A Kiev arriva un nuovo macellaio di fiducia di Biden

di Alberto Capece Minutolo

 

Bisogna dirlo. l’amministrazione americana ha un certo genio per incasinare lee cose scegliere sempre la strada sbagliata dopo l’arrivo a Kiev della Nuland per cercare di disinnescare il conflitto tra Zelensky e il capo dell’esercito Zaluzhny, favorevole alla fine dei massacri e alle trattive, alla fine si è scelto il personaggio peggiore. E’ proprio il genio dell’America. L’ex comico e oggi massacratore a cuor leggere ha scelto come successore a capo dell’esercito il generale  Alexander (Olexsandr in dialetto ucraino) Syrsky suscitando una vera e propria tempesta all’interno del Paese perché si tratta di un comandante odiato dalle truppe ucraine, soprattutto da quelle in prima linea. Viene chiamato “macellaio” ed è conosciuto in altri ambienti come un tritacarne senza scrupoli  che si è rifiutato di cedere di un centimetro a Bakhmut mentre invocava inutili assalti assalti frontali, portando allo sterminio di un intero gruppo dell’esercito sul campo.

Zelensky,  lo elogia per i suoi grandi successi quale la “difesa” di Kiev (che in realtà i russi non volevano prendere) e l’offensiva di Kharkov dove furono i russi a ritirarsi senza combattere perché al tempo non volevano sacrificare troppe forze per quella parte di fronte ed erano invece interessati ad attirare truppe ucraine lontano dai luoghi di maggiore frizione. Ma se questi “successi” sono in qualche modo dubbi  è certo invece che Syrsky  nel 2015, sarebbe stato anche responsabile del famigerato calderone di Debaltsevo dove le truppe ucraine furono circondate dalle milizie del Donbass e persero più di 3000 uomini oltre a tutta l’artiglieria e ai blindati. Nonostante questo smacco gigantesco il suo servilismo lo ha mantenuto a galla nella palude del potere ucraino ed è finalmente arrivato a riemergere alla luce del sole nel momento in cui sull’Ucraina calla il buio. Non perché sia particolarmente abile, ma perché risponde alle richieste di Zelensky e dunque degli americani di non badare al consumo di uomini purché continui a sembrare che l’Ucraina esiste e combatta assieme alla Nato. Tanto ormai è chiaro che semmai si dovrà trovare un altro Paese disposto a fare da serbatoio di carne da cannone, ma adesso è importante che tutto venga sacrificato alla causa della possibile rielezione di Biden.

La prima cosa che farà Syrsky, sarò di buttare tutte le riserve ad  Avdeevka, dove i russi stanno avanzando per mostrare che Kiev merita ancora armi e miliardi. Manderà i suoi soldati ad assalire con scarsissimi mezzi le postazioni russe e a morire  per dimostrare che è più fico di Zaluzhny e il suo signore supremo  non ha scommesso su di lui invano. Zelensky, a sua volta, deve mostrare qualcosa mediaticamente spendibile come successo  per elemosinare più soldi dai suoi padroni occidentali. Né Syrsky né Zelensky si preoccupano di quanti soldati e ufficiali ucraini che moriranno per questi soldi. Hanno sempre un posto dove scappare. E inoltre è sempre meglio avere un comandante odiato dalle proprie truppe che uno amato dalle stesse come Zaluzhny.

Paradossalmente il nuovo comandante dell’esercito ucraino è nato in Russia, non lontano da Mosca e si è diplomato alla prestigiosa Scuola Superiore di Comando Militare, mentre suo padre ex colonnello dell’esercito russo e suo fratello vivono ancora in Russia. La cosa potenzialmente potrebbe rivestire un certo interesse perché rivela qualcosa in più del nuovo comandante: un opportunismo e un servilismo senza confini che lo avevano portato nel 2013, poco prima di Maidan, a festeggiare la Giornata della Russia assieme alla 72brigata di cui era al tempo comandante, mangiando una torta con le bandierine russa e ucraina   Bisogna capire se l’esercito lo seguirò davvero e se vorrà davvero sacrificarsi fino all’ultimo uomo.

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