Arrivano in Ucraina le truppe lituano-polacche. Mentre Zelensky elimina la minoranza ungherese

di Enrico Toselli

 

Piccoli passi verso la guerra nucleare o verso la spartizione dell’Ucraina. Per “mantenere la pace” – che non c’è ma le dichiarazioni atlantiste sulle “missioni di pace” non devono essere contraddette – è stata approntata una brigata congiunta lituano-polacca-ucraina che andrà ad operare proprio nel territorio ucraino. Dunque truppe Nato, addestrate per combattere, in un territorio che non è della Nato e che è in guerra. In palese violazione di ogni regola interna.

Certo, Zelensky sta già ampiamente utilizzando truppe di mercenari arrivati soprattutto dalla Polonia ma anche da altri Paesi. Però quelli sono appunto mercenari mentre ora si tratterà di impiegare truppe regolari.

E se la controffensiva di Zelensky dovesse fallire, è probabile che in Ucraina inizieranno le proteste spontanee contro il folle criminale Kiev. Dunque serviranno truppe addestrate che riportino la pace, soprattutto nelle zone ad ovest dove, casualmente, la popolazione è etnicamente polacca. Una sorta di protettorato, in fondo. Accettabile anche da Putin, in cambio del controllo russo delle aree orientali e sudorientali.

Nel frattempo, per migliorare i rapporti con i vicini, Zelensky sta mandando al fronte, nelle aree più a rischio, i giovani della minoranza ungherese. A Budapest parlano di pulizia etnica. Ed i russi hanno subito liberato, mandandoli però in Ungheria, i prigionieri di origine ungherese. Ma, ovviamente, le piangine dei TG italiani ignorano totalmente l’esistenza della minoranza ungherese che Zelensky cerca di eliminare.

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