificamente dimostrato che i virus non esistono. Sì avete letto e capito bene, siete liberi di chiudere questa pagina e tornare alle vostre faccende se non avete intenzione di comprendere il motivo per il quale la realtà medico scientifica è tutta una grande menzogna. Se, al contrario, siete in grado di mettere da parte l’orgoglio (come a suo tempo feci io stesso), se siete disposti a prendere atto e ad accettare di essere stati presi in giro su tutto (come a suo tempo ho accettato anche io, non poco dolorosamente), allargando ancora di più la mente come si è detto prima, allora mettetevi comodi, spogliate la mente da qualsiasi preconcetto o dogma di qualsiasi sorta e proseguite nella lettura.

 

Suzanne Humphries, Roman Bystrianyk e il grande Thomas Cowan

Suzanne Humphries è un medico americano, specialista in medicina interna e malattie renali, omeopata e attivista anti-vaccini, tra i promotori dell’International Medical Council on Vaccination, un’organizzazione di attivisti che da tanti anni ormai cerca di fare quanta più informazione possibile sui pericoli rappresentati dalle vaccinazioni. Roman Bystrianyk è uno studioso della storia delle malattie e dei vaccini e possiede una enorme conoscenza della salute e della nutrizione, oltre che ad avere una laurea in Ingegneria e una laurea in Informatica. Insieme, questi due personaggi hanno dato vita al saggio intitolato “Dissolving illusions – Malattie, vaccini e la storia dimenticata”, il quale contiene una mole sbalorditiva di informazioni, prove, documenti storici da metà Settecento fino ai giorni nostri, compresi più di 50 grafici, diagrammi e altre immagini storiche, insieme ad un’altrettanta notevole quantità di testimonianze che fanno luce sulle vere cause delle malattie e il nesso essenziale tra le condizioni di vita, l’alimentazione e la salute. Nel saggio si sottolinea come le malattie infettive fossero già in diminuzione a partire dalla metà del XIX secolo, e all’inizio del XX avevano raggiunto livelli decisamente più bassi. Nella prefazione del saggio fa il suo intervento un altro personaggio degno di nota, ovvero la Dr.ssa Jay L. M. Donegan, la quale apporta un contributo molto significativo che può fungere da inizio della nostra indagine: “Ho trascorso ore in biblioteca, facendo ricerche negli archivi di giornali e libri, nell’Office for National Statistics (ONS), rispolverando volumi polverosi della metà del XIX secolo per creare grafici sui tassi di mortalità relativi alle malattie per le quali esistono i vaccini, ma che, per qualche ragione, non sono mai stati tracciati – o resi disponibili alla consultazione di medici e genitori – dall’ONS o dal Dipartimento di salute pubblica. Ho letto quello che hanno scritto sui vaccini e le loro conseguenze illustri uomini di scienza, ufficiali medici e dottori, tutte cose mai giunte nei libri di testo odierni; e ho scoperto quello che tutti sapevano, persino chi avesse solo una conoscenza superficiale dei dati relativi alle malattie del XIX e XX secolo. Negli anni ’50, per esempio, quando fu introdotto il vaccino per la pertosse, le statistiche mostravano che la malattia uccideva solo l’1% delle persone che invece morivano in Inghilterra e nel Galles 50 anni prima. I dati ufficiali mostravano che la stessa cosa era accaduta per il morbillo. In effetti, quando nel 1968 era stato introdotto nel Regno Unito il vaccino antimorbillo, i tassi di mortalità erano continuati a scendere costantemente, nonostante la diffusione iniziale del vaccino fosse solo del 30% e non superasse il 50% fino agli anni ’80…”

 

Non male come inizio. Quindi abbiamo persone che, oltre ad analisi meramente scientifiche, hanno condotto delle vere e proprie ricerche storiche, quindi è logico chiedersi da quanto tempo ci stanno prendendo in giro? Da sempre. Non posso sviscerare tutto il contenuto del saggio di Humphries e Bystrianyk, ma tanto per rendere bene l’idea, basti pensare al Colera. Sostanzialmente, al batterio Vibrio Cholerae viene attribuita la colpa dell’avvento e della propagazione di tale malattia, i cui sintomi si possono ritrovare nel bisogno incessante di vomitare, diarrea, disidratazione e crampi muscolari. Tuttavia le cose stanno molto diversamente. La ragion d’essere del Colera, come è stato scientificamente dimostrato, risiede in una tossina chiamata CT – Cholera Toxin, che i batteri dell’organismo umano “producono quando le cellule sono prive di ossigeno. Fatto curioso: la CT può essere mortale, sebbene abbia benefiche proprietà antinfiammatorie e terapeutiche per il sistema immunitario. Il Colera colpisce circa cinque milioni di persone, in particolare nel terzo mondo e causa, ogni anno, più di centomila morti. La terapia prevede reidratazione orale e inoculazione di zinco. I bambini sono fra i soggetti più vulnerabili, così come gli individui malnutriti, il cui sistema immunitario, risulta, per questa ragione, compromesso. Strana osservazione: gli individui, il cui sangue è Zero RH Negativo, sarebbero coloro che possono facilmente contrarre il colera. Dobbiamo dunque constatare che la classe medica mondiale non sembra in grado di rilevare l’assurdità della propria convinzione, secondo la quale ogni malattia sarebbe causata dal contagio, trasmesso da una persona, aggredita da un virus, all’altra; per cui si renderebbe indispensabile la vaccinazione dell’intera popolazione. Questo è anche il parere espresso ufficialmente dalle autorità della Salute Pubblica Mondiale. Convinzione che permane, nonostante la verifica scientifica che il colera, per esempio, non si trasmette, ma è causato, fra l’altro, dall’acqua “potabile” inquinata. E ciò vale anche per altre patologie”. Ho voluto citare ancora “Pandemia” di Gianpaolo Pucciarelli per unirlo a Humphries e Bystrianyk, il che ci porta a evidenziare come la mappa delle controinformazioni scientifiche basate su fatti concreti, lentamente, assuma proporzioni sempre più rilevanti, tanto da arrivare a sovrastare quelle appunto della falsa scienza che virologi, medici ecc di mezza tacca, pagati dai poteri forti, ci vogliono propinare contribuendo tra l’altro all’indottrinamento della massa che continua ad essere ben felice di farsi prendere in giro e ammazzare.

 

Thomas Cowan

Thomas Samuel Cowan è un medico americano, laureato presso il College of Human Medicine della Michigan State University nel 1984. Costui nel 2020 ha rinunciato alla licenza medica e si è prodigato nella stesura di diversi saggi inerenti appunto alla falsa scienza. Nel 2020 esce “The Contagion Myth” del quale ci teniamo a riportare un estratto decisamente esaustivo: “Vi sono regole ben precise, che ogni medico onesto deve rigorosamente osservare, verificando i sintomi che si manifestano nella persona, affetta da una malattia. Ma, prima di emettere una diagnosi, ogni medico coscienzioso, deve essere certo della causa della malattia. Compito non facile. Considerando i diversi fattori patogeni che possono ammalare, l’esame dei sintomi dovrebbe essere accurato, al fine di stabilire l’origine della malattia, che potrebbe essere conseguenza di malformazioni genetiche, malnutrizione, scarsità di proteine, stress emotivi, inquinamento elettromagnetico, l’assunzione incauta dei vari placebo o nocebo, spesso responsabili di squilibri nel sistema neurologico. E, infine, il contagio (infezione), causato da un “virus” trasmesso da altre persone”. Successivamente Cowan sottolinea che la classe medica internazionale, della quale fecero parte autorevoli scienziati e ricercatori di fama mondiale (premi Nobel compresi), avrebbe avuto il grande merito di sancire chiare e semplici regole che tutti i medici della terra potrebbero adottare, impegnandosi nella continua ricerca delle vere cause delle diverse malattie. La ricerca delle vere cause però fa parte di un’etica professionale da tempo smarrita, non sarebbe vero altrimenti il fatto che ormai viviamo nella cosiddetta realtà della Germ Theory, ossia la falsa credenza che impone come verità assoluta il fatto che ogni malattia è causata da un virus. Quindi, secondo tali dictat, ogni sperimentazione deve per forza concretizzarsi nella ricerca di un solo fattore patogeno responsabile di una malattia, pandemie etc, ossia i “virus “. Fantastico, peccato che la storia e le prove dimostrano che “grandi” uomini di “scienza” (spesso auto proclamatisi virologi), non ne sono mai riusciti letteralmente a trovare nemmeno uno nel corso degli ultimi 150 anni. Però, come nei migliori racconti di fantasia, “questi stessi virologi hanno deciso di trovare prima un vaccino “antivirus” per questo virus introvabile e mai isolato, obbedendo alla logica di mercato”, per citare ancora Pucciarelli.


Et voilà, ecco i vaccini per contrastare il contagio dai cosiddetti “virus”. Ma un virus non è altro che un Ipotesi (virale) che, a conti fatti, risulta essere più conveniente e veloce perché la ricerca, per quanto lunga e laboriosa del “vaccino”, è sempre stata finanziata dalle Industrie Farmaceutiche Internazionali (in mano ai soliti noti) con grande profitto (ovviamente) di scienziati e ricercatori, che hanno preferito ignorare le semplici e corrette regole da applicare nella terapia di ogni malattia o contro agenti patogeni che, anche se sconosciuti, non possono essere originati da un virus. Sul dottor Cowan e le questioni poste in luce poc’anzi, Pucciarelli dedica un ampio capitolo del quale riportiamo un estratto più che esaustivo: “Il Dottor Thomas Cowan, in vena di umorismo, rende l’idea del microorganismo, chiamato virus, dell’alto potenziale infettivo che gli sarebbe stato attribuito, da oltre un secolo e della micidiale forza di cui sarebbe dotato, per neutralizzare il sistema immunitario – pregando il lettore di seguirlo nel Paese delle Meraviglie di Alice, nel quale, un Cappellaio Matto (Ma Hatter), chiama al telefono il Dr. Cowan, invitandolo ad investire i suoi risparmi nel fondo, appena costituito, per rendere di pubblico dominio la sua grande scoperta: una Pallina di Ping Pong (il virus) capace di demolire un muro di cemento armato, quando fosse scagliata contro questo muro (il sistema immunitario umano); e guadagnare milioni di dollari, grazie al nuovo sistema di demolizione-la pallina di Ping Pong. Il Cappellaio Matto insiste, invitando Cowan a non perdere l’occasione di investire i suoi soldi nell’appena costituito Ping-pong Ball Demolition Council assicurando il dottore che avrebbe accertato egli stesso l’efficacia della pallina da Ping-pong e la forza distruttiva della stessa, quando fosse scagliata contro un muro di cemento osservando il video del test finale, che stava per essere trasmesso in tutti gli Stati Uniti d’America. Sebbene la stessa Classe Medica non ignorasse che un virus non può essere causa di malattie così come una pallina da Ping-pong non può demolire un muro di cemento. E tanto meno, un “coronavirus” può creare pandemie. Fu infine inquietante constatare il trionfo del Cappellaio Matto… grazie anche alle sempre aggiornate tecniche persuasive del “marketing”, create ad arte per addomesticare l’Opinione Pubblica”.

Germ Theory ed Esosomi

Mi piacerebbe poter citare quante più fonti possibili, ma ciò farebbe diventare questo articolo una sorta di mini-libro, il che non è mia intenzione, tuttavia, per proseguire al meglio questo viaggio, continuerò ancora in questa parte a citare il dottor Thomas Cowan, personaggio che riteniamo onesto e coscienzioso, rarissimo esempio di correttezza e senso umanitario, il quale ha fatto di tutto per informare seriamente la popolazione mondiale dominata dalla paura del pseudo “virus” (Covid 19), ma anche dall’incredibile conformismo che, nel momento della scelta, le ha tolto il diritto di accertare la differenza tra verità e menzogna. Si ricorda ancora una volta, a tal proposito, che le persone si sono fatte iniettare un veleno senza che il presunto virus sia mai stato isolato, il tutto per viaggiare, andare al ristorante e fare le vacanze… miliardi di bambini nel mondo (mascherati) e messi in pericolo di vita da genitori che pur di continuare nella loro vita meccanicistica (pisciare, cagare, mangiare, lavorare, consumare e basta, senza porsi mai una domanda su niente, tantomeno su quello che portano in tasca – Moneta -). Qualcuno dirà “Eh ma i soldi per andare aventi me li davi tu?” E io rispondo, quanto vale la tua vita? Un viaggio? Un ristorante? Una vacanza? La tua vita è questo o dipende da questo? Se così fosse (come in realtà per la maggioranza è stato) mi dispiace, ma non si è capito nulla di quello che è veramente la vita, il suo valore e lo stesso valore della libertà. È facile dire di sì, molto più difficile dire di no…

Ad ogni modo, per dare un senso al titolo di questo paragrafo, citerò di nuovo il Dr. Cowan la sua opera citata, riproponendo il pezzo già menzionato prima e il suo proseguito: “Da quando ho iniziato a svolgere la professione di medico, mi sono spesso posto una domanda: Come molti dei miei colleghi, impegnati ad osservare i diversi sintomi delle varie malattie, possono sapere per certo che queste malattie sono, in ogni caso, causate da un’infezione virale? Era la stessa domanda che ponevo a me stesso; sorta da un dubbio, inquietante, del quale non riuscivo a liberarmi. Come si può immaginare, è un compito complesso e non facile, determinare le cause di una malattia, osservandone i sintomi, che si manifestano nell’organismo di diverse persone. Tenendo conto dei vari fattori, come l’età della persona e le condizioni genetiche, le cause delle malattie possono essere numerose, come l’avvelenamento, la dieta sbagliata, la mancanza di proteine, gli stress emotivi, la depressione, gli effetti collaterali dei placebo e dei nocebo, o quelli dei campi elettromagnetici (EMF – Electromagnetic Fields e EMR Electromagnetic Radiations) – e infine l’infezione, (causata da un virus?) o un batterio, e trasmessa per contagio. Per diagnosticare le cause delle malattie, dobbiamo attenerci a regole ben definite, chiare, semplici e corrette. La nostra professione ci obbliga ad osservare scrupolosamente queste regole, ma molti dei nostri colleghi le vogliono ignorare, ormai da anni. E ignorarle significa distruggere il tessuto sociale dell’umanità. Il fatto singolare e curioso è che solo la medicina ocidentale ha la certezza che le malattie sono causate da un virus, trasmesso, attraverso il contagio, da una persona ad un’altra. La tradizionale medicina cinese e l’antica Ayurveda indiana per fare un esempio scartano a priori la teoria del virus, che contagia. La teoria del germe, che tuttora prevale si era affermata nel corso del XIX secolo, grazie alla popolarità di Louis Pasteur e al diffuso pensiero materialista di quel tempo. Con l’avvento del microscopio perfezionato, medici e ricercatori sarebbero stati in grado di identificare i batteri, che ritennero responsabili di certe malattie (ignorando il fatto che i batteri tutelano la nostra buona salute). Qualsiasi forma brulicante, all’interno dell’organismo umano, che i medici di allora potevano osservare al microscopio, divento così causa certa di malattia, ostile alla vita. Charles Darwin pubblicò la sua opera Sull’Origine delle Specie, nel 1859, con la quale egli proponeva la teoria dell ‘evoluzione, secondo la quale soltanto le piante e gli animali, capaci di adattarsi all’ambiente nel migliore dei modi, possono sopravvivere e riprodursi. Darwin, contemporaneo di Pasteur, offrì un quadro della vita sociale del tempo, in cui tutti i viventi erano in costante contrasto fra loro, e prese in prestito dal sociologo Herbert Spencer il concetto della sola possibile sopravvivenza del vivente che sa meglio adattarsi alla vita, mentre fece suo il concetto di lotta per la vita sottraendolo all’economista Thomas Malthus. La nozione di ostilità e di competi zione in tutte le circostanze dell’esistenza si adegua perfettamente al quadro sociale di allora che segna l’alba dell’Età Industriale, caratterizzata dalle disuguaglianze, dalla diffusa povertà e dalla sofferenza umana. Sembra che il Darwinismo Sociale abbia dato vita al Darwinismo Biologico. Il microscopio avrebbe cosi permesso alla medicina di fare il suo ingresso nell’era scientifica e fornire una pronta e facile spiegazione per ogni malattia, quella che avrebbe permesso alla classe medica di evitare lunghe e complesse ricerche e scarsi guadagni, ipotesi prevista, qualora le autorità preposte avessero avviato lavori per il miglioramento dell’igiene pubblica cittadina e la riduzione dell’inquinamento, nel quale prolificano le tossine che ammalano. Si confermò così la validità della teoria del germe, grazie alla scoperta del microscopio elettronico, attraverso il quale i medici soddisfatti, osservavano minuscole particelle nelle zone del corpo umano colpite da malattia. Erano più numerose sul tessuto malato. La loro microscopica forma variava, facendo pensare al duplice compito di queste particelle: causare due diverse malattie. Gli scienziati, euforici, festeggiarono la scoperta di quelli che essi credevano virus. Ma virus non erano. Ulteriori ricerche rivelarono che queste particelle, subito chiamate virus, emergevano al di fuori delle cellule, prima da esse occupate, per entrare in altre cellule, iniziando una sorta di invasione, che gli esperti ritennero fosse opera di virus parassiti. Ecco come si sarebbe potenziata la teoria del germe (virus), della quale la scienza medica si rende tuttora garante. La realtà era ben diversa. Scienziati e ricercatori credevano di aver trovato virus, facendo uso del microscopio elettronico, ma trovarono gli Esosomi. Quella che infettava era la stupida convinzione che queste particelle, o Esosomi chiamati virus, causassero malattie. La falsa teoria, diffusa in tutto il mondo, che minaccia di uccidere intere popolazioni. Gli Esosomi sono naturalmente presenti nelle cellule di ogni creatura. La loro funzione è la seguente: supponiamo un uomo che abbia l’organismo denutrito e sia, quindi, esposto al danno delle tossine, presenti nell’ambiente esterno, che penetrano nelle cellule e nei tessuti umani. La prima reazione di cellule e tessuti, aggrediti dalle tossine, e quella di “impacchettare” le venefiche tossine, ed espellerle, sotto forma di Esosomi. L’efficace mezzo per eliminare il veleno dalle cellule e dai tessuti. Maggiore è la minaccia delle tossine e maggiore sarà il numero degli Esosomi. Ecco la funzione detossificante degli Esosomi. Per meglio comprendere il compito naturale degli Esosomi, immaginiamo che essi abbiano una chiave che apre le cellule chiuse, per liberarle dalle tossine, mentre avvertono le altre cellule del pericolo incombente. Questo avviene nel corso della continua verifica eseguita dagli Esosomi, nel circolo del sangue e della linfa degli organismi umani”.

Qualche esempio di farsa…

Il vaiolo

Sul Vaiolo se ne sono dette tante, si sono espressi medici e scienziati sottolineandone la pericolosità e tante altre “belle” cose. Tuttavia, chissà perché, nessuno menziona mai il Dr. Charles A.R. Campbell, presidente della San Antonio Academy of Medicine, in Texas. Sul Vaiolo, Campbell sosteneva che era trasmesso dalle cimici del letto. Tuttavia, la medicina moderna ha sancito che il vaiolo veniva trasmesso tramite il contagio. Quindi, il tutto sostanzialmente accadeva passando per l’inalazione del virus “Variola”, in piccole particelle aeriformi, “trasmesse dalla bocca, dal naso e dalla faringe della persona malata. Il vaiolo scomparve, e la scienza medica, esultante, ritenne di averlo sconfitto, grazie a un vaccino. Mentre sarebbe stato sufficiente liberarsi delle “bedbugs” (cimici del letto)”, per citare ancora Pucciarelli e l’opera menzionata prima. Il Dr. Campbell, il quale gestiva una clinica per malati di vaiolo a San Antonio, scrisse quanto segue (che potete trovare nel testo di Pucciarelli il quale ha tradotto l’estratto in questione) e provò che il Vaiolo non si contraeva per contagio, bensì da questo insetto che vive nei nostri letti, quando lenzuola, coperte, materassi cuscini e federe non sono sufficientemente puliti: “La Classe Medica ha stabilito che il vaiolo si contrae respirando l’aria nelle vicinanze di una persona infetta dal morbo, ma anche toccando oggetti e vestiti del malato e qualsiasi altro materiale che questo sia solito maneggiare. Quale titolare responsabile della mia clinica, ho voluto fare lo stesso la prova, esponendomi più volte ai presunti pericoli di questo contagio. Sono dunque entrato nelle diverse stanze dove i malati di vaiolo erano ricoverati, avvicinandomi ai pazienti e toccando ripetutamente vestiti e oggetti di costoro, senza provvedere alla successiva disinfezione. Mi sono poi recato nelle abitazioni di amici e parenti e, infine, a casa mia, attorniato dai miei familiari. Non sono mai riuscito a contagiare nessuno, per il semplice motivo che io stesso non ero contagiato. Non avevo preso alcuna precauzione, sicuro del fatto che non sarei stato infettato dal presunto “virus”, e non ho nemmeno provveduto a disinfettare i miei abiti. Dovevo soltanto verificare che sui miei vestiti non vi fossero le cimici del letto (bedbugs), le sole responsabili portatrici del vaiolo. Infine, all’interno di una stanza chiusa, ho sbattuto un tappeto sul quale era passata una persona affetta da vaiolo, ho atteso mezz’ora, inalando le polveri rilasciate dal tappeto, per verificare il propagarsi dell’infezione, attraverso le vie respiratorie e digestive. Il giorno successivo ho esaminato al microscopio la mia saliva, riscontrandovi la presenza di vari batteri benefici, polline, ed altri elementi innocui”. Completamente ignorata dai manuali di medicina e delle patologie, la validità delle tesi di Campbell sono state riconosciute nel più grande silenzio possibile, così come sono state considerate legittime le attenzioni che lui stesso suggeriva, onde evitare l’infezione vaiolosa e adoperare le eventuali terapie. Pucciarelli a tal proposito sottolinea che: “I suoi preziosi consigli, qualche decennio più tardi, sarebbero stati accolti dalle stesse autorità della Pubblica Salute, ma solo implicitamente; poiché, nel frattempo il vaiolo era quasi sparito, grazie ai nuovi sistemi di igiene, che il progresso della tecnica consentiva, e aveva costretto le cimici (bedbugs), le sole responsabili del morbo vaioloso, a sloggiare dai letti. Ma non solo. Constatata l’inutilità del vaccino antivaioloso e la quantità di tossine che questo inoculava nell’organismo del vaccinato, le stesse autorità della Salute Pubblica, non ne avrebbero più raccomandato l’uso”.


La Tubercolosi

“Nel 1905 il Dr. Robert Koch vinse il Premio Nobel per aver svolto accurati studi sull’origine della tubercolosi (TB) Le sue complesse analisi si conclusero con la formulazione di una teoria, secondo la quale, questa malattia sarebbe stata trasmessa da un batterio. Ipotesi che, in realtà, egli non riuscì mai a dimostrare. Infatti, Koch adottava un metodo banale e inutile, per accertare la presenza del bacillo infettante nei tessuti dell’organismo; metodo che consisteva nell’applicazione di una tintura tossica, metilene blu, sul tessuto epidermico, precedentemente riscaldato e disidratato, e una soluzione alcalina di idrossido di potassio. Iniettava questi autentici vele- ni negli animali da laboratorio, che risultavano infettati. Ma, ovvia domanda! La causa dell’infezione era un bacillo (virus) oppure la miscela altamente velenosa? Le analisi di Koch, per la ricerca di un bacillo della tubercolosi (TB), smentivano il suo stesso “primo postulato”. Infatti, solo una persona su dieci risultava positiva al test preliminare e quindi sviluppava il morbo, mentre le altre nove, con test negativo, erano dichiarate portatrici sane di uno pseudo virus latente. Negli Anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, alcuni esperti virologi manifestarono il loro scetticismo a proposito della “Germ theory”, la teoria elaborata da Koch, secondo la quale ogni malattia sarebbe stata provocata da un virus. Ma, colui che esaminò a fondo la continua controversia fra la teoria del germe e quella opposta, che attribuiva ad altre, peraltro ben note cause, l’origine delle malattie, fu Weston, A. Price, autore del rivoluzionario libro “Nutrizione e degenerazione fisica”. Sempre in quel periodo, egli ebbe modo di vaga per tre quarti del mondo, per studiare la costante, buona luce dei popoli primitivi, rigorosamente legata alle loro antiche diete salutari. Price era odontoiatra e, ovviamente, osservava le dentature di queste genti, verificando che non recassero carie dentali. Selezionò, dunque, quattordici gruppi etnici, a partire dagli abitanti delle Alpi Svizzere e, a seguire, delle isole Ebridi, dell’Alaska, del Sud America, dell’Australia e dei Mari del Sud. Egli riscontrò la perfetta conformazione facciale degli individui di queste popolazioni e la naturale robustezza dei denti, completamente esenti da qualsiasi caria degenerativa. Price notò che in queste popolazioni, ben nutrite, non si riscontrava alcuna malattia. Ma, non appena si rese quasi obbligatoria la ricerca di prodotti alimentari, forniti dal moderno mercato, accentratore, occidentale, molti individui di queste popolazioni sarebbero risultati fra i più vulnerabili, nel contrarre malattie croniche ed infettive, come ad esempio la tubercolosi (TB). I bambini nati nelle comunità di queste popolazioni, costrette ad alimentarsi dei soli prodotti del mercato iper-capitalistico, come lo zucchero raffinato, la farina bianca, il cibo in scatola e gli oli vegetali, manifestavano di- verse deformazioni fisiche, come teste piccole, malformazioni dentali, strette narici e vistosa riduzione dello sviluppo di altri organi. Price rifiutava la corrente nozione, secondo la quale la tubercolosi sarebbe stata trasmessa attraverso un microrganismo rilasciato nell’aria dal fiato espirato di gente infetta; e individuò la causa principale della TB, nella malformazione del sistema polmonare, analogo al ridotto sviluppo facciale e alle deformità dentali, riscontrabili in tutti i bimbi nati da genitori che consumavano alimenti artefatti. La stessa malformazione polmonare era la più dannosa, poiché la ridotta struttura dei tessuti vitali dei polmoni, richiamava i batteri – normalmente, addetti alla pulizia naturale – che, nel caso delle compromesse funzionalità dei nuovi nati, avevano ben poco da ripulire, favorendo così l’infezione della tubercolosi, che un virus trasmesso attraverso contagio non avrebbe mai potuto causare”.


Questo è un estratto preso ancora dall’opera di Pucciarelli, e credo che renda molto bene l’idea. Volendo addentrarci ancora di più nell’argomento, che cosa notò a questo punto Price dalle sue osservazioni? Gli abitanti dei piccoli villaggi svizzeri, abituati alle loro diete salutari composte principalmente da pane di segale a lievitazione naturale, torte di avena e carne bovina, non avevano mai contratto la tubercolosi e questo accadeva nello stesso momento in cui in tutta la Svizzera e i paesi vicini, questa malattia mieteva un gran numero di vittime. “Nella Lewis Island, delle Ebridi, situate al largo della costa occidentale scozzese, non si riscontrava alcun caso di tubercolosi. Gli abitanti di sola conservavano la loro sana e nutriente dieta, a base di pesce, olio di fegato di pesce, insieme al porridge e alle torte di avena. Per quanto essi vivessero in capanne di paglia, prive di camini, in piccoli raccolti quartieri, esposti all’inquinamento diurno e notturno, nessuno, nella Lewis Island, si ammalo di tubercolosi. Quando i prodotti dell’alimentazione moderna arrivarono anche in quest’isola, le cose cambiarono, i casi di TB iniziarono a manifestarsi anche nell’isola. Gli abitanti furono quindi obbligati a costruire comignoli sulle loro capanne per la fuoriuscita dei fumi da combustione”, continua Pucciarelli. Esaustivo non trovate? Da evidenziare, però, che non tutti gli abitanti si adeguarono all’obbligo. Le autorità sanitarie locali, comunque, furono costrette a constatare che il responsabile dei casi di TB nell’isola, non era un virus, bensì l’inquinamento. Allo stesso modo, Price osservò che i popoli delle tribù africane, ad esempio, i quali si nutrivano secondo la loro tradizione, erano assolutamente refrattari a contrarre la tubercolosi, sebbene non calzassero scarpe, bevessero acqua spesso inquinata e vivessero a stretto contatto con sciami di zanzare.

Attenzione, io non andrò oltre con gli esempi, ma credetemi, se ne potrebbero fare altri mille, pensate alla Poliomielite, o addirittura al Cancro. Provate a leggere “Cancro S.p.a” di Marcello Pamio, oppure a leggere il capitolo dedicato alla stessa materia sempre nel libro di Pucciarelli, solo per citarne alcuni, e vi potrete fare un’idea. Tuttavia, ci sarebbe ancora una cosa di cui parlare, o meglio, più di una…

di Fox Allen

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