I tiranni della democrazia: la partitocrazia

I tiranni della democrazia: la partitocrazia

I tiranni della democrazia: la partitocraziaOggi voglio parlarvi di un fenomeno gravemente degenerativo, considerato il tiranno di un regime democratico, sto parlando della partitocrazia, che nel linguaggio politico è decodificato come l’eccessivo potere dei partiti che tendono a sostituirsi alle istituzioni rappresentative nella direzione e nella determinazione della vita politica democratica dello stato. Questo fenomeno è determinato dagli interessi dei partiti, che tendono ad assumenre le funzioni proprie delle istituzioni statali.  Quando si parla di partitocrazia si pensa ad un regime politico in cui il potere effettivo si basa sui partiti e non negli organi previsti dalla Costituzione Il termine partitocrazia fu coniato dal giornalista Roberto Lucifero, ma fu reso noto dal giurista Giuseppe Maranini. In particolar modo, negli ultimi anni, si è sentito molto il peso del controllo nei settori della società civile da parte dei partiti, come nella sanità, nell’istruzione, nella pubblica amministrazione e nella giustizia. Occorre ricordare però, che i partiti sono organismi considerati esplicitamente dalla Costituzione (art. 49). La libertà del parlamentare è sancita nell’art. 67 della Costituzione:

« Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. »

Si pone un problema delicato, quello del rapporto tra disciplina di partito e libertà parlamentare. Il parlamentare rappresenta la Nazione secondo la costituzione, di fatto accetta liberamente di aderire ad un partito ed ha il preciso dovere di accettare disciplinatamente la regola della maggioranza e della minoranza.

Contro la pratica partitocratica, Bruno Visentini, nel 1980, indicò un ritorno alla Costituzione con il Presidente dell Repubblica che avrebbe dovuto nominare il governo e insediarlo a seguito del voto di fiducia del Parlamento. Così, il Governo Costituzionale si trovava a concepire il bene comune della maggioranza parlamentare in provvedimenti legislativi e amministrativi sotto il controllo del Parlamento. Così i partiti sarebbero stati limitati alla raccolta di consenso popolare e alla discussione in parlamento. Questo dibattito però, vide contrari quasi tutti i partiti, compresi il PRI di Visentini, che ebbe l’unico appoggio (condizionato) dal PCI di Logno e Berlinguer. Secondo Eugenio Scalfari (PSI), la proposta di Visentini ha trovato applicazione nel governo Monti. E’ opportuno sapere, che il movimento nemico della partitocrazioa per antonomasia è il Partito Radicale di Pannella che ha sempre presentato come una delle sue priorità la lotta al finanziamento pubblico ai partiti e nel 1993 ottenne un importante risultato con i referendum abrogativi. La lotta al finanziamento pubblico ai partiti sono evidenziati nel libro “La casta, cosi i politici italiani sono diventati intoccabili” (Rizzoli 2007), il libro espone l’ingordigia e gli enormi privilegi dei partiti politici e dei rispettivi personaggi in Italia. C’è da ricordare che dal 2008 il Partito radicale propone la liberazione dalla partitocrazia promuovendo la campagna “Anagrafe degli eletti” Un altro partito a combattere il fenomeno, da me sempre criticato per l’improvvisa comparsa sulla scena con ostentazioni di competenza e millantazioni di qualità mai dimostrate e mai documentate dai propri candidati, è stato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, dove questi, dal suo blog, ha più volte ribatido la propria estraneità a forme partitiche attuali e ha denunciato la partitocrazia come elemento socio-politico da contrastare e combattere attraverso l’adozione di forme e metodi di democrazia partecipativa e diretta. Ancora non è stato fatto nulla, eppure le logorroiche esibizioni in piazza denunciavano (a parole) questo fenomeno, senza aver discusso in maniera approfondita l’argomento prima e le leggi elettorali poi, inducendo l’opinione pubblica (e anche la mia) e dare un metro di giudizio pessimo alle sue teatrali banalità. Non si è mai sentito parlare un solo dei loro candidati di questo argomento, il che fa presagire il vuoto all’interno del movimento, quando si presenterà l’occasione di discutere sulle misure legislative da adottare.

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