La voce di al-Assad sulla stampa russa

Bashar al-Assad

Al-Assad, Presidente siriano, ha rilasciato un’intervista ai media della Federazione. Ecco, in sintesi, le sue tesi su Siria, Iran e sulla minaccia del terrorismo

Il dialogo con l’opposizione
Le forze politiche, il governo, o i gruppi armati illegali che hanno combattuto contro il governo devono unirsi in nome della lotta al terrorismo. E questo è appunto quanto avvenuto: drappelli armati che in precedenza combattevano in opposizione al governo siriano, ora intervengono contro il terrore, agendo dalla nostra parte.

“Ginevra-3”
Esistono divergenze cardinali in merito al punto sul governo di transizione esposto nella dichiarazione di Ginevra. Da “Mosca-3” la richiesta era quella di superare le discrepanze fra le distinte forze siriane, in modo tale da potersi presentare a “Ginevra-3” con una posizione solida. Ciò avrebbe assicurato le condizioni per il successo delle trattative in Svizzera. Noi riteniamo che “Ginevra-3” potrà difficilmente rivelarsi un successo, se non vi saranno risultati positivi nella cornice di “Mosca-3”.

Il ruolo dell’Iran
Questo paese sostiene il governo siriano nella politica, nell’economia e nella sfera militare. Teheran ci fornisce equipaggiamenti militari. Certamente, si verifica uno scambio di specialisti militari fra Siria e Iran, anche se questa collaborazione è esistita da sempre. Ovvio è che tale cooperazione bilaterale si attivi in tempo di guerra. Ed è così: è principalmente l’aiuto di Teheran a fare in modo che la Siria resista in questa barbara guerra.

Il ruolo dei jihadisti
Noi tutti sappiamo che è la Turchia, in stretta concomitanza con l’Occidente, a rifornire di armi e di volontari “Jabhat al-Nusra” e l’Isis. Tanto “Jabhat al-Nusra”, quanto l’Isis devono la propria crescita nella regione all’appoggio dell’Occidente, che vede il terrorismo come una carta vincente nella manica, da potersi giocare periodicamente. Oggi l’Occidente vuole utilizzare “Dzhabat al-Nusra” contro l’Isis, forse per via del fatto che l’Isis in qualche modo gli è sfuggito di controllo. Questo però non significa che l’intenzione sia quella di annientare l’Isis. Se l’Occidente lo avesse voluto distruggere, sarebbe già stato in grado di farlo.

La federalizzazione della Siria
Quando il popolo siriano deciderà di muovere passi verso la decentralizzazione, l’introduzione di un’amministrazione autonoma, o ancora, verso un cambiamento radicale del regime politico, dovrà esserci un consenso comune con la conseguente introduzione di emendamenti nel testo della Costituzione e quindi lo svolgimento di un referendum. Questo è il motivo per cui ciascun gruppo, portavoce di un determinato progetto, deve convincere il popolo della Siria della ponderatezza delle proprie offerte. Nella situazione attuale è da escludere che sia la stessa persona a sostenere e a combattere il terrorismo. E invece proprio di questo si occupano la Turchia, la Giordania e l’Arabia Saudita. Questi stati fingono di essere parte di coalizioni anti-terroristiche del nord della Siria, nonostante siano esse stesse le prime a sostenere il terrorismo a nord, a sud, a nord-ovest… Io torno a sottolineare: se questi paesi lotteranno contro il terrorismo per il bene comune, noi, certamente, vorremo cooperare sia con loro che con gli altri stati.

Le cause della crisi
Le cause di questa crisi sono da rintracciare nella guerra che ha ha diviso l’Iraq su una base confessionale, elemento che ha influenzato parzialmente la situazione in Siria, innescando l’esplosione di contrasti religiosi anche in questo territorio. Il secondo momento di svolta è stato il sostegno che l’Occidente ha ufficialmente fornito ai terroristi in Afghanistan all’inizio degli anni Ottanta. Nel 2006, in Iraq, sotto la protezione degli Stati Uniti d’America è sorto l’Isis, Washington in nessun modo si è opposto a questa formazione. Tutti questi fattori hanno creato le condizioni necessarie a scatenare disordini supportati dall’Occidente, finanziati dai paesi del Golfo Persico, e in particolare dal Qatar e dall’Arabia Saudita, con il coinvolgimento attivo della Turchia…

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