Trattato di Dublino III, chi lo ha firmato in Italia? Cosa prevede?

Trattato di Dublino III

Cos’è il Trattato di Dublino? Ecco chi l’ha firmato, cosa prevede per gli immigrati e i rifugiati la III Convenzione sui migranti che divide Italia e Europa

Trattato di Dublino IIICosa dice il Trattato di Dublino e soprattutto che cos’è? La norma internazionale che ha innescato le polemiche politiche degli ultimi mesi tra l’Italia e il resto d’Europa continua ad essere al centro dell’attenzione in uno scenario mondiale in cui l’emergenza immigrati continua a preoccupare il Vecchio Continente sia per le risorse da attuare per il contenimento ma soprattutto per il giro di vite che sono andate perse negli ultimi anni. Ecco la storia del Trattato di Dublino, com’è nato, come si è evoluto, cosa prevede, chi sono i firmatari in Italia e come s’intende superarlo.

Trattato di Dublino cos’è?

Gli accordi di Dublino, in origine Convenzione di Dublino, è un regolamento internazionale nato più di vent’anni fa, nel 1990. Con l’incremento dei flussi migratori negli anni Novanta l’Unione Europea cercava i primi metodi per far fronte a quella che negli anni Duemila è diventata una vera e propria emergenza, dagli immigrati in Italia 2015 ai flussi che tutti i paesi europei stanno affrontando in questi ultimi mesi con molteplici difficoltà. La vera e propria finalità del Trattato di Dublino è quella regolamentare le istanze per i rifugiati politici e di guerra, facendo in modo che un immigrato non possa presentare più di una domanda di asilo politico. Tuttavia la struttura dell’accordo ha fatto si che il primo paese ospitante è quello che prende in carico l’istanza, creando una notevole disparità tra i paesi che sono più facilmente raggiungibili rispetto ad altri, come ad esempio l’Italia, l’Ungheria, la Grecia, la Spagna e il Portogallo. Questa situazione ha dato vita ad un problema politico dalla grandezza nazionale (dati gli scontri in Italia), europeo (date le differenze di pensiero in Europa) nonché mondiale data la forte emergenza immigrati di questi ultimi anni. Ma come nasce e cosa dice il Trattato di Dublino?

Cosa prevede il trattato per il diritto d’asilo in Europa?

Che cos’è il Trattato di Dublino? È un trattato internazionale che regola i diritti di asilo politico in Europa e nei paesi che li hanno sottoscritti.

La Convenzione di Dublino: in origine il nome era quest’ultimo. Firmata il 15 giugno del 1990 a Dublino, fu fondata dai primi 12 paesi firmatari quali: Belgio, Danimarca, Francia, Germani, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito che la videro entrare effettivamente sette anni dopo, 1 settembre 1997. Nello stesso anno anche Austria, Svezia (1 ottobre 1997) e Finlandia (1 gennaio 1998) adottarono il trattato. Con questo primo accordo l’Europa cercava di fornire la dovuta assistenza ai rifugiati politici creando un regolamento internazionale per le istanze di asilo politico, basato sulla Convenzione di Ginevra del 1951 e sul Protocollo di New York del 1967.

Trattato di Dublino II: è il 2003 e con i cambiamenti dei flussi migratori l’Europa mette mano alla Convenzione di Dublino modificandone alcuni tratti e rinominandola Trattato di Dublino II. Con quest’ultimo si crea una banca dati a livello europeo dove vengono inserite le impronti digitali di coloro che fanno richiesta di asilo politico nei paesi membri.

Trattato di Dublino III immigrazione:

Trattato di Dublino III: è il giugno del 2013 e l’Unione Europea modifica nuovamente alcuni aspetti dell’originaria Convenzione di Dublino dando vita ed approvando il Trattato di Dublino III.

Data: quest’ultimo entra in vigore il 19 luglio del 2013 investendo tutti gli stati membri ad eccezione della Danimarca.

Che cosa dice? Il Trattato di Dublino regola le domande di asilo politico secondo cui il primo Stato dove un immigrato arriva e fa richiesta di asilo politico e competente sull’istanza stessa.

In breve il riassunto del trattato di Dublino: si tratta di un accordo internazionale che ha il fine di regolare il flusso migratorio grazie alla creazione di una banca dati a livello Europeo di quelle che sono le impronte digitali degli immigrati clandestini che fanno richiesta di asilo politico. Come riportato dal Trattato di Dublino, lo Stato che per primo ospita il cittadino extracomunitario che ha i requisiti per avanzare la richiesta di asilo politico, ne è competente per l’elaborazione della domanda e si prenderà cura di ospitare lo stesso richiedente. Difatti se quest’ultimo si sposta in un altro paese viene rimandato nello Stato in cui è arrivato come immigrato, ovvero quello in cui ha presentato la domanda di asilo politico. Ad esempio, sulla base del Trattato di Dublino III, se un immigrato arriva dall’Africa in Italia dovrà fare obbligatoriamente in quest’ultimo paese la richiesta di asilo politico. Se nel frattempo si sposta in Francia o in Germania, le autorità competenti lo riconsegneranno all’Italia, ovvero al paese che per primo lo ha ospitato. Inoltre la banca dati europea consentirà alle autorità tedesche e francesi di verificare dove è stata fatta la prima domanda.

Migranti e rifugiati politici: quanto regolato dal Trattato di Dublino ha creato una disparità nell’avanzamento delle richiesti di asilo politico e associazioni internazionali come UNHCR, Il Consiglio Europeo per i Rifugiati nonché il Commissario del Consiglio d’Europa hanno criticato la procedura degli accordi di Dublino dato che creano una disparità di diritti per via delle diversità degli Stati ospitanti (sicuramente in Grecia si riceverà un trattamento diverso rispetto l’Italia così come per la Germania, la Francia e tutti gli altri paesi membri).

Immigrati: riceveranno un trattamento diverso sulla base della nazione ospitante e i tempi d’attesa e la loro tutela in ambito di diritti varia dai paesi più ricchi a quelli più poveri, nonché dai paesi che garantiscono una maggior tutela rispetto ad altri. Un contesto difficile che divide l’intera Europa che sta cercando di superare questo meccanismo.

Chi sono i firmatari in Italia?

Chi ha firmato il Trattato di Dublino? Se gli effetti del Trattato di Dublino hanno creato una rottura in ambito europeo, la stessa frattura si è creata nel precario equilibrio politico italiano dove i diversi partiti politici hanno punti di vista differenti su questo accordo internazionale.

La Lega Nord di Matteo Salvini da sempre incentra la sua politica sugli immigrati e così l’attuale leader del Carroccio ha accusato il Partito Democratico di aver ratificato il Trattato di Dublino III durante il periodo del Governo Letta quando Cécile Kyenge era a capo del Ministero dell’Integrazione.

Angelino Alfano e Annamaria Cancellieri, però, furono effettivamente i ministri che parteciparono all’assemblea del Consiglio dell’Unione Europea del 6 e 7 giugno 2013 quando fu ratificato il Trattato di Dublino III. All’epoca Angelino Alfano ricopriva le vesti di Ministro dell’Interno mentre Annamaria Cancelleri quelle di Ministro della Giustizia. In risposta alle accuse di Matteo Salvini sono arrivati i dati della ratifica del Trattato di Dublino II quando l’Esecutivo era nelle mani del Governo Berlusconi.

Roberto Maroni era a capo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali così come altri membri della Lega Nord erano all’interno del Governo che fondamentalmente era tenuto in piedi dall’unione di Berlusconi e Bossi. Infatti Umberto Bossi era Ministro delle Riforme Istituzionali (sostituito il 20 luglio del 2004 da un altro esponente della Lega, Roberto Calderoli) e Roberto Castelli Ministro della Giustizia. Mentre le polemiche e le accuse rimangono sterili sull’emergenza immigrati, l’Europa continua il suo percorso che dovrebbe portare ad un superamento del Trattato di Dublino.

La sospensione del Trattato di Dublino

Mentre le istituzioni europee cercano un’alternativa agli accordi internazionali di Dublino si sono verificate diverse sospensioni nel corso del 2015, un anno nero per tutte le morti in mare degli immigrati che cercano di raggiungere l’Europa, nonché un anno in cui il Vecchio Continente si è ritrovata a dover fare i conti con l’emergenza immigrati, fortemente incrementati dalla guerra in Siria. Infatti il 24 agosto 2015, dopo scontri politici durati mesi tra i principali leader EU, la Germania ha deciso di sospendere il regolamento di Dublino per quanto riguarda i profughi siriani. Quindi quest’ultimi, che per arrivare in Europa nella maggior parte dei casi passano per l‘Ungheria come primo paese, hanno la possibilità di avanzare l’istanza di asilo politico nel suolo tedesco dove lo Stato della Germania si prende cura di elaborare caso per caso (senza più rimandare in Ungheria gli immigrati siriani come stabilito dal Trattato di Dublino). Le istituzioni europee stanno ora cercando delle alternativa anche se rimane la rottura tra i diversi paesi della Comunità.

Il Trattato di Dublino IV

Il Trattato di Dublino IV potrebbe essere l’evoluzione di questo accordo internazionale nato nel 1990. L’emergenza immigrati ha messo a dura prova l’intera Europa e l’Unione Europea, seppur divisa nei modi di agire, sta cercando una via istituzionale per risolvere il problema e placare l’emergenza che nell’ultimo anno ha aumentato il giro di vite perse per i meno fortunati che hanno provato a scappare dalla guerra per arrivare in Europa senza però terminare il loro viaggio. In uno degli ultimi interventi al Parlamento Europeo Angela Merkel e Francois Hollande hanno evidenziato che è arrivato il momento di superare l’attuale Trattato di Dublino e che le circostanze per farlo richiedono un’Europa più coesa. Probabilmente potrebbe nasce il IV Regolamento di Dublino oppure la norma potrebbe essere scavalcata da una nuovo accordo internazionale. Saranno le prossime decisioni istituzionali e fare la differenza.

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