Dopo il Molise l’armocromata Elly cerca la mise per perdere in Trentino

di Augusto Grandi

“Niente psicodrammi. Proseguiamo con la nostra agenda”. L’armocromata Elly Schlein ha, perlomeno, il pregio della coerenza. In perfetto allineamento con ciò che sosteneva Bertolt Brecht: “Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d’accordo, bisogna nominare un nuovo popolo”. Peccato che Brecht ironizzasse sull’atteggiamento dell’Unione degli scrittori della DDR mentre l’armocromata è convinta di ciò che dice.

E poco importa l’ennesima sconfitta, questa volta in Molise. Dove la sinistra unita non ha raggiunto il 40% dei consensi su meno del 50% di elettori. E se chi vince può tranquillamente ignorare l’astensionismo, chi perde dovrebbe occuparsene per provare a recuperare posizioni e consensi.

Macché. Per l’armocromata o si cambiano gli elettori oppure è meglio continuare a perdere. Perché il “suo” PD deve continuare a puntare sui fondamentali problemi del gaypride, della cancel culture, del diritto all’eleganza, dell’immigrazione senza limiti. Al popolo italiano non piace? Peggio per il popolo. Mica si può continuare ad occuparsi di diritti sociali, di orari di lavoro, di morti sul lavoro: non vogliono morire? Hanno solo da non lavorare.

Il suo deve essere il campo largo arcobaleno, delle Ztl, delle vacanze a Cortina e nel Salento (Capalbio e Courmayeur sono mete per il vecchio Pd), dell’omaggio a Biden in concorrenza con lady Garbatella. E poi bisogna ammetterlo: l’armocromista di Elly è più bravo del consulente per l’abbigliamento di Giorgia. Strano che il popolo bue non se ne renda conto e non corra a votare per Schlein, o per Conte o per Fratoianni. Magari andrebbe bene persino Calenda che è pure dimagrito e potrebbe chiedere a Elly una consulenza sul nuovo look.

Comunque, evitando lo psicodramma ed insistendo con l’agenda, Elly e l’armocromista devono pensare all’abbigliamento idoneo per affrontare il voto in Trentino e in Sud Tirolo. Un abitino in stile schutzen può sembrare eccessivo. E poi lei, come lady Garbatella, è contraria alle autonomie. Bisognerà trovare un giusto abbinamento di colori che ricordi gli abiti tradizionali ma senza esagerare. E il programma? Beh, non è un problema: più lgtbq+ per tutti, qualche monumento da abbattere, più immigrazione senza controllo e qualche consulenza per le vittime delle epurazioni in Rai. Les jeux sont faits, e la sconfitta pure.

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