Fecondazione eterologa: bambini da comprare al mercato

Fecondazione eterologa: bambini da comprare al mercato

Fecondazione eterologa: bambini da comprare al mercatoA furia di picconate la legge 40 è stata disintegrata e ora anche la fecondazione eterologa ha il via libera dei TAR. Al di là della questione (non secondaria) se sia normale o meno che i tribunali smontino leggi fatte dal Parlamento, mi domando come non si veda l’ipocrisia che c’è dietro questo tipo di tecnica procreativa. Per un po’ ha fatto rumore il femminicidio, un fenomeno che, seppur statisticamente in calo, lascia basiti per la furia animale di uomini che ammazzano “per amore”. Le donne però hanno pur sempre la possibilità di urlare, scappare, denunciare o farsi giustizia da sole. C’è una categoria di esseri umani che invece non ha voce né forza per proteggersi da abusi e violazioni dei tanto decantati “diritti”, e sono i bambini. Chiunque conosca un po’ il mondo delle adozioni non ignora le infinite domande senza risposte sulle proprie origini e la sofferenza che i bimbi si portano dietro per tutta la vita, e che tutto l’amore della famiglia adottiva spesso non può lenire perché, come si dice, “il sangue non è acqua”. Con la fecondazione eterologa questo “vuoto” viene creato “artificialmente”, sulla base di un salto logico che trasforma il “desiderio” in “diritto”: voglio un figlio che non arriva, ho il diritto di averlo, in qualsiasi modo, anche se magari non sono più in età fertile da molti anni, tanto la tecnica me lo permette. Tecnicamente si può anche andare sulla luna, ma non mi risulta che perciò la Costituzione debba tutelare il diritto di frequentarla. I bambini, che su questo pianeta non contano niente, sono un oggetto da comprare al mercato, non importa se potranno essere infelici, l’importante è che il mio desiderio sia soddisfatto. Non c’è niente da fare, ci danniamo per avere carriere di successo, status elevato e soldi a palate, ma in fondo siamo ancora quelli “della pietra e della fionda”, del diritto del più forte a prevaricare sul debole. Spiace che chi è contrario all’eterologa passi per bigotto, quando invece vede molto più in là del proprio desiderio e ha a cuore il bene di persone che non hanno potere di scelta, quello tanto difeso da chi il potere ce l’ha già. E non stupisce che solitamente siano gli atei ad opporsi maggiormente a tematiche per niente attinenti alla religione: evidentemente hanno frequentazioni che li riportano con i piedi per terra, che danno loro il senso del limite e la forza di accettarlo, magari donandosi a chi già c’è e riempie gli orfanotrofi, senza speculare, senza lucrare, a differenza dei credenti.

Sara Gamba
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