Il ritiro della Russia dalla Corte penale internazionale e il mondo multipolare

Putin

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Bisogna dirlo: la Corte penale internazionale è solo un altro mezzo di repressione e di oppressione dei popoli sovrani.

La Russia si è appena ritirata dal Tribunale Penale Internazionale a causa della sua inefficienza e della sua non imparzialità nello scegliere su cosa indagare.

Basta leggere il “Report sull’esame preliminare delle attività del 2016″ per capire che si tratta di una questione di giustizia ad orologeria.

Ne è di particolare esempio il caso dell’Ucraina.

Questo paese non ha firmato lo Statuto di Roma e, pertanto, non riconosce la Corte penale internazionale.

Ma l’attuale governo pretende di intervenire e di portare denunce, sebbene questo stesso governo sia scaturito da un colpo di Stato.

Le indagini riguardano solo i cecchini del Maidan, il Donbass e la Crimea.

Non ci sono state indagini sulla carneficina di Odessa, dove 50 persone sono state bruciate vive, né sul distacco della fornitura di acqua e di elettricità alla Crimea, cosa che potrebbe essere indicata come un crimine contro l’umanità.

Il caso della interruzione di energia elettrica durante l’inverno fatta dall’Ucraina merita la nostra attenzione.

Questo ha causato gravi danni agli abitanti della Crimea perché ha portato alla interruzione nella distribuzione dell’acqua, perché le pompe si sono bloccate e alla interruzione degli impianti di riscaldamento, perché le caldaie si sono spente.

La responsabilità di questi atti di sabotaggio è attribuita a degli “attivisti” tatari.

I leader di questi attivisti, non solo non vengono perseguiti, ma vengono ascoltati come denunciatori di abusi nei confronti dei tatari di Crimea.

Ricordiamo che anche i tatari di Crimea vivono in Crimea e che anche loro hanno subito le conseguenze dei tagli dell’energia elettrica e dell’acqua.

Tra i pochi processi, il caso Milošević è esemplare.

È un uomo che ha dovuto subire undici anni di detenzione preventiva, fatto morire in dubbie condizioni carcerarie e che quest’anno è appena stato riabilitato dallo stesso tribunale che lo ha condannato.

Anche se la Corte Penale Internazionale intende essere un tribunale mondiale, dato che grandi Paesi come Cina, India e Russia non sono o non sono più firmatari dello Statuto di Roma, la legittimità di questa entità diventa quindi solo occidentale.

Stati africani come Sudafrica, Guinea e Burundi, hanno lasciato l’istituto, stanchi di vedere l’Africa ospitare tutti gli uffici del Tribunale Internazionale.

L’ufficio di New York agisce come sola rappresentanza, senza alcun ruolo investigativo.

La Corte Penale Internazionale, l’ONU, l’FMI e altre istituzioni di coercizione assolvono il loro compito.

Queste istituzioni sono state create dagli Stati Uniti, per gli Stati Uniti e per sostenere la loro azione di dominio del mondo.

I popoli non vogliono più allontanarsi dai valori dell’umanesimo, della giustizia, del diritto all’autodeterminazione, e vedono la multipolarità come prerequisito per l’esistenza e per l’indipendenza.

Un mondo libero è prima di tutto un mondo multipolare.

Gli Stati Uniti sono una grande nazione.

Parafrasando Churchill, possiamo dire che

“Se le altre nazioni sono pronte ad imparare da questo grande e rispettabile popolo, queste non intendono farsi fare la morale tutti i giorni”.

Dopo 14 anni di attività, è chiaro che la Corte Penale Internazionale è solo un organo in più al servizio della repressione e dell’oppressione di popoli sovrani.

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