Renzi e le sue menzogne sui Marò

Marò

Continua il bluff del governo Renzi sui Marò. I tanto annunciati appelli circa l’arbitrato internazionale si sono rivelati una panzana.

MaròUno dei due commilitoni, Massimiliano Latorre, è stato colpito da una leggera ischemia, grave sintomo della condizione di malessere che i nostri connazionali stanno attraversando. I due fucilieri di Marina sono ancora in India dal 15 febbraio 2012. In totale sono due anni e sette mesi. Proprio da sette mesi, a causa del susseguirsi dei governi tecnici Monti e Letta, la questione è passata tra le priorità dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, ultimo, in ordine cronologico, dei premier nominati, senza essere eletti dal popolo italiano. In questi mesi la situazione non è cambiata di una virgola. Anzi, gli unici sviluppi hanno riguardato, appunto, la salute di uno dei due fucilieri di Marina detenuti a New Delhi, Massimiliano Latorre, colpito da un’ischemia domenica scorsa. Per il resto la giustizia indiana ha fatto il suo solito corso, tanto lento quanto sterile, assistita dall’impotenza della politica italiana. Si sono rivelati totalmente infondati gli annunci con cui il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, aveva annunciato l’avvio della procedura di arbitrato internazionale per tentare di riportare a casa i due Marò. Nelle scorse settimane, infatti, il colloquio telefonico tra Renzi e il premier indiano eletto lo scorso maggio, Narendra Modi, ha prodotto solamente un umiliante “fatevi gli affari vostri!”. Il presidente indiano ha invitato l’Italia ad attendere i tempi della giustizia indiana, sottolineando come il nostro governo non può avere alcuna voce in capitolo. Un esecutivo che si rispetti avrebbe alzato la voce, avrebbe coinvolto gli organismi internazionali di cui fa parte, come Ue, Nato e Onu e avrebbe minacciato il ritiro dei contingenti italiani dalle missioni internazionali fino all’avvenuto rilascio dei due fucilieri di Marina, da parte delle autorità indiane. E invece no, Renzi ha incassato in silenzio ed è tornato, con la coda in mezzo alle gambe, a fidarsi della giustizia indiana che, secondo Narendra Modi, produrrà una soluzione giusta e rapida. Talmente rapida e giusta che da due anni e mezzo non ha prodotto nulla. Tra l’altro, come ha sottolineato il senatore Luis Alberto Orellana, membro della commissione Esteri di Palazzo Madama, non ci sono neanche i capi di imputazione che, una volta confutati, dimostrerebbero la loro completa innocenza. Niente da fare, le premesse per un dialogo tra Italia e India, attraverso il suo nuovo presidente da poco insediato, non sembrano esserci. È quanto constatato amaramente anche da Vito Alò, delegato del Cocer della Marina Militare, che auspica la ripresa della strada dell’arbitrato internazionale, stavolta in maniera concreta. L’ipotesi di un processo dei nostri fucilieri di Marina in India, non può essere accettata. In questo modo i militari che partono nelle varie missioni all’estero non si sentirebbero minimamente tutelati da un Paese che sta dimostrando di voltare loro le spalle.

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