Meglio bruciare la chiesa se serve per immigrati

La chiesa parrocchiale di San Martino a Onzo

 La chiesa parrocchiale di San Martino a Onzo

La chiesa parrocchiale di San Martino a Onzo

Nel paese alle spalle di Albenga grande felicità sulle parole del sacerdote che ora ribadisce: “E’ casa mia, ospito solo i miei genitori”

“Anziché (ndr) dare la canonica ai migranti la brucio”: altro che l’appello all’accoglienza di Papa Francesco. Quassù, sulle colline liguri dell’Albenganese, il parroco di Onzo non è d’accordo. E secondo alcune testimonianze dei cittadini, non avrebbe usato mezze parole. Lo racconta Giuliano Arnaldi, consigliere comunale: “Ha detto proprio così, me l’ha ribadito di persona, quando gli ho telefonato per organizzare l’accoglienza in paese – spiega Arnaldi – Ma a quanto so lo aveva già detto sul sagrato della chiesa. Sempre così: brucio la canonica piuttosto che darla ai migranti. Sono parole sconcertanti”.

“La canonica è casa mia e in casa mia non ospito nessuno, al massimo i miei genitori, di sicuro non i profughi”. Il motivo? “Evangelicamente bisognerebbe accogliere, lo so, ma i problemi concreti nei paesi sono altri, noi non abbiamo spazio, qui ho la canonica e poi un altro appartamento già dato a una famiglia bisognosa. Cosa dovrei fare, ospitarli in cassa mia?”.

Il dibattito è sulla bocca di tutti in questo piccolo centro di 235 abitanti in provincia di Savona. Si era acceso qualche giorno fa, con la notizia che alcuni dei migranti in arrivo in Liguria sarebbero stati destinati proprio qui. “In realtà era un’informazione scorretta e non è arrivato nessuno – spiega Arnaldi – ma la voce è bastata per fomentare il dibattito tra favorevoli e contrari all’accoglienza. Con piacere si è subito capito che il parroco è tra i contrari: ed è grave che faccia affermazioni così forti, lui che è della stessa chiesa di Papa Bergoglio”.

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