Slovacchia: l’UE non ha saputo gestire immigrazione

ministro degli esteri slovacco Miroslav Lajchak

Il sistema delle quote per la distribuzione obbligatoria dei migranti clandestini negli stati dell’Unione europea è stata una decisione amministrativa precipitosa.

ministro degli esteri slovacco Miroslav Lajchak
Ministro degli esteri slovacco Miroslav Lajchak

L’Unione europea non si è rivelata un laeder forte all’inizio della crisi dei migranti, ha dichiarato ai giornalisti il Ministro degli Esteri della Slovacchia Miroslav Lajchak.

“all’inizio della crisi (dei migranti) non si percepiva che noi (stati dell’ue) eravamo capaci di avere un’unica politica che può essere adottata e realizzata tutti insieme. Al posto di questo si sono scoperti i tentativi dei singoli stati o di gruppi di stati cercare soluzioni parziali, ma la soluzione può essere solo in una forte e unita Unione europea, ha detto Lajchak.

Secondo lui, si è dimostrato anche la posizione diversa di ogni stato europeo, alcuni di quelli che rientrano nell’eurozona, alcuni nel territorio Schengen, e altri sono esclusi dalla realizzazione dei regolamenti dell’UE.

Lajchak sostiene che il comportamento del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), nel corso della crisi dei migranti, ha stupito molti nell’Unione europea.

“questo ha dimostrato qualcosa di nuovo, in quanto finora noi ci siamo comportati disciplinatamente e non abbiamo arrecato (all’Unione europea) nessun problema. Ne una delle crisi con le quali l’UE si batte negli ultimi 6-7 anni proviene dai nuovi stati. I partner evidentemente sono abituati al fatto che noi siamo sempre d’accordo e accettiamo le soluzioni proposte”, ha sottolineato il ministro.

Stavolta, riguardo il problema della migrazione, la voce dei paesi del gruppo di Visegrad è stata molto sonante e a questo alcuni partner occidentali hanno reagito in modo assai smodato.

Il ministro ha ricordato che dalle capitali occidentali risuonavano perfino le proposte di limitare i fondi finanziari dell’UE ai paesi del gruppo di Visegrad. Una cosa del genere non può essere realizzata perchè tra i fondi europei e le quote (per il ricevimento dei rifugiati) non c’è nessuna connessione. Alla fin fine ha prevalso lo spirito europeo. Vale a dire, la consapevolezza che una visione diversa non porta con sé un problema, ma piuttosto un argomento per prestare ascolto gli uni agli altri”, ha detto Lajcak.

Secondo il ministro slovacco, il sistema proposto dalla Commissione europea delle quote per la distribuzione obbligatoria dei migranti irregolari nei paesi dell’UE è stata una precipitosa decisione amministrativa, senza una vera discussione preliminare, per giunta imposta con voto a maggioranza in una riunione dei capi del Ministero degli Affari Interni dell’Unione. Ciò ha logicamente provocato un’ondata di malcontento da parte degli avversari delle quote, ha detto Lajcak.

“Per me, da tutto questo scaturisce un’unica conclusione: i problemi europei dovrebbero essere risolti attraverso la discussione approfondita e sulla base del consenso universale”.

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