Le Ong: “Continuiamo i soccorsi. Se necessario emuleremo Sea-Watch”

Msf, Open Arms e Mediterranea e il Tavolo per l’Asilo protestano per l’esclusione della organizzazione tedesca dalle audizioni alla Camera sul decreto sicurezza bis

“Se necessario lo rifaremo. Continueremo a prestare soccorso nel Mediterraneo e a condurre le operazioni così come stiamo facendo, secondo le normative internazionali. Come appunto ha riconosciuto l’ordinanza della gip di Agrigento“. Tutti insieme alla Sala stampa estera a Roma i rappresentanti delle principali Ong ma anche le associazioni che compongono il tavolo dell’asilo rilanciano dopo il punto a loro favore segnato con la scarcerazione di Carola Rackete. L’occasione è la decisione di disertare le audizioni previste per questa mattina a Montecitorio dove tutte le organizzazioni non governative, compresa la Sea-Watch, erano state invitate dai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e giustizia a dare un parere sul decreto sicurezza bis. Audizioni saltate dopo che, ieri sera, i presidenti delle due commissioni, pressati dalle proteste di molti esponenti di governo, hanno revocato in extremis l’invito alla Sea-Watch. “Riteniamo una decisione sbagliata quella di non autorizzare Sea-Watch a partecipare all’audizione prima che il cosiddetto decreto sicurezza bis sia convertito in legge. Contestiamo il fatto di ascoltare solo chi ha opinioni conformi alla maggioranza”, ha detto Filippo Miraglia, responsabile del tavolo asilo.  Miraglia quindi ha denunciato le persecuzioni a danno di chi aiuta i migranti, “al pari delle persecuzioni naziste”. Vari i punti di incostituzionalità che il testo conterrebbe secondo le ong, tra cui il finanziamento delle forze di sicurezza libiche, “che compiono violazioni dei diritti”. Poi ha preso la parola Giorgia Linardi: “Al ministro dell’Interno chiediamo che si adoperi per tutelare i diritti e le vite delle persone, che gli piacciano o meno, in osservanza delle leggi e del diritto internazionale”. Al decreto sicurezza bis mancano i presupposti della straordinaria necessità e urgenza. E prevalgono, sulle nuove norme introdotte, le leggi internazionali sul soccorso e il salvataggio in mare e le convenzioni siglate dall’Italia. Questa in sintesi la posizione delle associazioni Tavolo Nazionale Asilo, Antigone, Open Arms, Medici Senza Frontiere, Mediterranea e Sea Watch. “Questo decreto ha l’obiettivo palese di impedire le attività delle ong di soccorso in mare”, ha detto Riccardo Noury, del Tavolo Nazionale Asilo. Secondo Alessio Scandurra di Antigone nel decreto c’è una “disomogeneità dei temi assoluta”, visto che si affrontano temi diversi che come “unica cosa in comune hanno una presunta emergenza che non sussiste”. Anche secondo Arturo Salerni di Open Arms “mancano i presupposti della necessità e urgenza”. Per Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, “il decreto non porta soluzioni” e punta a comprimere “i principi fondamentali della legge del mare e del soccorso internazionale. Criminalizza in modo ignobile i principi di solidarietà”.

di Alessandra Ziniti

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