Russia, le sanzioni rilanciano la produzione interna

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L’embargo su alcuni prodotti favorisce il ritorno al Made in Russia. E la Federazione riscopre così una vocazione agricola dimenticata negli ultimi anni

I venti della recessione non hanno colpito il settore dell’agricoltura russa, che negli ultimi mesi sta riscoprendo una vitalità che si era persa per diverso tempo. Merito delle sanzioni incrociate tra Occidente e Russia, che hanno spinto la Federazione a riscoprire la produzione domestica. “L’introduzione nell’agosto 2014 dell’embargo sulle forniture di prodotti provenienti da una serie di paesi ha favorito la politica di sostituzione delle importazioni”, spiega Elmira Krylatykh, titolare della cattedra di Economia aziendale presso l’Accademia russa di Economia nazionale e Pubblica amministrazione sotto la Presidenza della Federazione Russa (RankhiGs). L’esperto sottolinea che negli ultimi nove mesi il calo del valore delle importazioni è del 27%, con un picco del 33% per quel che concerne carne e latte. Numeri importanti, che hanno portato i russi a ripensare i sistemi e il ritmo della produzione.

 

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