Il mercato dei conduttori tv. Senza pubblico ma con tanti soldi

di Ala.De.Granha

 

Con un calciomercato dominato dai soldi sauditi e degli emirati, cresce l’interesse per il mercato dei conduttori televisivi. Tra divorzi clamorosi, acquisti a parametri zero, licenziamenti inattesi. E, come nel calcio, un giro vorticoso di denaro. Persino “braccino” Cairo, così parsimonioso quando deve occuparsi dei giocatori del Torino, apre i cordoni della borsa per ingaggiare nuovi personaggi per La 7.

Destinata, la TV cairota, a rinverdire i fasti di TeleKabul. Con la differenza che il Tg3 di Sandro Curzi e RAI 3 di allora avevano una qualità nettamente superiore rispetto a quella offerta dagli attuali divetti scelti per offrire uno spettacolo desolante della disinformazione gauchista faziosa, incazzosa e terribilmente noiosa.

Strano che non sia della compagnia Myrta Merlino, approdata a Mediaset per rappresentare la svolta post Silvio. Sostituirà Barbara D’Urso e si passerà dal terrificante “Con il cuore” all’ignobile inginocchiamento politicamente corretto ed a senso unico in onore di Black Lives Matter. Pier Silvio, evidentemente, vuole attirare quel pubblico gauchista a cui non bastavano le dichiarazioni di voto sinistro di Barbarella perché pretendeva di più. E si beccherà la compagna Myrta. Così come si beccherà anche Mauro Corona in coppia con Bianca Berlinguer, nonostante gli strali di Vincenzo De Luca, piddino non proprio allineato al nuovo corso della politica e della TV.

Quanto alla Rai, siamo al vorrei ma non posso di lady Garbatella. Che vorrebbe un servizio pubblico melonizzato, ma che si ritrova con candidati di una modestia solo leggermente inferiore a quella della compagine di governo. Certo, qualche amico degli amici riuscirà a piazzarlo. Ma il problema si porrà nella fase successiva. Quando si misureranno gli ascolti. E gli avversari del destracentro fluido saranno prontissimi a sparare a palle incatenate qualora i programmi condotti dai neomeloniani dovessero registrare una flessione dei telespettatori.

Ma tutti – Cairo, Pier Silvio e lady Garbatella – continuano a far finta di nulla di fronte al crollo del numero di coloro che guardano le loro TV. Si confrontano le percentuali di ascolto e visione dei programmi ma evitando di ricordare che, ormai, la TV è seguita da una piccola minoranza degli italiani. Il 30% di 10 milioni di telespettatori non è il 30% degli italiani. Anche se il canone lo pagano anche tutti coloro che preferiscono seguire l’oblò della lavatrice: sicuramente più corretto nell’informazione.

 
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