Italia, la repubblica delle bravate

di Augusto Grandi

“L’Italia è una repubblica dinastica fondata sulle bravate”.  Articolo 1 della nuova costituzione. Per renderla finalmente allineata al nuovo corso politicamente corretto. Quello magistralmente illustrato dal padre del tizio youtuber che, in auto, ha ammazzato un bambino di 5 anni. E che, per premio, è stato mandato a divertirsi in Spagna: donne, mare, discoteca. E chissenefrega dell’ipocrita messaggio di cordoglio imposto dall’avvocato. Poi, con calma, sono arrivati gli arresti, ovviamente domiciliari.

D’altronde il messaggio educativo paterno è stato chiarissimo: è stata solo una bravata e si risolverà tutto. Per il bambino morto si risolverà un po’ meno, ma poco importa. Il papà del guidatore youtuber ha amici importanti, dunque una bella vacanza premio e la coscienza è ripulita.

E come definire, se non “una bravata”, l’episodio di Rovigo dove uno studente ha sparato pallini di gomma ad una professoressa ed è stato promosso con un 9 in condotta? Certo, i genitori potrebbero fare ricorso e pretendere il 10. Ma pare che in quella scuola, per ottenere il massimo dei voti, occorra sparare con proiettili di piombo. Ovviamente né lo studente né i genitori si sono mai scusati con l’insegnante. Colpevole di non aver capito che era solo una bravata.

Genitori che, invece di scusarsi, si sono indignati in un’altra scuola perché il loro bimbo è stato bocciato. Solo perché ha accoltellato la propria insegnante. E che sarà mai? Una bravata, nulla più. Dunque è scattato inevitabile il ricorso al tribunale contro questa vendetta scolastica, inaccettabile. Ed ora aspettiamo l’intervento dei paladini del pilota  youtuber che si erano indignati per la rabbia popolare, sostenendo che, da ragazzi, tutti hanno fatto delle bravate. E chi, a scuola, non ha mai accoltellato la professoressa?

Curioso che i sostenitori del politicamente corretto non si siano accorti che entrambe le vittime nelle due scuole erano donne. Di fronte alle bravate scolastiche la difesa di genere svanisce.

Poi, però, tutti i difensori di simili idioti si stupiscono se altri due ragazzini ammazzano a calci e pugni un clochard. Anche loro erano convinti di compiere solo una bravata. E che si sarebbe risolto tutto. Ma per una conclusione di questo tipo occorre avere alle spalle famiglie “giuste”. Ed i due assassini sono finiti in galera, non sulle spiagge spagnole. Non avevano capito che questa è una repubblica “dinastica”. Non avevano visto il film con Alberto Sordi: “Perché io so io e voi non siete un c….”. Ecco, i due assassini del clochard non sono un c….

/ 5
Grazie per aver votato!