Dobbiamo riportare Girone in Italia? La Croce Rossa Internazionale può farlo

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Secondo Giulio Terzi, il governo dovrebbe tener conto della disponibilità ad intervenire nella vicenda espressa dal Comitato Internazionale della Croce Rossa

maròSulla vicenda marò, l’India sta giocando a un gioco pericoloso. Secondo Sir Daniel Bethlehem, consigliere legale del Foreign Office dal 2006 al 2011 e responsabile del team legale italiano nel Tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo, gli indiani hanno costruito un “castello di carte” contro l’Italia, per poter “continuare a esercitare la propria giurisdizione sui due Marò”. Bethlehem, dopo aver accusato New Delhi di “diritto creativo”, ha sostenuto che il paese di Gandhi considera Massimiliano Latorre e Salvatore Girone come già condannati, mentre per la morte dei due pescatori uccisi al largo del Kerala il 15 febbraio 2012 “non sono stati nemmeno incriminati per omicidio”. In sostanza, grazie all’apporto del legale inglese, il Tribunale del Mare ha stabilito che dovrà essere un arbitrato internazionale a gestire tutta la vicenda marò. E’ stato, dunque, ottenuto un risultato importante, i cui gli esiti però saranno noti solo fra qualche anno. E nel frattempo? “Per riportare Girone in Italia, spiega l’ex Ministro degli affari esteri del governo Monti, Giulio Terzi, si dovrebbe tener conto della disponibilità ad intervenire espressa dal Comitato Internazionale della Croce Rossa”. Terzi, quale potrebbe essere il ruolo del Comitato Internazionale della Croce Rossa? “Tutto è cominciato lo scorso luglio, quando alcuni italiani hanno chiesto alla Croce Rossa Italiana di interagire con il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Peter Mauer. Una scelta opportuna: Mauer ha subito confermato la disponibilità della sua organizzazione a svolgere un’azione di accertamento, dopo due anni di detenzione immotivata e illegale, sulle condizioni psico-fisiche dei due soldati. Il Presidente si era detto disposto ad esaminare il caso dei due marò anche sotto l’aspetto della tutela dei diritti umani e della privazione della libertà di due stranieri che devono essere considerati, essendo soldati, organi dello Stato”.Ebbene, perché non si è andati avanti su questa strada? “Lo scorso anno quando si è palesata la disponibilità dell’organizzazione umanitaria, mi parve automatico che l’Italia agguantasse il salvagente. Ma con il passare delle settimane, ormai non ero più ministro, ho capito che il governo aveva gettato al vento questa opportunità. Nessuno, in buona sostanza, si era preso la briga di rispondere a Mauer per dirgli che l’Italia era lusingata della sua disponibilità, ma che aveva in mente di risolvere la questione in un altro modo. Neppure questo, neppure una risposta di cortesia”. “Dobbiamo riportare Girone in Italia? La Croce Rossa Internazionale può farlo” Secondo Giulio Terzi, il governo dovrebbe tener conto della disponibilità ad intervenire nella vicenda espressa dal Comitato Internazionale della Croce Rossa Salvatore Girone e Massimiliano. Sulla vicenda marò, l’India sta giocando a un gioco pericoloso. Secondo Sir Daniel Bethlehem, consigliere legale del Foreign Office dal 2006 al 2011 e responsabile del team legale italiano nel Tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo, gli indiani hanno costruito un “castello di carte” contro l’Italia, per poter “continuare a esercitare la propria giurisdizione sui due Marine”. Bethlehem, dopo aver accusato New Delhi di “diritto creativo”, ha sostenuto che il paese di Gandhi considera Massimiliano Latorre e Salvatore Girone come già condannati, mentre per la morte dei due pescatori uccisi al largo del Kerala il 15 febbraio 2012 “non sono stati nemmeno incriminati per omicidio”. In sostanza, grazie all’apporto del legale inglese, il Tribunale del Mare ha stabilito che dovrà essere un arbitrato internazionale a gestire tutta la vicenda marò. E’ stato, dunque, ottenuto un risultato importante, i cui gli esiti però saranno noti solo fra qualche anno. E nel frattempo? “Per riportare Girone in Italia, spiega l’ex Ministro degli affari esteri del governo Monti, Giulio Terzi, si dovrebbe tener conto della disponibilità ad intervenire espressa dal Comitato Internazionale della Croce Rossa”. Terzi, quale potrebbe essere il ruolo del Comitato Internazionale della Croce Rossa? “Tutto è cominciato lo scorso luglio, quando alcuni italiani hanno chiesto alla Croce Rossa Italiana di interagire con il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Peter Mauer. Una scelta opportuna: Mauer ha subito confermato la disponibilità della sua organizzazione a svolgere un’azione di accertamento, dopo due anni di detenzione immotivata e illegale, sulle condizioni psico-fisiche dei due soldati. Il Presidente si era detto disposto ad esaminare il caso dei due marò anche sotto l’aspetto della tutela dei diritti umani e della privazione della libertà di due stranieri che devono essere considerati, essendo soldati, organi dello Stato”.Ebbene, perché non si è andati avanti su questa strada? “Lo scorso anno quando si è palesata la disponibilità dell’organizzazione umanitaria, mi parve automatico che l’Italia agguantasse il salvagente. Ma con il passare delle settimane, ormai non ero più ministro, ho capito che il governo aveva gettato al vento questa opportunità. Nessuno, in buona sostanza, si era preso la briga di rispondere a Mauer per dirgli che l’Italia era lusingata della sua disponibilità, ma che aveva in mente di risolvere la questione in un altro modo. Neppure questo, neppure una risposta di cortesia”.Pubblicità Perché nel frattempo cosa era accaduto? “Il governo allora in carica scelse la strada della trattativa, ma il tentativo avviato dai servizi segreti non ha evidentemente sortito effetti. In Italia di questo negoziato non ne ha parlato nessuno, nemmeno la stampa. Ho saputo queste cose da siti e da quotidiani indiani”.Forse l’Italia ha proposto all’India un risarcimento dei danni. “Ammettere la responsabilità di due uomini senza averne le prove sarebbe una costruzione pericolosa e bizzarra. Nell’autunno dello scorso anno, la disponibilità di Mauer fu accantonata, perché sembrava che lo Stato avesse individuato un’altra soluzione. Invece, il ricorso al Tribunale del Mare ha dimostrato che quel negoziato non ha avuto alcun esito. Ora resta la procedura arbitrale, una via che si sarebbe potuta percorrere due anni e mezzo fa”.Insomma, i tempi di risoluzione della vertenza sono lievitati. “Dopo il verdetto di Amburgo, il discorso della Croce Rossa resta estremante attuale: Girone è stato male, non si capisce perché non gli sia stato lanciato il salvagente offerto da Mauer”.Dopo Amburgo? “Dopo Amburgo, l’India ha detto che nominerà un suo uomo nel collegio arbitrale. E già questo è positivo. Nuova Delhi comunque non aveva altre chance: l’allegato settimo sulle convenzioni del diritto del mare prevede che se un Paese decide di attivare un arbitrato obbligatorio e l’altro Paese si oppone, l’arbitro dell’opponente è nominato dal tribunale di Amburgo. Ormai, la legge indiana non può più giudicare i due marò: ora sarà possibile smantellare il castello di accuse – omicidio (ma anche di terrorismo) – rivolte ai due italiani dal tribunale di Kerala. Che ha persino tentato di applicare al caso, anziché le convenzioni che ha firmato negli anni “20”, il suo antico diritto consuetudinario”.Sembra che Sir Daniel Bethlehem abbia messo in risalto anche qualche altro particolare. “La nave italiana ha dovuto subire un ricatto, Sir Daniel Bethlehem ha letto parola per parola i rapporti del pilota dell’aereo indiano di sorveglianza marittima e del capo di del dipartimento di polizia: il primo si è vantato di aver fatto pressioni pesanti alla nave perché cambiasse la rotta verso l’India, il secondo è salito a bordo della Enrica Lexie per obbligare Latorre e Girone a scendere dalla nave per rispondere in territorio indiano a una interrogazione. In questi due rapporti pare subito evidente che i due avevano costretto il comandante della nave a dirigersi verso il porto di Kochi, e lì avevano obbligato i due marò a scendere dalla nave nonostante si trovassero su un’imbarcazione battente il tricolore. Ad Amburgo sono emerse anche le responsabilità dei politici indiani. La vicenda è ancora tutta da chiarire, nel frattempo dobbiamo dare a Girone, attraverso l’intervento di Mauer, la possibilità di aspettare il processo in Italia”.

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