Il dissenso di un anti-destroide

Il dissenso di un anti destroide

Il dissenso di un anti-destroideBisognava aspettare il “9 Novembre” per conoscere le sorti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore e per procedere al tesseramento allo stesso da parte della società civile e dei militanti e simpatizzanti. Successivamente alla comparsa e alla sponsorizzazione del sito web www.rivoglioan.it, adesso è iniziata la petizione online per redimere il simbolo (http://firmiamo.it/riprendiamoci-il-simbolo-di-alleanza-nazionale#petition), con l’intento di riappropriarsene e magari traghettarlo, dopo che lo stesso nacque da un naufragio che ha preso il nome di “strage di Fiuggi”, alla prossime elezioni europee previste nel 2014 e questo traghettamento per i militanti e non solo ha una sola rotta, quella del servilismo. Questa è una messa in scena antiquata e votata alla conquista di una poltrona, probabilmente Romagnoli sa già che non si farà nulla come saprà che quanto si deciderà su quel tavolino sarà solo per interesse di qualcuno che non è un membro della Fiamma Tricolore, e anche se lo fosse, meglio tenersi fuori dai compromessi con certi elementi. Il pietoso simbolo di AN è stato l’icona della mutilazione di un’intera comunità militante e di elettori e oggi vuole essere proposto come un glorioso patrimonio per quella cerchia ristretta di politici di professione che oggi controllano la Fondazione AN. Secondo le stime più attendibili, seppur non definitive, il tesoretto ammonta a oltre 400 milioni di euro, tra cui 65 milioni di rimborsi elettorali ereditati negli anni e 35 milioni di lasciti dei militanti tra liquidi e immobili.  Il patrimonio è poi confluito (ed è stato congelato) nella cassaforte denominata Fondazione di An, ufficialmente nata nel 2011.  Come commissario liquidatore è stato nominato il senatore del Pdl Franco Mugnani, dopo che Franco Pontone, fidatissimo di Fini, era stato estromesso. Il punto è un’altro, si rischia di tirarsi la zappa sui piedi, ci si è seduti al tavolo con coloro cui non c’è nulla da condividere sulla scena politica, coloro che sono solo dei meri antagonisti di ciò che è il nostro partito politico e di ciò che è ed è stata la nostra attività politica. Sedersi a un tavolo e decidere di che morte dover morire eguaglia l’attesa del saper di dover morire. Come non ricordarsi del primo incontro in cui si parlò di federazione, dove la Fiamma Tricolore era esclusa e dove la signora Meloni “urinò in bocca” al ciociaro profeta infedele. Ed ecco il giorno della rivincita, anzi, della riperdita, perché se da un lato della capitale il presidente de La Destra ha organizzato una Réunion di una parte dell’ex galassia di AN, con titolo dell’incontro “ripartiamo da AN”, a tal proposito si sa che l’atto costitutivo del nuovo partito sarebbe già depositato dal notaio e poi c’è Fini che guarda con interesse all’iniziativa, dall’altra parte della città si radunano anche i FdI: La Russa, Meloni, Corsaro e Crosetto, che hanno in mente, e questo si sapeva da qualche tempo, insieme ad alcuni ex AN, tra cui Alemanno, di dar vita ad un Manifesto di destra, “Officina per l’Italia”, e tra coloro che vi aderiscono anche Magdi Cristiano Allam e l’ex udc Ciocchetti. Io non ci sto a quest’aberrante spettacolo offerto da chi ostenta smania di protagonismo e individualismo che, se pur predicando altro per abbindolare i poveri illusi della famigerata quanto oscena “unità d’area”, si fregia del titolo d’iniziatore d’una fusione alternativa, utopistica, al sistema, che sterminerebbe in maniera irreversibile il residuo rimasto di ciò che fu la “strage di Fiuggi”, in altre parole la Fiamma Tricolore, come se questo ozio politico che sta attraversando il nostro partito, ma anche tutto il Paese, non bastasse. Intanto alcuni degli ex AN parlamentari hanno iniziato una serie di incontri al vertice per decidere la linea da adottare nei confronti dell’esuberanza politica del Cavaliere e di tutti i suoi falchi, la base dopo la pausa estiva ha ricominciato a baccagliare sperando di poter cambiare qualcosa. Non m’interessa aggrapparmi a una federazione che avrà come seguito l’ennesima diaspora di militanti, come se gli anni passati non ci hanno insegnato nulla, e dico a voi veterani, io sono solo un neofito del partito ma ciò non toglie la mia grande visione dall’alto per scattare una fotografia della situazione attuale che vede molti sbavare e credere al sogno, e altri, come me, più realisti e consapevoli che bisogna stringersi e lottare, produrre e concretizzare il programma politico di base storica ma che sconfini nell’innovazione e al passo con la società che cambia. Per tutti quelli che nel MSI ci hanno donato le proprie gesta, per tutti quelli che dopo Fiuggi hanno resistito alla desistenza macabra, per tutti quelli che oggi sono qui a lottare e opporsi all’ennesimo genocidio missino invoco il sentimento di fedeltà e onore che ci ha sempre contraddistinto in tutte le battaglie, in tutte le lotte, in ogni trincea e in ogni scenario politico, la ferma e incontrastabile voglia di tenere quel legame con la nostra terra d’origine.

 

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