L’intervento della Russia in Siria

12Un Generale Magg. egiziano, il “Generale dei Generali” Amin Hoteit e la deputata siriana Saadeh raccontano una svolta politico-militare che può cambiare le sorti a Damasco.

di Talal Khrais

DAMASCO – «Per la Russia l’Occidente non ha fatto altro che creare disordine e guerre assurde: in Iraq, in Libia e in Afghanistan. Cosa hanno portato al Mondo e all’Europa stessa? Solo il caos, guerre civili, disoccupazione e ondate di migrazioni bibliche incontrollabili». Sono le parole del “Generale dei Generali” Amin Hoteit (così chiamato per la sua esperienza e la sua conoscenza geopolitica e degli scenari strategici) che abbiamo incontrato a Damasco. «L’Occidente fronteggia tante sfide per via degli errori commessi, sfide sempre più imprevedibili, compreso il fatto che la Russia oggi è in campo e sfida apertamente la Nato. La Russia che abbiamo conosciuto, disponibile al dialogo ad ogni costo, non c’è più. Ormai ritiene le avventure occidentali imperdonabili, basti pensare come ha reagito con il ricongiungimento a Mosca della Crimea, e come si muove oggi in Siria dove sfida apertamente qualsiasi Stato che minacci l’integrità e la sovranità del Paese». Poi Hoteit riepiloga i tentativi del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, intesi «a convincere Ue e Usa a cambiare idea sulle sanzioni, che sulla Siria sono cadute nel vuoto, senza tener conto delle conseguenze che destabilizzano il Mondo. L’Occidente deve stare attento, La Russia di Putin fa paura e va allo scontro, basta guardare qui in Siria. Dopo la decisione degli Stati Uniti di addestrare la cosiddetta opposizione moderata, si vede come risponde Mosca: ponte aereo Russia-Siria, apertamente, senza guardare in faccia a nessuno».

Le parole sul sostegno russo alla Siria corrispondono alla realtà. Spostandoci a piedi lungo le strade di Damasco possiamo vedere gli ufficiali russi in divisa, che camminano con il passo di chi si sente a casa come fosse a Mosca.
«La Russia sta inviando armamenti in Siria per rafforzare l’esercito siriano nella lotta contro il terrorismo» afferma la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. E spiega che «la minaccia terroristica ha raggiunto un livello senza precedenti in Siria e nel vicino Iraq, gli armamenti consegnati all’esercito siriano servono per scoraggiare tale minaccia».

«Anche se non ci sono truppe di terra, il Cremlino sembra pronto a intensificare il suo supporto a Damasco, senza dare nessuna importanza all’allarme degli Stati Uniti, che fanno pressioni in tutte le direzioni: la richiesta di Washington a Grecia e Bulgaria di negare ai voli russi diretti in Siria il permesso di attraversare i loro spazi aerei. Anzi la Russia sta allestendo l’equivalente di una base militare avanzata a Latakia, nel nord ovest della Siria.» Sono le parole del Generale Maggiore Egiziano Safwat al Zayat, di cui abbiamo potuto raccogliere l’opinione al telefono. Gli chiediamo: quali sono le armi che i russi forniscono alla Siria?

«Esiste in questo momento un ponte aereo. Quel che manca all’Esercito Siriano è recuperabile, basta pensare che le flotte russe sono dal 2013 a Tartus e Latakia. Oltre ai nuovi MIG 29 consegnati alla Siria, i russi nelle basi in Siria possiedono missili balistici. E aiutano l’Esercito siriano durante le operazioni.» conclude l’ufficiale egiziano.

E se i cieli di Sofia e Atene si chiudono, nessuno ferma l’intervento massiccio russo in Siria: «Useremo rotte alternative per consegnare aiuti umanitari e armi alla Siria bypassando la Bulgaria,che ha negato il permesso di sorvolo agli aerei russi», rende noto Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino. L’Iran ha soddisfatto tutte le richieste di Mosca e aperto il suo spazio aereo a forniture umanitarie per Damasco, fa sapere l’ambasciata russa a Teheran. «Sono state inviate diverse richieste e la parte iraniana le ha approvate tutte», ha detto l’addetto stampa dell’Ambasciata della Federazione Russa.

Lo conferma una voce ai piani più alti della diplomazia russa: «Se saranno necessarie misure aggiuntive da parte nostra per aumentare il sostegno alla Siria nella lotta contro il terrorismo daremo un’adeguata valutazione alla questione, ma in ogni caso sulla base del diritto internazionale e della legislazione russa», afferma una nota del ministero degli Esteri russo.

Secondo autorevoli voci siriane, in particolare quelle indipendenti, c’è sfiducia nei confronti di un Occidente che doveva essere in prima linea nella sua lotta contro il terrorismo e non concretizza il suo sostegno: «la colpa di tutto questo Caos è dell’Occidente. In particolare le ondate di immigrazione disordinata: si tratta di un fenomeno ampiamente prevedibile, ma non calcolato dalla superbia occidentale. Noi e i russi qualche anno fa, abbiamo detto chiaramente che sarebbero emersi tali gravi problemi se i nostri cosiddetti partner occidentali avessero continuato a mantenere la loro politica estera sbagliata, soprattutto nelle regioni del mondo musulmano, Medio Oriente, Nord Africa.» Afferma la parlamentare cristiana più popolare in Siria, Maria Saadeh. Secondo la politica damascena «la responsabilità è occidentale, in particolare degli Stati Uniti, con la volontà di imporre proprie norme in tutto il mondo, senza tener conto delle caratteristiche storiche, religiose, nazionali e culturali di particolari regioni. L’unico modo per invertire il flusso di rifugiati in Europa è quello di aiutare le persone a risolvere i problemi a casa loro e il primo passo dovrebbe essere la creazione di un fronte comune e unito contro i terroristi venuti da tutto il mondo per uccidere i siriani e in particolare noi cristiani. Sono entrati, anche tramite gli aeroporti europei, 200mila terroristi. Noi dobbiamo cambiare il nostro Paese, voi dovete pensare ai problemi vostri. L’Italia permetterà ai gruppi terroristici di entrare nel suo territorio per cambiare la sua Costituzione?»

Intanto crescono le tensioni diplomatiche sulla Siria. La Russia si muove con ancora maggiore forza a sostegno di Damasco e crescono le attività militari russe nel Paese. Esperti militari russi lavorano in Siria, aiutano l’esercito siriano a imparare a utilizzare le nuove armi russe.

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