Palermo: condannato a cinque anni scafista senegalese

Palermo: condannato a cinque anni scafista senegalese

Arrestato dopo lo sbarco di più di mille immigrati nel luglio 2016

Palermo: condannato a cinque anni scafista senegaleseIl collegio della quarta sezione del tribunale di Palermo ha condannato a cinque anni di reclusione lo scafista senegalese Hassan Seke, arrestato a Palermo durante lo sbarco del 7 luglio 2016 in cui vennero accolti 1.038 immigrati salvati in cinque distinte operazioni nel canale di Sicilia dalla nave norvegese Siem Pilot. Il pubblico ministero Giorgia Spiri aveva chiesto nella requisitoria una condanna a otto anni. Seke venne riconosciuto da altri immigrati mentre tentava di confondersi con i richiedenti asilo. Gli agenti della sezione immigrazione della squadra mobile lo fermarono il giorno dell’arrivo al porto di Palermo. Durante la perquisizione gli trovarono un telefono cellulare con alcuni numeri di telefono libici. Dopo l’arresto lo scafista disse al gip di aver ricevuto l’incarico di condurre l’imbarcazione sotto la minaccia di un soggetto libico armato che gli disse di seguire una determinata rotta per cinque ore. Secondo il racconto dei migranti che hanno riconosciuto lo scafista, la piccola imbarcazione salpò dalla spiaggia di Sabrata alle 22 del 4 luglio 2016 con 35 immigrati a bordo: tutti cittadini bengalesi tranne una famiglia con bambino libica e due persone di colore, di cui uno alla guida. I testimoni raccontano anche le concitate fasi del soccorso in mare:

“L’uomo che guidava l’imbarcazione, per tutto il tempo della traversata è rimasto sempre davanti al timone, ma quando siamo stati avvistati dalla nave, si è subito spostato in mezzo a noi, in una posizione tale da essere fra i primi ad essere salvato”.

E sempre dal racconto in aula degli immigrati è emerso come lo scafista non sia stato minacciato dai trafficanti libici di uomini, “ma sembrava fossero d’accordo. I libici erano armati ma non lo hanno minacciato, lui è arrivato per ultimo, quando tutti noi eravamo già sulla barca”.

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