Scandalo Volkswagen, gli Stati Uniti indagano, l’UE no

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VolksWagenSi allarga lo scandalo delle emissioni truccate da Volkswagen e il titolo precipita in Borsa per il secondo giorno consecutivo. In una nota, il gruppo tedesco ammette: un’inchiesta interna ha rivelato l’utilizzo del software incriminato che alterava le emissioni inquinanti, oltre che sui quasi 500.000 veicoli venduti negli Usa, anche in altri 11 milioni di veicoli diesel venduti nel resto del mondo. Il gruppo tedesco ha inoltre annunciato accantonamenti record di 6,5 miliardi nel bilancio del terzo trimestre in vista della maxi-multa in arrivo dalle autorità americane e a questo punto anche anche da altri organismi di controllo. La notizia ha subito innescato una raffica di vendite in Europa: il titolo precipita del 23% in Borsa dopo il -18,6% di ieri.

La Francia chiede un’inchiesta «a livello europeo»
La Francia intanto ha sollecitato un’inchiesta «a livello europeo» dopo la rivelazione che la casa automobilistica tedesca installava su determinati modelli diesel un programma per ingannare i controlli anti-inquinamento negli Stati Uniti. È necessaria un’inchiesta «a livello europeo» per «tranquillizzare» i cittadini e anche controllare le altre case automobilistiche europee, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Michel Sapin, parlando all’emittente Europe 1.

Ue vuole chiarezza ma non può avviare indagine
La Commissione europea è in contatto con le autorità tedesche e con la Volkswagen e vuole che sulla questione del software per «ingannare» i controlli sulle emissioni sia fatta luce, ma non ha poteri per avviare un’indagine di settore. È quanto fa sapere una fonte comunitaria dopo l’indagine negli Stati Uniti, ricordando che la possibilità di far partire un’indagine di settore a livello Ue riguarda solo il settore della concorrenza. In ogni caso, la competenza sui test sulle automobili è della Dg Industria, guidata dalla Commissaria polacca Elzbieta Bienkowska.

Usa: Volkswagen al centro di indagine penale su emissioni
Il dipartimento americano di Giustizia sta conducendo un’inchiesta penale su Volkswagen, che ha ammesso di avere barato nei test federali riguardanti le emissioni di diossido di azoto di alcuni dei suoi motori diesel. Lo scrive Bloomberg citando due funzionari statunitensi. La casa automobilistica tedesca – venerdì scorso accusata dal governo americano di avere deliberatamente manipolato quasi mezzo milione di vetture vendute nel 2008 per raggirare leggi americane sulle emissioni inquinanti – ha chiesto personalmente scusa per “avere violato la fiducia dei nostri consumatori e del pubblico”. Lo ha detto l’amministratore delegato Martin Winterkon in un comunicato diffuso ieri, in cui ha spiegato che il gruppo sta collaborando con le autorità. Volkswagen – il più grande gruppo nel settore auto europeo per vendite – ha inoltre commissionato un’indagine esterna. L’azienda rischia una pena pecuniaria pari a 37.500 dollari per vettura, oltre 18 miliardi.

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