6 personaggi in cerca d’autore ovvero “il caso Soumahoro”

Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro; Liliane Murekatete, compagna del parlamentare; Michel Rukundo, componente del Consiglio di amministrazione di Karibu e figlio della Mukamitsindo; Richard Mutangana e Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanabo Koburangyira in qualità di legali rappresentanti dell’associazione di promozione sociale Jambo Africa con sede legale a Sezze.

Questi i sei personaggi in cerca d’autore  e, di seguito, i fatti.

Le prime  indagini risalgono al 2019 e fanno seguito alle denunce presentate da una trentina di dipendenti delle cooperative di famiglia per il mancato pagamento di stipendi (fino a 22 mesi di arretrati),lavoro nero e “grigio”, maltrattamenti e condizioni di vita precarie. Per non parlare della richiesta, da parte dei sei personaggi,  della produzione di fatture false come modo per ottenere lo stipendio.

Secondo la procura era stato messo in piedi un “collaudato sistema contabile fraudolento” con lo scopo di  intascare fondi pubblici in particolar modo i fondi dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, il progetto del ministero dell’interno per l’accoglienza di immigrati irregolari attraverso il quale un’associazione riceve i fondi necessari dallo stato per occuparsi dei rifugiati (sì, i famosi 30 euro al giorno)

 Il risultato dell’inchiesta è stata l’apertura, fra gli altri, di un fascicolo che indaga Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e l’altro figlio per il reato di <<malversazione*>> per la  “spregiudicatezza” con cui sono stati spesi i soldi “nell’acquisto di beni presso negozi di abbigliamento di lusso tra cui Ferragamo a Roma”. (*Questo tipo di reato si compie quando qualcuno impiega denaro non di sua proprietà per altri fini, che non siano quelli designati da chi quei soldi li ha dati.)

Per gli inquirenti il quadro era piuttosto semplice: i responsabili utilizzavano delle “società schermo” per falsificare i conti ed effettuare delle fatture per prestazioni inesistenti. Questo avrebbe permesso alle cooperative di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto per il periodo che va dal 2015 al 2019. Inoltre, i procuratori hanno sentito degli ex lavoratori delle due cooperative, i quali hanno riferito anche irregolarità sulla richiesta alla regione di fondi per l’accoglienza: “Molti ospiti del progetto Sprar si allontanavano dalle strutture per ricongiungersi ai familiari e di questi i responsabili della Karibu venivano informati immediatamente, ma non provvedevano a espungerli dalla lista, tenendoli iscritti per tre o quattro mesi, continuando così a percepire il contributo per l’ospite che in realtà si era allontanato”, ha riferito un ex lavoratore. 

Ma il caso Aboubakar Soumahoro non è un caso:  mai iscritto al registro degli indagati, mai accusato di aver preso parte alle faccende della moglie, mai sentito o interrogato dalla stessa procura. Il motivo, forse, per cui si parla nonostante tutto di un “caso Soumahoro” è da legare al contesto nel quale tutta la questione è venuta a galla. 

Siamo subito dopo le elezioni del 25 settembre 2022 e Ababoukar è appena stato eletto con il gruppo Verdi e Sinistra italiana a palazzo Montecitorio. In occasione della prima riunione delle camere, il deputato si presenta con gli stivali al posto di scarpe eleganti ed entra nel palazzo rivendicando le umili origini da cui proviene. Nato in Costa d’Avorio, Soumahoro è in Italia dal 1999, dove si laureato in sociologia e dove ha iniziato a fare il sindacalista. I suoi temi più forti? Migranti, caporalato, lavoro minorile, precarietà, povertà, integrazione. L’approdo in parlamento non può che essere stato il coronamento di una vita fatta di battaglie per i diritti. 

Posto sbaglio e nel momento sbagliato, però. Sono bastati pochi giorni perché una denuncia alla prefettura di Latina si trasformasse in un caso d’interesse nazionale. D’altro canto c’è poco da dire: le accuse mosse ai vertici della coop Karibu, i sei personaggi in cerca d’autore, andavano contro ogni principio etico che Soumahoro portava avanti e, sebbene lui non fosse direttamente coinvolto, era per forza di cose un in-diretto interessato. Almeno sul versante più politico della faccenda perché è fondato il sospetto che fosse implicitamente coinvolto, nonostante non risulti iscritto nel registro degli indagati, non poteva non sapere cosa stesse succedendo.

Athena

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