A bocca chiusa

di Alberto Capece Minutolo 

 

Come certamente saprete quel sinedrio di personaggi pagati a piè di lista  dalle oligarchie occidentali hanno appena dato il via alla caccia ai dissidenti, ovvero a chi sul web esprime idee differenti da quelle considerate giuste da una manica di imbecilli e corrotti, guidati da una ladra. La ragione di tutto questo è che hanno una paura matta del web che al contrario di televisioni e giornali o comunque dei media tradizionali non possono controllare direttamente e a priori.  La stessa cosa sta accadendo in America dove tra un pannolone e l’altro Biden ha deciso  di fare la stessa cosa: poiché l’occidente vive ormai di narrazioni fasulle è chiaro che esse sono in grave pericolo quando escono dai canali ufficiali e controllati per venire discusse da persone che non vengono pagate un tanto a menzogna  mentire o ancora meglio vengono pagate per non pensare. Il tutto viene accompagnato da una stravagante e stupida tesi secondo la quale la libertà di parola può generare odio oppure trarre in inganno le persone rispetto alle tesi ufficiali e dunque va messa da parte: chi mai avrebbe pensato che  queste assurde cazzate sarebbero  state accolte con grande favore dai rimagli della sedicente sinistra che finalmente viene liberata  per legge dall’angoscia della dialettica storica e dalle ultime remore per essere parte della  mera gestione amministrativa e – si fa per dire – culturale  per conto del capitale. E per rendersene conto basterebbe leggere il pezzo del Manifesto sull’editto di Bruxelles per rendersi conto delle acrobazie anguillesche di questi ipocriti per simulare una blanda critica al provvedimento.

Il problema del potere è  il progressivo distacco della popolazione generale dai media tradizionali per affluire sul web: in Usa, tanto per fare un esempio Walter Cronkite  l’“uomo più creduto d’America”  nel 1968 faceva da solo  28 milioni di telespettatori a fronte di poco più di duecento milioni di americani, oggi con 330 milioni quella cifra viene raggiunta dai notiziari di tutte le principali tv, comprese  quelle via cavo. Non parliamo dei giornali la cui crisi è evidente e mostra con chiarezza come essi siano ormai un’attività diseconomica, strutturalmente in perdita,  ma restino un investimento nel potere e una forma di lobbismo. In realtà questi mezzi – fatta eccezione per le persone anziane  –  costituiscono ormai una sorta di corto circuito perché vengono prodotti dall’élite e vengono fruite in gran parte delle stesse, come auto assicurazione che le balle che dicono sono “vere” poiché vengono dette al di fuori di circoli ristretti. Va inoltre considerato  che la tv con i suoi tempi che non consente una vera discussione su qualsiasi cosa, è assolutamente adatta a rappresentare la voce del padrone. E’ per questo che la legge “bocca chiusa” riguarda solo il Web , perché gli altri mezzi di informazione sono sicuri e sterilizzati.

Dunque sì, la censura che ci aspetta è espressione di tirannia incipiente e tuttavia ci mostra anche che essa viene generata dalla paura che la rete di ragno tessuta negli ultimi decenni  finisca per essere strappata e non a caso il provvedimento europeo tutela anche il passato: per esempio se dico che la Serbia è stata  bombardata dalla Nato potrei incorrere nelle ire degli ignobili censori e il pezzo potrebbe essere subito cancellato. Così come se la Russia stravincesse in Ucraina, la commissione potrebbe decidere che si tratta di “disinformazione”, parola estremamente ambigua che  si è evitato di definire con precisione. A mio parere si tratta però di una disperata misura di un milieu politico particolarmente stupido e corrotto, che sente avvicinarsi la fine e tenta in tutte le maniere di rimanere a galla, almeno fino a che la realtà non finirà per sommergerli arrivando da fuori con gli stivali della storia . Però, almeno per residua dignità, bisognerebbe anche prepararsi a combattere per mantenere la libertà di parola organizzando una rete che diffonda le notizie sgradite all’establishment su molti siti, diversi rispetto ai social, facendo impazzire i censori. E creando una rete giuridica che contesti in linea di principio provvedimenti  che sono totalmente anticostituzionali chiedendo risarcimenti che non saranno concessi, ma che daranno il destro di ridifondere i contenuti cancellati.  Insomma i modi  per  lottare ci sono. Ma temo che questo sia troppo faticoso per molti, per troppi abituati e allevati nella pigrizia mentale e convinti, che si può prendere parte a qualcosa solo se questo costa la fatica minima.

I tiranni vincono quando sono le persone a permettere di essere tiranneggiate.

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