Terminologie ai tempi del ricchionesimo

Terminologie ai tempi del ricchionesimo

Terminologie ai tempi del ricchionesimo

Il termine ricchione è sempre più pronunciato dagli italiani ma è sempre più vietato nel linguaggio parlato, questo perché la religione del ricchionesimo continua la sua intransigenza linguistica e la sua ingerenza comuncativa. Vediamo un po’ alcuni spunti sul significato:

Su wikizionario: Aggettivo

  1. (volgareomosessuale di sesso maschile

Sillabazione
ric | chió | ne

Etimologia / Derivazione
Deriva dal veneziano “recion”, veniva chiamato in questo modo lo schiavo di colore che al tempo dei dogi aveva l’obbligo di darsi sessualmente ai prigionieri nelle carceri veneziane, il suo arrivo nelle celle era scandito dal suono di un pesante campanello posto come orecchino causandone la deformazione dell’orecchio. Da qui orecchione “recion”

Note / Riferimenti

  • Gabrielli Aldo, Vocabolario della Lingua Italiana, edizione online su hoepli.it

Il comparto LGBT si è poi inventato un lessico dell’omofobia ovvero l’insieme di epiteti utilizzati per indicare in modi denigratori e offensivi le persone omosessuali. Secondo una loro teoria e un’ignota ricerca i termini più comunemente utilizzati nella lingua italiana per indicare in termini di disprezzo il maschio omosessuale sono frocio e finocchio; tali termini trovano corrispondenza negli inglesi fag e faggot [2], nello spagnolo maricón, nel francese pedé e nel turco ibne.

Nel linguaggio LGBT è, invece, in diverse occasioni utilizzato in maniera molto più benevola e amichevole al femminile o come vezzeggiativo, diventando quindi fròcia, frocétto o fròcia persa.

Oggi, purtroppo, il termine ricchione è punito, per il momento non per legge, ma da tutti quei settori che supportano il movimento del ricchionesimo che sta portando alla mattanza del dissenso, ciò implica che il popolo deve allinearsi a quell’idea e a non pensare diversavemente

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