Il redditometro, strumento plutocratico

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redditometroStrumento fiscale saltato agli onori della cronaca già nel 2010 con il Governo Berlusconi, oggi il redditometro trova nuova attualità grazie al decreto ministeriale (pubblicato il 4 gennaio 2012 sulla Gazzetta Ufficiale) con il quale esso trova piena realizzazione. Ma cos’è il redditometro? Nato come strumento per combattere l’evasione fiscale, il redditometro serve per stimare la media delle spese di ogni contribuente al fine di confrontarle con il reddito dichiarato, così da capire se i due valori siano coerenti l’uno rispetto all’altro. Qualora ci fosse troppa discrepanza (oltre il 20%) tra le spese effettuate e il reddito dichiarato, verrà aperta la pratica di accertamento da parte dell’agenzia delle entrate. Il redditometro si basa su una tabella contenente tutti i settori in cui una persona può spendere: dagli investimenti immobiliari, passando all’abbigliamento e terminando nei prodotti per la cura della persona, niente sembra essere escluso dal nuovo strumento fiscale che, incrociato con i dati ISTAT (divisi per tipologia di famiglia e area geografica di residenza) relativi ad ogni singolo settore, riuscirà a elaborare il totale approssimativo delle spese effettuate da ogni famiglia italiana.

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