Potranno restare al massimo 5-10 giorni
La prima struttura, promessa dalla sindaca di Parigi, gestirà 400 ospiti che saliranno a 600.
A fine anno, verrà aperto un secondo sito destinato a famiglie, donne e bambini, ora reindirizzati ad altre destinazioni.
La struttura sarà gestita da 120 persone assunte insieme a 500 volontari
È la parola scritta in diverse lingue su un cartello che accoglie i primi immigrati arrivati nel “Centro umanitario di prima accoglienza di Parigi Nord“.
La struttura “è ufficialmente aperta” ha detto alla France Press Aurélie El Hassak-Marzorati, direttore esecutivo del centro, poco dopo le 9, accogliendo tre eritrei.
Il centro, promesso prima dell’estate dalla sindaca della capitale francese Anne Hidalgo, è situato sul Boulevard Ney, non lontano da Montmartre, dal mercato delle pulci e dalla Porte de la Chapelle.
Ed è esclusivamente riservata agli uomini: ospiterà circa 400 ospiti (saliranno a 600 entro la fine dell’anno).
Ma si prevede che accoglierà circa 1.500 uomini al mese.
Mentre una seconda struttura, stavolta dedicata alle donne, famiglie e bambini, ora reindirizzati in altre strutture cittadine, sarà aperta entro “fine anno o all’inizio del prossimo” a Ivry-sur-Seine, ha riferito alla France press Bruno Morel, direttore dell’associazione Emmaus Solidarité incaricata di gestire i centri.
Entrambe le strutture sono concepite come luoghi di transito.
Rifugiati e richiedenti asilo potranno restarci per massimo 5-10 giorni.
Centoventi persone assunte, assieme a 500 volontari, saranno impegnate a lavorare nell’assistenza degli immigrati in quello che i francesi definiscono il “centro di transito più grande d’Europa”.
Mentre la ong Médecins du Monde coprirà la parte di assistenza sanitaria.
Questo intervento sarà sufficiente per assorbire i flussi migratori che convergono ogni giorno a Parigi?.
”Questo, ha risposto il direttore di Emmaus Solidaritè interpellato dalla France Press, è qualcosa di sperimentale, che dovrà essere valutato”.
Aggiungendo che l’esperimento dovrebbe essere esteso ad altre regioni perché, ha detto Morel, “la solidarietà deve essere esercitata ovunque”.
Dall’inizio della crisi immigrazione a Parigi nell’estate del 2015 sono stati evacuate un totale di 21mila persone, accampate per strade e parchi della città soprattutto nella zona nord-est.
Si tratta per lo più di cittadini eritrei, somali, afghani, pachistani e iracheni.
L’ultimo sgombero è avvenuto il 4 novembre nel quartiere Stalingrad, dove dormivano all’addiaccio circa 4mila persone.